Salto ostacoli - Je Suis l'Italie
Con i se e i ma non si scrive la storia ma a volte si chiariscono le idee. Non quelle purtroppo di gran parte dell’equitazione italiana, che ha fatto solenne voto di esterofilia. Una scelta dettata più che dallo scarso amor patrio, dal robusto appetito di euro che contraddistingue Circoli e istruttori. Quest’ultima una categoria la quale, a dar retta a uno dei candidati alla presidenza federale, Duccio Bartalucci, oggi ha poco da vedere con la tecnica e molto con il commercio di cavalli.
A Budapest (HUN) venerdì nella semifinale della EEF Series l'Italia ha centrato il penultimo ultimo posto utile (il quinto in classifica) per la finale (8 settembre) di Varsavia (POL), un rientro nelle medie sfere del salto ostacoli che ha sfiorato però il flop. Chi - come si dice in gergo - ci ha messo una pezza ed evitata l'ennesima figuraccia dopo San Siro e Piazza di Siena è stato un sella italiano, Je Suis Godot d’Acheronte, con a bordo Bruno Chimirri, il milite dell’Arma che, conquistata la Coppa delle Nazioni a Villa Borghese, si sta dedicando con la figlia Elisa a valorizzare il prodotto nazionale.
Je Suis Godot d’Acheronte è uno stallone baio del 2013, nato da Toulon e Corinessa e allevato dalla Società Agricola Il Cerro (BG), già in gara lo scorso maggio nell’ovale borghesiano. In due percorsi quasi identici come andatura, sugli ostacoli della capitale magiara è passato pulito e l’unico della squadra azzurra a 0 penalità. Un suo errore - scusabile visto che era debuttante in Coppa delle Nazioni - avrebbe fatto svanire la partecipazione di Varsavia, promuovendo la Svizzera.
Il risultato premia soprattutto la caparbietà di Marco Porro, il c.t. azzurro dei salti, di volere in squadra un soggetto MASAF, scelta controcorrente che è l’unica per portare avanti la valorizzazione dell’allevamento italiano.
In vista della consultazione elettorale una delle domande che ossessivamente si pongono gli addetti ai lavori è quella sulla composizione della “squadra” (vice e consiglieri) che affiancherà il candidato presidente. L’equitazione non si fa a tavolino ma sul campo e fondamentali per il futuro saranno i responsabili di disciplina (salto, completo, dressage). Sono questi i nomi da tirare fuori dal cappello a cilindro. E unitevi anche chi si occuperà della comunicazione ( l'addetto stampa è assunto a tempo indeterminato) perché - vera o falsa, criptata o palese, contorta o liscia - chi fa girare il mondo insieme al Padretereno è lei: la notizia.