Parigi o cara ... e il sogno di vincere l'Arc
Riusciranno i Nostri Eroi a ritrovare la vittoria nell’Arco di Trionfo peraltro mai raggiunta ? Traduzione : riusciranno i Giapponesi finalmente a vincere la corsa stregata ? Gira su youtube un filmato, iconico della disperazione che segue il giubilo sfrenato, in cui un gruppo di supporters nipponici , uno con tanto di giubba indossata, si alzano in piedi ululanti dinanzi al televisore quando Orfevre staccò in maniera imperiale prima di piantarsi come un pilone della luce vittima di Solemia .
A quel punto la disperazione totale con crollo a terra di tutti e non abbiamo notizie di altre conseguenze , ormai comunque fuori moda. Per fortuna.
Certo che lo hanno strusciato tante volte questo “ maledetto” Arco. Già mai vinto, un’onta se consideriamo gli stratosferici progressi che il Turf giapponese ha marcato negli ultimi 50 anni ed ancora di più dal 2000.
Realtà incontestabile che , dopo anni di isolamento, ha iniziato a osare e cercare il confronto con soddisfazioni inequivocabili e sempre maggiori. Gli manca la madre di tutte le corse moderne, l’Arc de Triomphe , che tale è con buona pace di tutti coloro che ancora credono in altri pali di arrivo.
La tanto bistrattata Italia invece , tutto sommato, tra allevati o allenati o in proprietà, al palo è andata con Ortello, Crapom, Nuccio, Ribot , Molvedo, Prince Royal, Tony Bin , Carroll House e , se volete, ancora di recente siamo secondi , piegati da Enable e da Lanfranco, con Sea of Class.
Certo è verissimo che il nostro Turf, a differenza del Trotto maestoso, vive una fase di involuzione anche culturale che mi preoccupa, Tuttavia abbiamo il nostro passato, le nostre radici , profondamente colte, alle quali dobbiamo assolutamente tenerci vitalmente uniti senza mai reciderle. Pena la fine.
Beh, torniamo a domenica , il grande giorno, anzi la due giorni. Che pacchia per ogni autentico turfmen. Certo il viaggio vale alla grande, quanti ricordi , ti restano nella mente e nel cuore per sempre.
Parigi o cara… eh si noi ci torneremo o almeno ci proveremo . Per tutti c’è comunque ormai la tv dell’ippica, Equtv, che da almeno un anno pieno sta offrendo agli appassionati una copertura completa dal respiro universale e mercuriano. Praticamente tutte le corse che contano in Europa e non solo sono sempre visibili ed ora è stata aperta anche una finestra anche con vista Usa. Ovviamente la due giorni di Longchamp ce la gusteremo tutta.
Ecco la prima domanda : senza i castroni quanto ancora l’Arco sarà la madre di tutte le corse moderne?
Risposta : guai a non aprire al contributo e partecipazione dei castroni e quanto prima , anzi immediatamente.
La corsa di domenica sarà senza campioni , giusto per citarne alcuni, come Calandagan, Goliath e Rebel’s Romance. Assenze pesanti, come lo scorso anno del resto, per la seconda volta il laureato delle King George obbligato a non esserci.
In nome della selezione ? No, forse un tempo quando la si intendeva riferita al solo cavallo che poi doveva poter riprodurre la sua valenza esibita in corsa. Oggi i parametri della selezione sono mutati, hanno allargato il proprio orizzonte : oggi anche il castrone è utile alla selezione, prima di tutto della corsa alla quale partecipa perché da linea agli altri, poi perché arricchisce la valenza selettiva del padre e della linea paterna cosi come di quella materna. Bisogna aprire le nostre menti. Parafrasando re Farouk , possiamo dire che un domani resteranno chiuse soltanto le classiche per i tre anni…. Forse. De hoc satis.
Pronti per domenica? Ripartiamo dai Jap. Croix du Nord , il tre anni che vince il Prince d’Orange, esordio europeo, di corta testa su Daryz , al momento , metà settimana, è il terzo favorito a 9. Byzantine Dream, 4 anni, sette giorni prima vinceva il Foy su Sosie, Almaqam e Los Angeles, tutte vittime preziose. Mezza e due lunghezze il distacco. Vale 10 ed è il sesto del betting. Quello che ha destato la impressione maggiore in me, Alhoi Alii, altro tre anni, è trascurato a 15. Eppure quel giorno a Deauville nell’Ornano, prima sortita europea ( cosi tutti e tre ora sanno cosa vuol dire correre in Europa, la cara vecchia madre del turf) , ha volato eccome.
Ha piallato di oltre tre lunghezze, d’accordo erano 2000, gente come Rashabar e soprattutto Cualificar, uno che poi ha detto di essere davvero buono perché nel Niel ha saputo vincere di classe riproponendosi, infatti è a 13.
Insomma chi li sconfiggerà questi nipponici ? Le femmine terribili, perché no. Aventure e Minnie Hauk aprono il betting da favorite , quattro e mezzo a scelta, sempre a metà settimana .
La Sea the Stars di Ferland, giubba gigantesca di casa Wertheimer, lo scorso anno ha chiuso seconda tanto nell’Arco come nel Vermeille sempre sconfitta dalla laureata di Parigi Bluestocking. Quest’anno intanto il Vermeille lo ha vinto, buon segnale, configgendo Gezora , altra rosa che sarà in campo, vale 13.
Minnie è la chance pesante di padre Aidan , uno che sa come si fa ad occupare tutti e quattro i posti del marcatore della super corsa. Questa Frankel sa fare solo una cosa : vincere ma ora ci sono i ragazzacci da sconfiggere. Si può a tre anni ? Si può. Vi vengono in mente altri nomi ? Certo che si . I due delle September con Giavellotto che , sul sintetico, travolge Kalpana , nel 25 praticamente emula di Tano Belloni.
Se sarà galoppabile, il nostro Giavellotto( la Tesa, Marco Botti, Andrea Atzeni) farà la sua figura e la femmina vale sempre almeno una piazza, regolarista assoluta.
Chi saranno i bucanieri della situazione, oltre ai nominati ? Forse Estrange però troppo dietro a Minnie a York, forse Quisisana, fascinosa vecchiona, cinque anni, età che preclude, capace di vincere sempre da 12 mesi . Il Romanet il viatico della Le Havre allieva di Graffard, re Mida del 25 che li schiera tutti. Chissà Los Angeles, mah, dura per White Birch, Leffard e gli altri pirati ma c’è sempre uno Star Appeal in agguato altrimenti le corse non avrebbero senso.
Pronti allora, meeting meraviglioso, una cosa pazzesca, selezione stellare per tutte le età , le distanze e il genere. Che pacchia, beh come tutto l’anno con meeting super uno via l’altro. Eppure Parigi è pur sempre Parigi. Esserci è emozione purissima, vedere tutto in tv è palpitante, figuratevi vincerlo questo benedetto Arco, il sogno principale da almeno 80 anni per chiunque . Sono le corse, Bellezza!