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1970 : il Turf mondiale entra nella sua era moderna e contemporanea. Esattamente 55 anni orsono, anniversario pieno, un fuoriclasse di nome Nijinsky, sintesi sublime del portato genealogico della vecchia Europa perfettamente miscelato con l’espressione più nobile del galoppo nord americano ( allevato in Canada dalla Windfields Farm del fantastico Edward Plunket Taylor e di proprietà di Charles Engelhard , il re del platino, allenato in Irlanda da Vincent O’Brien) , raggiungeva vette assolute in pista e dava il via alla concezione più colta del Turf mondiale moderno e possiamo anche dire contemporaneo.
Una meraviglia ! Una emozione straordinaria ! Un cammeo di rara bellezza ! Ce lo ha regalato Christian Demuro domenica sera, alle 20,30 quando con una pennellata d’autore ha aggredito e travolto sul palo Ryan Moore, di questi tempi cosa non proprio facile.
Parecchie generazioni, forse tutte, di appassionati ippici sono cresciute e hanno fortificato la loro militanza colta avendo sempre bene in mente, oltre al resto, uno dei tanti precetti fondamentali che ci ha lasciato Federico Tesio , quello che in altre parole poneva il “pezzo di legno” posto al termine del percorso di 2400 metri del derby di Epsom ovvero il palo di arrivo come il momento più alto e certo della Selezione che poi era, è ancora e sempre sarà il fine ultimo intellettuale della esistenza del Turf.
Per gentile concessione di Trotto e Turf, continua su cavallo2000, il racconto dei grandi personaggi (uomini e cavalli) del galoppo tratteggiato dalla penna di Mario Berardelli, il nostro punto di riferimento per il turf declinato a cultura e tradizione. -
Newmarket autunno 1976. Tre amici sono in zona per Aste e corse. Pomeriggio all’ippodromo, tra le altre corse in programma c’è il Cesarevitch , monumentale perizia e maratona tipicamente anglosassone la cui valenza sovente affianca quella di una pattern. Campo pletorico, scelte difficili, sarebbe servito uno studio approfondito. I tre amici, chi scrive, Lollo Luciani e Paolo Riccardi, si divertono a “flottare” nella zona dei Bookmakers del Grand Stand.
EPSOM. A Epsom Downs era il sabato della madre di tutte le corse, il Blue Ribbon, quel Nastro Blu, la corsa che tutti desiderano vincere, dal fascino unico perché un cavallo la può correre una sola volta nella vita. Per quest’anno a The Derby è stato aggiunto il nome di Lester Piggott, il fantino scomparso pochi giorni fa, l’airone di Epsom capace di trionfare nove volte nella classica che laurea il miglior tre anni.
NEWMARKET. Questa è la settimana che in Inghilterra porta al primo importante step classico, le Duemila Ghinee, che andranno in scena sabato sul Rowley Mile di Newmarket. Il miglio di gruppo 1 che si disputa dal 1809 apre la triplice corona del galoppo inglese, che prosegue con il Derby di Epsom e si chiuderà con il St. Leger a Doncaster.
Quello di sabato pomeriggio a Doncaster per il galoppo internazionale era l'appuntamento con la storia e la tradizione del turf. Il St. Leger, pur con la sua distanza oggi un po' demodé, quella che sfiora i 3000 metri, rappresenta sempre un richiamo per gli appassionati. L'edizione 2014 della classica piu' antica del mondo - fondata nel 1776 - ha scritto una pagina importante per Andrea Atzeni, l'italiano d'Inghilterra. Montando Kingston Hill, il secondo del Derby di Epsom, con una corsa all'attesa chiusa da un finale energico, il ventitreenne sardo approdato sei stagioni fa alla corte di Marco Botti per il suo apprendistato in terra britannico, sabato a Doncaster ha conquistato la sua prima classica nell'antica patria del galoppo...
LESTER PIGGOTT, UNA VITA A CAVALLO
Di Nereo Lugli – Edizioni Ippiche“… Non troppo richiesto, per niente conteso, Never Say Die finiva nuovamente nelle mani di Lester Piggott. Il giorno del Derby di Epsom, un giorno radioso con pista veloce, la sua quota era di 33 contro 1. Si guardava a Rowston Manor; si guardava al francese Ferriol; si guardava anche a Darius, un nipote dell’onnipresente Nearco, un poco fuori distanza, ma che aveva vinto le 2000 Ghinee...





















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