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Come riportato nella prima puntata, la vita sociale di Caprilli fu molto movimentata. Oltre ai cavalli, le donne erano l’altra sua passione. Inserito nella buona società, dal suo amico Emanuele conte di Bricherasio, le occasioni e le tentazioni non mancavano. Tutte queste attenzioni, che le donne dell’alta società mostravano a Caprilli, di sicuro non piacevano agli uomini ed anche la sua reputazione ne fu in parte sporcata. Nel 1903 ci fu un tragico evento, a dimostrazione di quanto la sua esistenza fu influenzata dal suo stile di vita.
Nonostante un discreto piazzamento e il record in elevazione stabilito da Caprilli, anche se fuori gara, la partecipazione dell’equipe Italiana al concorso Internazionale di Torino del 1902 fu molto criticata. L’insegnamento di Caprilli era praticato da pochi. Era apparso evidente che il metodo mancava di uniformità.
Nel 1890 Caprilli conclude a Pinerolo il corso magistrale secondo gli insegnamenti dell’equitazione di scuola con il giudizio di “Cavaliere mediocre” firmato dal capo Istruttore Cavalier Paderni. E’ tempo quindi di ritornare a Saluzzo e di ricongiungersi con il reggimento Piemonte Reale.
Il Cavalier Paderni fu sicuramente una figura di riferimento per Caprilli. Entrambi si dedicarono allo studio e all’osservazione dei movimenti del cavallo. Particolare attenzione veniva data al cavallo scosso impegnato ad affrontare salti di elevazione e di estensione. Questo è un fatto certo.
Do per scontato che la maggioranza dei lettori di questo giornale abbiano assistito ad una gara di salto ostacoli. Forse però non tutti sanno che l’attuale disciplina di salto ostacoli deriva da una esigenza militare necessaria e strategica nata da una intuizione di un ufficiale Italiano tra la fine dell’800 e i primi anni del 900.
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