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Icolori dell'autunno a San Siro galoppo trovano posto nel cuore di tutti i milanesi e naturalmente ancor più in quello degli appassionati di cavalli. La corsa faro è il 'Jockey Club' e quest'anno l'appuntamento è per il pomeriggio di domenica 19 ottobre.
Sono passati 70 anni esatti da quella prima domenica di ottobre del 1955. Parigi, Longchamp, Arco di Trionfo . Ribot ( 1952, da Tenerani e Romanella da El Greco) mette in ginocchio, nelle mani di Enrico Camici ( tre volte Arc winner), Beau Prince e Picounda.
San Siro, 1930 , Gran Premio di Milano, la CORSA per il Senatore. Vince Cavaliere d’Arpino . Il grande rimpianto del Mago di Dormello che ha sempre considerato il figlio di Havresac il più eccezionale cavallo mai allenato.
Proprio cosi ! 90 anni orsono nasceva, 1935, il capolavoro immenso del Senatore, gloria del Turf mondiale. Già… sarà veramente stato lui il capolavoro oppure…..Proviamo a fare chiarezza e mettiamo qualche paletto.
Si è venduto tutto, persino Nearco il più grande razzatore del secolo scorso, cui pure il cavallo icona del turf americano, Secretariat, deve i natali. E la moglie Lydia l'ha seguito a ruota cedendo oltre Atlantico il simbolo del galoppo italiano, Ribot. Il credo di Federico Tesio, il padre-padrone dei rossocrociati, era allevare, valorizzare, vendere, ma i campioni della pista gli spuntavano in casa come l'erba di Dormeĺlo e dell'Olgiata.
Ogni stagione o epoca si dota di un retroterra culturale articolato, segue dei fondamentali di comportamento conseguenti. Ciò vale in senso lato nel costume, nella società, nella politica, nel pensiero. Non fa eccezione il mondo dell’ippica e quindi del Turf.
Donna Lidia ! L’altra meravigliosa metà del cielo infinito del Turf. Cosa sarebbe stato di Federico Tesio senza la presenza fondamentale di colei che non fu soltanto compagna di vita felice ma molto di più , una vera e propria alter ego del Senatore per di più altrettanto competente?
Ah, Ubaldo ! Quante emozioni, quanti ricordi…. Come Ubaldo chi ? Diamine , Ubaldo è solo Pandolfi, la Cassazione , secondo definizione che mezzo secolo orsono coniò per lui Gigino Colasanti. Le sue erano sentenze inappellabili, almeno per noi che ne eravamo sostenitori.































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