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La burocrazia parlamentare ha intitolato la proposta di legge dell'Onorevole Elena Lucchini sul benessere del cavallo sportivo e per il rilancio dell'ippica, protocollata con il numero 3636, "Disposizioni per la promozione dell'ippica e per la tutela della trasparenza e della legalità nel settore".
In realtà la proposta Lucchini è la "Nuova Primavera" di cui i media nazionali più importanti stanno parlando in questi giorni e, soprattutto, per quanto ci riguarda -e riguarda l'ippica e l'equitazione- sarebbe benissimo riassumibile proprio nello slogan -e nel proposito- "il cavallo al centro".
La chiamano ‘distruzione creativa’. Se crei, non puoi non distruggere. Inevitabile, si dice. Anzi necessario, si ribadisce. Senza, il futuro stesso, arrivano a dire, si accartoccia in patetica illusione. Un modo davvero faticoso di stare al mondo: la morte come prezzo della resurrezione, la resurrezione come risarcimento della morte.
Ha tutta la nostra solidarietà l’anno appena entrato. Poveretto: la sciagurata coppia 2020/2021 gli ha passato un pessimo testimone. Chissà, forse non vedevano l’ora di sbarazzarsene. E magari, con quel tanto di rabbioso sadismo che condisce l’impotenza degli incapaci, avranno accompagnato il passaggio con un “adesso vediamo cosa riesci a fare”.
Sutri, Vitorchiano, Bolsena, l’Abbazia di Sant’Antimo, San Galgano, San Geminiano: attraverso questi luoghi si snoda la Francigena di Andrea Boccelli. L’ha percorsa cavallo e ne scrive (la Repubblica 6-11-2021).
Francigena: un nome, una storia. Anzi, un pezzo di storia universale. Da Canterbury a Roma, dove da secoli la tomba di S. Pietro accoglie devozioni e penitenti d’ogni epoca. E poi ancora più giù: Brindisi, dove il cuore già batte per Gerusalemme.
Privatizzare un pezzo di Storia? Idea, prima che pessima, senza capo né coda. Consegnare al mercato una istituzione che è cultura in sé e che di sé irradia l’Europa e tante parti del mondo? Oltre tutto riconosciuta patrimonio dell’umanità? Di peggio non si può immaginare.
Si dirà: è il solito, stantio estremismo parolaio di chi da sempre si agita a vuoto impicciandosi inutilmente di tutto. Dunque, posizioni da seppellire nell’ultimo sottoscala del più insignificante degli archivi.
Per quattordici anni, lì dentro, nel penitenziario di Bollate, carcerati e cavalli si sono presi cura gli uni degli altri. Gli uni occupandosi, forse per la prima volta in vita loro, del benessere di qualcuno. Gli altri trasmettendo l’immediatezza della loro naturalità animale. Il tutto sotto il controllo e il coordinamento, più che vigile, di un operatore esperto come Claudio Villa. Un modo come un altro per contrastare l’immobilità del tempo dietro le sbarre? Certo. Ma, forse, anche qualcos’altro. Pare che più di qualche detenuto debba proprio a questa esperienza l’aver trovato, finalmente, un modo di stare al mondo accettabile e accettato.
CAPITA, a volte, che tra genitori e figli le cose non girino per il verso giusto. Se poi si arriva anche a mettersi le mani addosso, vuol dire che va proprio di schifo. Ma quando un padre si mette in testa di far strozzare il figlio per offrirlo in sacrificio agli dei, altro che ‘complesso di Laio’, (il quale, per inciso, in quanto padre di Edipo, avrà pur diritto ad un posto, anche di seconda fila, nella storia della psicoanalisi)! Altro che gioco delle parti fra Eros e Tanathos! Roba da manicomio criminale, altro che!
Il nostro direttore Rodolfo Galdi si è spento questa mattina. Chi scrive sapeva che il suo tempo stava volgendo al termine, purtuttavia quando ciò che temevi ti si concretizza davanti agli occhi le parole vengono a mancare. Ci mancherà. Mancherà a questa testata che aveva voluto fortemente, mancherà agli amici, mancherà a chi scrive che con lui ha condiviso l’avventura di Cavallo2000 e non solo.