Lo strano caso del trotto montato
Sebbene in Francia sia ben affermato e svolto regolarmente con una o due corse dedicate quotidianamente, in Italia è una forma di spettacolo che non riesce a prendere il campo che gli appassionati vorrebbero.
Innanzitutto in molti si chiederanno: Cos’è il trotto montato?
Il trotto montato nasce in Francia e non è altro che una corsa al trotto ma senza sulky, bensì con il fantino a sella. Spiegato in un altro modo: è una corsa simile al galoppo ma con l’andatura del trotto.
La complessità e l’eleganza di questa tipologia di corsa ippica, affascinano il 90% dei frequentatori di ippodromi, soprattutto i giovani, ma come si può ben vedere, in Italia non riesce a diffondersi come sperato.
In Francia, risulta assai diffuso, anche negli ippodromi di bassissimo livello. Per la monta sono predilette le donne che con la loro leggiadria e savoir-faire con l’animale, hanno ottimi risultati e uno stile tutto loro. Anche gli uomini riescono a destreggiarsi bene tra le donne: come non nominare l’instancabile Eric Raffin reduce da una seconda vittoria del Prix de Cornulier, il campionato mondiale di trotto montato.
In Italia le corse al montato non arrivano a 30 per anno, forse anche molto meno. Motivo? Forse ne abbiamo tanti e ne analizziamo qualcuno.
La crisi ippica sicuramente, ne aggrava l’emergenza: il basso montepremi limita molto già i vari gran premi che ogni anno vengono riclassificati o addirittura resi solo corse di livello. Il montèe necessiterebbe di un premio sicuramente più alto rispetto a una corsa di minima e la crisi non aiuta.
Un’altro fattore importante è il poco mercato dei fantini che si prestano a questo tipo di corsa. I molti derivano dal galoppo e la loro esperienza è minima in materia di parziali e partenze varie. Come in un’intervista a Cannelle Antonio Monteriso (il più bravo e vincente al montato in Italia) affermava che la differenza tra trotto montato e galoppo è abissale: “Al galoppo si lascia andare le guide mentre al trotto il cavallo va sostenuto sulle guide”.
Importante anche se non sembra è la differenza di andatura del cavallo: un fantino abituato alla cadenza del galoppo, deve abituarsi al meglio per l’equilibrio del trotto.
In Francia così come in Svezia, a 16 anni si può prendere già la patente di fantino per il montato (come lo stesso Raffin fece) potendo studiare la scuola per fantino.
In Italia le scuole non funzionano bene già al normale, figuriamoci per le scuole “ippiche”: chi in Italia voglia guidare al montato deve prendere almeno la patente di guidatore/gentleman o fantino di galoppo. Essendo i bandi molto scarsi, le persone prendono altre strade, accantonando l’idea del montato (per cui l’età incide molto).
Altra cosa importante è un allenamento del cavallo diverso. Un cavallo adatto al montato deve essere allenato a sella almeno al pari di un allenamento normale al sulky.
Non si possono preparare cavalli per un montèe una settimana prima. Sfigura il cavallo, che al 90% sbaglierà in partenza e sfigura lo sport stesso, che verrà considerato inutile e non giocato dal pubblico presente. Abbiamo cavalli che hanno dimostrato di competere a livello internazionale e di saper reggere vari tipi di parziale. Vaprio, Silverado Lux e Nene degli Ulivi per citarne alcuni.
Ciò che manca per emergere al trotto montato è questa serie di fattori. Il primo è quello di più rilievo ma analizzando le corse che vengono svolte, possiamo ritrovare gli altri fattori illustrati. Molto spesso vediamo corse al montato dove metà concorrenti sono al tabellone già sulla prima curva oppure corse dove si corre in due perché gli altri non sono da corsa o non riescono ad avanzare perché manca una perizia equa nei partenti.
Quindi per riuscire ad emergere la strada è “lunga e tortuosa” ma ignorando il fattore montepremi (che è momentaneamente irrecuperabile) e migliorando gli altri fattori, si potrebbe arrivare a svolgere delle corse discrete con pochi cavalli in errore.
Sorgono quindi varie domande: dobbiamo cambiare i fantini? Introdurre un corso adatto alla disciplina? Sconvolgere i metodi di perizia delle corse? Cambiare i metodi di allenamento?
Eh sì, se gli appassionati vogliono vedere questo sport fiorire come sognano, devono essere i primi ad informarsi e a migliorare. Non si può continuare a fare corse al montèe come le ultime svoltesi a Milano che non suscitano nessuna emozione a chi ama il mondo del cavallo.
Ricordiamoci che la volontà è potere… e senza di essa non possiamo cambiare il mondo.
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