Caprilli, la vera rivoluzione equestre - 3° parte
Nel 1890 Caprilli conclude a Pinerolo il corso magistrale secondo gli insegnamenti dell’equitazione di scuola con il giudizio di “Cavaliere mediocre” firmato dal capo Istruttore Cavalier Paderni.
E’ tempo quindi di ritornare a Saluzzo e di ricongiungersi con il reggimento Piemonte Reale.A Saluzzo Caprilli ha molto tempo libero a sua disposizione , poiché il divieto di montare dopo le ore di servizio non esiste più, ed è proprio in questa cittadina, a 30 Km circa da Torino, che inizia a mettere in pratica quelle intuizioni acquisite a Pinerolo nell’osservazione del cavallo scosso sul salto.
Nella sua testa è chiaro che una equitazione di campagna ad uso militare deve essere affrontata rispettando l’equilibrio naturale del cavallo. L’attuale insegnamento non è adatto. Fino ad ora tutti i grandi maestri del passato prima di lui avevano provato, tentato, sperimentato, migliorato, perfezionando quella che era allora un dogma incontestabile, l’equitazione di scuola. Tutti nel passato avevano provato ad uscire in campagna perfezionando la tecnica ma sempre sulle basi dell’equitazione di scuola , ma nessuno mai provò a cambiare a rompere col passato.
Caprilli nel suo percorso ha ignorato completamente tutta l’equitazione accademica e la tradizione e per primo dopo 4000 anni ha capito che non bisognava andare indietro ma in avanti applicando sul salto “la monta in avanti”. Fu Caprilli che nel corso degli anni intuì che per riprodurre l’equilibrio naturale di un cavallo scosso nella fase del salto bisognava dare libertà alla bocca del cavallo , liberare la schiena dal peso del cavaliere , andare in avanti col busto e cedere con le braccia.
A Torino per 500 lire compra un cavallo sauro e lo chiama Sfacciato. Il cavallo non è molto gestibile. Probabilmente il morso e gli insegnamenti ricevuti ne hanno rovinato il fisico e la psiche. Caprilli lo lavora con gentilezza secondo le sue intuizioni, non più col morso ma solo col filetto. L’addestramento va avanti a lungo e Sfacciato torna ad essere un cavallo sicuro e rispondente agli aiuti.
Nel 1891 frequenta a Pinerolo il corso magistrale per diventare istruttore. Si classifica secondo su dieci partecipanti, ma questo basta per poter accedere ai corsi per l’equitazione di campagna che si tengono a Tor di Quinto.
Tor di Quinto è un immenso appezzamento di centinaia di ettari alle porte di Roma dove sono presenti fossi, pendii, tronchi e ostacoli naturali di vario genere. Tutti questi ostacoli sono l’ambiente ideale per allenare i soldati all’equitazione di campagna , l’ambiente che la truppa troverà nelle azioni di guerra.
Caprilli a Tor di Quinto ha a disposizione un ippodromo che frequenta assiduamente e scopre cosi la passione della velocità. Non trascura però di portare avanti le sue idee nel lavoro sul salto ostacoli e nel 1893 con il cavallo Grana supera per la prima volta un l’altezza di m 1, 40 , ed è record.
Nel 1894 partecipa ad una decina di concorsi tra Stepple Chase , Military e corse vincendole praticamente tutte. Il suo metodo, se pur ancora non definitivo, tanto ci sarà ancora da lavorare , inizia ad affermarsi e Caprilli comincia a diventar famoso.E’ qui a Tor di Quinto che Caprilli migliora il suo metodo. Con la pratica e l’esperienza capisce perché tanti ottimi cavalli sui salti spesso cominciano a scartare e a mostrare difese.
Nel 1895 a Tor di Quinto si andava in campagna affrontando i salti col vecchio metodo, che consistevano nel portare indietro il busto nel momento esatto in cui il cavallo spiccava il salto ,tirare indietro le mani nella convinzione di aiutarlo a sollevarsi , ma col risultato di procurare alla bocca del cavallo dolori insopportabili. Una simile combinazioni di azioni in realtà otteneva come risultato che dopo un po’ i cavalli si rifiutassero di saltare .
Caprilli a Tor di Quinto rimarrà tre anni e nel 1898/99 il suo sistema è ormai finito.
Nel 1901 , scrive per la Rivista di cavalleria , un articolo dal titolo “Per l’equitazione di Campagna”, “Principi generali favorevoli o contrari allo sviluppo di una buona equitazione militare “. Il titolo non ammette confusione. Tutto quello che è contenuto nell’articolo è la base del suo sistema. Avere un cavallo adatto a muoversi in campagna per un uso militare militare. Tutto il suo sistema non ha mai avuto un indirizzo ad uso sportivo.
La bozza del nuovo regolamento di Equitazione redatto nello stesso anno riporterà molto dell’articolo di Caprilli. Naturalmente in campagna , come detto sopra, si trovano ostacoli naturali adatti a sperimentare la tecnica di salto e Caprilli nel suo articolo spiega bene come deve essere affrontato: “Premesso che l’equilibrio e la fermezza in sella sono requisiti primi ed essenziali, senza dei quali è inutile parlare di altro, vediamo ora succintamente quello che, a mio parere, devesi fare nel salto propriamente detto: accompagnare col peso del corpo e specialmente con le mani ogni movimento che fa il cavallo per non impedirgliene alcuno, e non urtarlo o disgustarlo mentre li compie. Più particolarmente: arrivando in prossimità dell’ostacolo il cavaliere dovrà permettere al cavallo di distendere il collo e la testa avanzando alquanto i pugni, senza però togliere o diminuire l’appoggio e mantenendo sempre la stessa tensione di redini. In seguito, quando il cavallo ritrae la testa e il collo e sposta il proprio centro di gravità indietro caricando le posteriori il cavaliere ritrarrà alquanto le mani senza aumentare di troppo la tensione delle redini. Non appena il cavallo ha scattato, il cavaliere accompagnerà col busto lo spostamento del centro di gravità in avanti senza però distaccar troppo il sedere dalla sella, nel medesimo tempo collo avanzare quanto più può i pugni cedendo completamente le redini e lasciandole anche, se è necessario, scorrere fra le dita, permetterà al cavallo di distendere l’incollatura: movimento questo essenzialissimo ed importantissimo perchè il cavallo possa compiere bene e senza dolore il salto. Notisi che questo movimento di ceduta quando il cavallo trovasi per aria è della più grande importanza; il minimo urto in questo tempo da parte del cavaliere, oltre a compromettere l’esito del salto, produce altresì un’azione dolorosa sul cavallo che si propaga dalla bocca alle reni, e che spesso lo costringe a battere col posteriore sopra l’ostacolo.
In questa breve descrizione si legge bene quanto Caprilli tenesse al benessere ed al rispetto dell’equilibrio naturale del cavallo. In tutto l’articolo il benessere del cavallo sarà sempre presente.
A Torino nel 1902 viene organizzato il Concorso Ippico Internazionale. Il concorso vede un’ampia partecipazione di circa 500 cavalieri fra Italiani e stranieri provenienti da Francia, Austria e dalla Russia. Per Caprilli il concorso è un’occasione per poter mostrare la validità del suo metodoMa per l’Italia le cose non vanno molto bene. Non c’e omogeneità del sistema.
Solo Caprilli porta a casa dei risultati significativi. Vince il salto in estensione superando m 6, 50, ma nella gara di elevazione col cavallo Melopo si ferma a m 1,60. La gara viene vinta dai francesi superando m 1,90.A concorso finito , quando gli spettatori stanno per iniziare a lasciare le tribune, Caprilli lancia una sfida, vuole assolutamente mostrare la validità del suo metodo e scommette 500 lire a chi per primo supererà un ostacolo di m 2.
Nessuno dei cavalieri stranieri accetterà la sfida. Solo un italiano, Ruggero Ubertalli, proverà a cimentarsi fermandosi però a m 1, 90. Caprilli sempre con Melopo, supererà l’ostacolo al primo tentativo, stabilendo il nuovo record mondiale di m 2, 08. Il successo ottenuto farà ricredere molti suoi oppositori , soprattutto fra i militari, della validità del suo metodo.
Va ricordato che il 24 Agosto del 1942 ci fu un episodio di guerra durante la campagna di Russia , la carica di Isbuscenskij del reggimento Italiano Savoia Cavalleria. Il Colonnello Bettoni lanciò alla carica la sua cavalleria forte di circa 700 unità contro una postazione di circa 2500 Russi . Fu grazie al metodo di Caprilli che la cavalleria comandata da Bettoni ottenne una strepitosa vittoria.
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