Galoppo a settembre ricordando Ubaldo Pandolfi e molti altri
Ah, Ubaldo ! Quante emozioni, quanti ricordi…. Come Ubaldo chi ? Diamine , Ubaldo è solo Pandolfi, la Cassazione , secondo definizione che mezzo secolo orsono coniò per lui Gigino Colasanti. Le sue erano sentenze inappellabili, almeno per noi che ne eravamo sostenitori.
Il Turf italiano , meglio ancora l’Ippica italiana , lo ricorda e lo celebra nel mese di settembre. Nessuna corsa meglio di una per sole femmine lo avrebbe potuto ricordare.
Accadrà ancora una volta domenica e alle Capannelle e la corsa di Ubaldo è una delle quattro splendide prove riservate alle femmine di due anni in tema di velocità. Preziose listed che lanciano potenziali campionesse e creano future fattrici : si decolla con il Perrone, poi ecco il Crespi , in settembre Ubaldo e si chiude con l’Eupili milanese.
Davvero un bel poker e che momento anche di alta cultura accostare a queste corse tre nomi che hanno fatto proprio Storia nel nostro Turf. Mai recidere le nostre radici, ancora e sempre linfa vitale per costruire il domani .
Da un Milano ad un Milano ! Che meraviglia che la carriera di questo Maestro nella difficile Arte di Allenare cavalli da corsa si possa sintetizzare nella vittoria in quella che Federico Tesio, il Sommo, considerava la “ Corsa” e che sempre ha ritenuto il faro per i suoi allievi.
Ubaldo Pandolfi , giovanissimo non ancora trentenne, vinse il Milano ad inizio anni 30 con Sanzio e negli anni 80 chiuse , idealmente, con Shulich. In mezzo la sua splendida carriera che è vanto per qualsiasi autentico appassionato. Ha iniziato con Luchino Visconti ha chiuso con la formazione della Tesa, la scuderia che seppe regalarci , gestione sublime di Gaetano Benetti, la emozione unica di Sirlad. In mezzo, tra gli altri, incontri professionali con i fratelli Crespi e Aloisi e la gioia per chiunque, allenare Dormello.
Ovviamente non furono certo gli unici, sia ben chiaro. –“ Bisogna rubare con gli occhi…” cosi ci disse oltre 50 anni fa quando per quasi un anno e con costanza , la stagione di Orsa Maggiore, frequentammo la splendida scuderia privata Metauro, quasi a lambire le piste , la dove si parte per i 1200 e ad un passo da Ciampino , dove Ubaldo amava dare i trials più severi ai suoi, in quel periodo romano. Era quindi parco di suggerimenti , guarda e impara in sintesi il suo precetto e ovviamente non fummo capaci di imparare. Fu tuttavia meraviglioso momento di formazione indimenticabile.
Come il Senatore e come altri naturalmente, Ubaldo osservava i lavori “seri” da davanti e non di lato. Gli interessava capire meglio i movimenti e da visione frontale ciò è maggiormente possibile. E’ impresso ancora nella nostra retina il ricordo di quella mattina del lavoro di Orsa in vista delle Oaks, prima dell’alba perché Ubaldo voleva essere sempre il primo a saggiare la pista, cosa che un po' non era digerita dai colleghi. Ubaldo ben sistemato e noi, ovvero chi scrive e Franco Aloisi, rispettosamente un po' in disparte. Almeno chi scrive non capì molto anzi nulla, azzardammo un… “ sarà meglio restare a casa” poi Ubaldo ci raggiunse raggiante… “ Bene , si va a Milano, organizzo la trasferta…”
Orsa Maggiore vinse le Oaks…. Appunto la Cassazione come diceva Gigino Colasanti. Grande Signore Ubaldo, come tutti quelli della sua generazione straordinaria. Un tratto, una cifra che, lo riconosceva sempre lui stesso, doveva agli insegnamenti di Luchino Visconti, il cui breve sodalizio rammentava sempre con totale entusiasmo , come esperienza straordinaria di vita e professionale, allenavano a Villa Erba in zona Como .
Ecco, lo stile ! Ubaldo lo ha sempre mantenuto al massimo livello per tutta la sua vita professionale. Elegantissimo persino la mattina ai lavori, lo stile lo rifletteva anche nella vita di scuderia, la perfezione. Quanti ricordi davvero e quante emozioni. Eravamo pericolosamente sul tetto della tribuna dei Commissari, noi e Gabriele Miliani, nel pomeriggio del Roma di Orsa e Ribecourt che apparteneva alla Ascagnano dei meravigliosi Dapelo, Aldo e Alda, passione infinita.
Gabriele era il loro trainer in Italia, capolavori con Claire Valentine, Ribecourt lo allenava Francois Boutin. Per quelli che hanno la età giusta , gli 850 metri della dirittura di quel Roma sui 2800 sono iconici della meraviglia del Turf. Emozione totale per quasi un minuto, un testa a testa pazzesco, le tribune stracolme , tifo alle stelle, alla fine Gianfranco , il leggendario bellissimo “ mostro”, riuscì a non mollare di un centimetro e prese il sopravvento sul palo mentre noi e Gabriele eravamo quasi finiti sul bordo del tetto perché , in trance, entrambi facevamo come a spallate , amichevoli sia chiaro, e solo dopo il palo ci rendemmo conto di essere ad un passo dal finire sulla testa di quelli che erano in tribuna sotto di noi….
Che emozione, champagne in club house ma anche dopo in scuderia, Franco e Carlo Aloisi lo tenevano sempre in fresco. Fu bellissimo e Ubaldo non si scompose mai un momento ma , conoscendolo, ne percepimmo la felicità allo zenith. Citiamo alla rinfusa ricordi che affiorano nella memoria e nel bagaglio di dati a suo tempo immagazzinati.
I derby di Lauso e Varano, uno dei primi Lidia Tesio con Croda Rossa, e poi non molto tempo dopo anche la dormelliana Zabarella che con Boutin aveva vinto le Oaks, Isabella Moretti che vince il Ribot, Asopo che fa suo il Parioli e poi è secondo nel Derby, il Tevere di Maris se non ricordiamo male, Ovac che si impone nel Parioli, immenso Sergio Fancera che lo porta allo steccato opposto, poi vince anche nel Ribot e Chiusura prima della straordinaria carriera inglese agli ordini di Henry Cecil.
Hoche e Maestrale che siglano il Repubblica come fece anche Maffei con Ovidio Pessi chirurgico in sella. Ninabella, Alibella e Anticlea che consecutivamente vincono l’Elena ad inizio anni 60 e con Anticlea Sergio Fancera vince la sua prima classica giovanissimo mentre Otello fu terzo con Mariella, sempre Ubaldo.
Poi Alibella e Anticlea vinsero anche le Oaks. Come Dolina che aveva vinto anche l’Elena e così meglio comprendete del perché sia perfetto ricordare Ubaldo con una corsa riservata alle femmine. Elena anche per Tibalda, sempre Ovidio, che fu seconda poi nel Lidia Tesio mentre Tandina lo fu nel Roma.
Roman Blue, una delle tante mirabili creazioni di Jill Pratt, vinse anche lei l’Elena e poi fu runner up nelle Oaks. Infine i capolavori, almeno per noi. Sanzio che Visconti acquistò da Federico Tesio che lo aveva giudicato ormai non recuperabile e che invece i due con pazienza e classe riportarono al top per vincere il Milano davanti allo squadrone tesiano e poi andarono a trionfare ad Ostenda nel Grand Prix. Se andate a rileggere il magnifico elegante e straordinario racconto di Mario Incisa, I Tesio come li ho Conosciuti, troverete nelle parole del Senatore tutta la ammirazione e un certo timore che nutriva nei confronti di Visconti che considerava il potenziale grandi rivale.
Poi venne Renoir…… Eh si, capolavoro. Come tutta la carriera di Orsa Maggiore, che gli Aloisi anche allevarono con la preziosa assistenza di Enrico Arcari , sommo maestro. Tesio, Milano, Roma, Oaks e seconda nel Jockey. Non scherziamo, classica per eccellenza e chiedete a Gianfranco Dettori in proposito…. Infine Faenza, non tanto per la affermazione nel Repubblica quanto perché, come Archidamia, ma meno di 30 anni dopo sfiorò il Derby. Da favola come il percorso stupendo di Ubaldo Pandolfi nel Turf. Non dimentichiamo mai da dove veniamo e quali sono le nostre radici colte. Grazie Ubaldo, indimenticabile Maestro !