ALLEZ FRANCE : LA REGINA
La Reine ! Allez France, non poteva esserci nome più entusiasmante per gli appassionati francesi che la amarono follemente. Glielo diede Daniel Wildenstein, fantastico uomo di cavalli , uno dei più eccezionali che il Turf mondiale abbia mai avuto. Una passione consolidata da più generazioni e che Daniel ha innalzato alla ennesima potenza conseguendo risultati giganteschi. Purtroppo le favole prima o poi scoprono la parola fine e non sempre felice e contenta.
Le generazioni successive a quella di Daniel ( nella vita celeberrimo mercante d’arte, finissimo intenditore) pian piano hanno smarrito entusiasmo . Succede. Anniversario tondo : la Regina anche dei nostri cuori era nata esattamente 55 anni orsono, 1970. La sua reggia è stata Longchamp : qui ha trionfato in nove corse di gruppo. Ah quell’Arco a tre anni ! La nemesi storica , ahilei. Come il cinese del famoso proverbio, l’Airone di Epsom attendeva , sulle rive della dirittura del Bois de Boulogne, di veder passare qualcosa che somigliasse vagamente a Yves Saint Martin. La vendetta va consumata fredda ma non troppo tempo dopo.
Con Sassafras Yves fu celestiale nel colpire al cuore Nijinsky e Lester ma questa volta le parti si invertirono. In sella a Rheingold, l’Airone finalmente esorcizzò il tabù Arco, la maledizione era terminata. Come noto , successivamente arrivarono le due mirabili lezioni di Alleged. Rheingold rubò il tempo alla Regina , questa volta temporeggiare fino alla fine fu , forse, fatale per Yves . Seconda ma che emozione in tribuna, per carità non parliamo di errori, fu un epilogo siderale tra quattro fuoriclasse, due in sella e gli altri due a galoppare.
Quel giorno tradimmo Allez France , troppo invitante la quota di Rheingold e poi Lester era l’idolo del nostro cuore. Esultammo in tribuna mentre il silenzio di tutti i “pelousard” parigini esaltava la liturgia del dolore. Chissà se qualcuno ricorda il nome del terzo sul palo : Hard To Beat, gran cavallo anche lui, eccome. Santo cielo, ci accorgiamo di aver iniziato la celebrazione della immensa campionessa da Sea Bird e Priceless Gem da Hail To Reason, con una cocente sconfitta. Non sarà purtroppo l’unica . Togliamoci subito il dente, allora.
Eravamo anche sulle tribune di Newmarket 20 giorni dopo la dirittura di Parigi. Perché, santo cielo, diversi fantastici allenatori dopo un Arco, in cui forse si è dato tutto, presi come per “incantamento” al contrario, compulsivamente osavano nelle Champion durissime? Incomprensibie. Lo fece Vincent con Nijinsky. Non sfuggì alla regola Albert Klimscha.
La “reine” aveva solo tre anni, veniva da una suite strabiliante, iniziata a due anni con il Criterium des Pouliches, proseguita con il volo nelle Poules, con l’apoteosi nel Diane, fuori dalla confort zone di Longchamp, e poi il Vermeille, ancora un trionfo, infine l’Arco , sconfitta si ma confermandosi fuoriclasse. Eppure anche noi la seguimmo, fu il cuore a portarci a Newmarket, ci sembrava una rapina alla pari.
Con gli amici di sempre in tribuna trepidammo ma fu angoscia quando la sagoma di Hurry Harriet ( dal modesto Yirrah Jr, un Ribot) si stagliò definitivamente in maniera tale da impedire alla nostra regina di vincere. Ancora seconda e dopo che nel Vermeille aveva “ piallato “ proprio Hurry Harriet. Fu lampante che la fatica di Parigi e il viaggio ( odiava il deplacement) la avevano messa in ginocchio. Errore , come quello che esaltò Lorenzaccio.
La terza battuta di arresto di nuovo a Newmarket ma a cinque anni ci può anche stare, pur se Angel Penna ( subentrato a Klimscha) avrebbe potuto evitare l’ultima fatica improba che , in ogni caso, terminò con il secondo posto alle spalle di Rose Bowl , campionessa di rango assoluto. Per fortuna non eravamo in pista , sarebbe stato dolore enorme. Basta con le tristezze, diamine. Ci siamo tolti il dente ma ora passiamo alle celebrazioni.
Tranquilli, un anno dopo a Longchamp tutti in piedi osannanti e soprattutto ad accompagnare quasi tutta la dirittura , subito dopo l’inizio del volo, con un esaltante … “ Allez France” urlato a squarciagola da tutto Longchamp che cosi consacrava la sua Regina assoluta. Accoppiata femminile grazie al posto d’onore di Comtesse de Loir e poi terzo ecco Marguillat. Apoteosi , trionfo. Il pomeriggio più alto della sua carriera. L’Arco d’accordo ma ricordiamo ancora il resto che è spaziale.
A due anni si lascia dietro Kerlande e Fiery Diplomat. Nelle Poules precede Princess Arjumand ma sapete chi bastona al terzo posto ? Proprio Dahlia , l’ombra di Banco della sua carriera, la rivale che invece amava viaggiare. Tra le mura domestiche Allez France le era superiore, infatti nello spaziale Diane si lascia dietro ancora una volta la rivale. Terza Virunga a completare il successo. Lasciamo stare il Vermeille altrimenti ci tocca nominare ancora “ quella” di Newmarket che qui ovviamente le era dietro.
E dei quattro anni non ne vogliamo parlare ? Imbattuta e che tortorate a tutti quanti, ah che annata ! Harcourt per scaldare i motori, il Ganay per urlare al mondo che lei era la Regina. Tennyson e Gombos a seguire. L’Ispahan per dare una bella limatina a Margoullat. Che primavera , un tripudio di gioia. Riposino, giusto, rientro comodo nel Foy per testarsi e poi la “Gloire” di quel pomeriggio, il primo festivo di ottobre. Longchamp in delirio per lei , bisognava esserci. Finalmente !
A questo punto, forse, l’altro errore. Voler correre anche a cinque anni. Un peccato perché la sua carriera a due tre e quattro anni è stata qualcosa di mostruoso. Ah la ingordigia anche solo mentale ! Sotto questo profilo serva a tutti la lezione che un gigante come Karim Aga Khan ha sempre impartito a tutti : fermarsi al momento giusto. A referto solo il Dollar e il Foy davanti al nostro Duke of Marmalade , il gioiello di Bruno Bucci. Un dolore le piazze nel Nonette e nello Ispahan ma peggio ancora fu tornare sul luogo del delitto e chiudere ancora seconda nelle Champion, per fortuna dietro una campionessa come Rose Bowl .
E in razza ? Ci avvaliamo della facoltà di non rispondere . ( Action Francaise nel Sandringham e basta) . Ha corso in carriera 21 volte, ha vinto 13 volte , altre 5 è finita nei primi tre, il Racehorse ha stabilito per lei un gratificante 136. Insomma siamo nell’empireo. Sea Bird , il padre , immenso campione, forse non pari nel ruolo paterno. Sezione femminile di pregio , ci mancherebbe, Searching , la seconda madre , straordinaria in pista e poi la quarta è La Troienne e più non “ dimandare” .
Grazie , meravigliosa Regina, per tutte le emozioni incredibili che ci hai regalato. Amiamo l’ippica proprio per questo : emozionarci !