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PARIGI. Domenica a Paris. La galoppata più attesa dell'anno, tra le tinte rosseggianti del Bois. Il Prix de l'Arc de Triomphe, sui 2400 metri, una sorta di mondiale del galoppo tra i 35.000 mila spettatori attesi a Longchamp.
Riusciranno i Nostri Eroi a ritrovare la vittoria nell’Arco di Trionfo peraltro mai raggiunta ? Traduzione : riusciranno i Giapponesi finalmente a vincere la corsa stregata ? Gira su youtube un filmato, iconico della disperazione che segue il giubilo sfrenato, in cui un gruppo di supporters nipponici , uno con tanto di giubba indossata, si alzano in piedi ululanti dinanzi al televisore quando Orfevre staccò in maniera imperiale prima di piantarsi come un pilone della luce , vittima di Solemia .
Sono passati 70 anni esatti da quella prima domenica di ottobre del 1955. Parigi, Longchamp, Arco di Trionfo . Ribot ( 1952, da Tenerani e Romanella da El Greco) mette in ginocchio, nelle mani di Enrico Camici ( tre volte Arc winner), Beau Prince e Picounda.
Guarda tu se alla mia età e con il classico, scaramantico, piede nella fossa mi tocca andare a lezione di Giapponese, proprio io che comprendo a malapena , molto male, l’inglese. Eh si, qui davvero forse questa volta ci siamo, nel senso che , dopo tantissimi tentativi che si sono infranti su palo di arrivo ( iconica Solemia che stampa Orfevre ) sta a vedere che forse, chissà , magari, eventualmente nel pomeriggio di domenica 5 ottobre ci capiterà di ascoltare finalmente l’inno nazionale nipponico.
Non gli hanno dato nemmeno il tempo dei saluti, si fa per dire. Certo che il congedo di Deauville , dopo 45 giorni stupendi, è stato anticipato al sabato . Come mai ? Beh sua Maestà Longchamp deve riaprire e le domeniche debbono essere le sue.
Allez France, ah che nome , che fascino, che emozioni che trasmetteva, la Regina di Longchamp . La abbiamo amata e con lei Yves e casa Wildenstein. E Dahlia allora ? Che vergogna , la abbiamo sempre messa in un angolo, mai verso di lei un gesto di generosa comprensione.
La Reine ! Allez France, non poteva esserci nome più entusiasmante per gli appassionati francesi che la amarono follemente. Glielo diede Daniel Wildenstein, fantastico uomo di cavalli , uno dei più eccezionali che il Turf mondiale abbia mai avuto.
Tutto nelle mani magiche di Dario Di Tocco, manita per il jockey, mai richiesto se non per fargli capire che non si stava scherzando. Maniere forti dal via, quelle stimmate del cavallo che vuole dimostrarti di essere importante e lo sarà, l’incedere souple che rende facili anche le cose difficili.































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