Incontri (e scontri) a Fieracavalli
Fieracavalli, come tutti i grandi eventi, non può che far discutere, suscitando opinioni – talvolta espresse in modo molto accesso – discordanti, se non addirittura antitetiche.
Un esempio per tutti, per questa 127° edizione, lo ha offerto il rinnovato padiglione 9, dedicato al cavallo iberico. L’allestimento, indubbiamente luminoso, elegante e minimalista, è stato affidato a HENRYTIMI, firma internazionale di artinterior, il cui stile è caratterizzato da un rigore, semplicità e attenzione ai dettagli.
Ebbene all’interno del padiglione è stata montana una grande “gabbia”, all’interno della quale sono stati messi tre puledri, scatenando i commenti più disparati, nonché le ire di molti nel vedere appunto cavalli rinchiusi in gabbia, costruita con una maglia molto fitta, scura, che non permetteva alcun contatto con l’esterno.
Devo dire che la reazione è comprensibile, non me ne voglia il grande architetto, ma a noi che il cavallo lo vediamo come un compagno di vita figurarcelo rinchiuso in una gabbia del genere come un leone o una tigre del Bengala non ci riesce proprio. Dal punto di vista del benessere del cavallo – e non avendo i tre puledri facoltà di parola – posso però azzardare che forse sono stati molto meglio loro di tanti altri all’interno della fiera, potendo godere di uno spazio “protetto”, pulito, tutto sommato silenzioso e con una buona luce; insomma i tre soggetti tutto parevano tranne che sofferenti, questo va detto, si facevano beatamente i fatti loro a dimostrazione del fatto, e qui sì che hanno ragione gli animalisti più convinti, che la presenza e il contatto con gli esseri umani non è affatto indispensabile, anzi, in certi casi, tipo questo, la cosa migliore è preservare i cavalli proprio da un bagno indistinto, e talvolta purtroppo irrispettoso, di umanità. Cosa impossibile in un posto come Fieracavalli, dove luci, musica, altoparlanti e schiere vocianti e smanaccanti di umani devono sembrare ai nostri amici equidi né più né meno che un’orda di alieni sbarcata da un altro pianeta, che certamente ha poco a che fare con il loro ambiente “naturale” e che più si confà alle caratteristiche etologiche del cavallo.
Lo dimostravano gli occhi spalancati e increduli dei puledri o dei meno esperti, evidentemente non (ancora) abituati a rassegnarsi a un posto del genere, che deve essere apparso loro come una specie di girone infernale. Molti invece a queste stranezze degli umani ci hanno fatto il callo, e sopportano con saggezza che solo gli equini sanno avere anche cose che non andrebbero invece perdonate affatto: tipo sottoporli per ore a esercizi massacranti solo per farsi vedere tra la folla, o a tenersi in bocca non uno ma due morsi, manovrati da mani pinze da tenaglia che ti verrebbe voglia di amputare al cavaliere di turno con una bella accettata secca. E se vedete cavalli montati da (sedicenti) cavalieri di questa razza aguzzate lo sguardo: o hanno la bocca spalancata o hanno il chiudibocca.
Non un belvedere, dunque. Ma i cavalli pazientano, dimostrando in questa enorme, colorata, affollatissima kermesse dedicata proprio a loro che no, non sarebbe certo la cosa preferita ma ci si possono abituare, chi più chi meno volentieri: se trattati in un certo modo lo fanno con maggiore facilità, viene da precisare. Perché i cavalli sanno adattarsi (quasi) a tutto, e questo è uno dei grandi insegnamenti che da sempre ci donano e che, purtroppo, non sempre sappiamo cogliere.
Per fortuna, bisogna aggiungere, c’è spazio anche per altro a Fieracavalli: per esempio per parlare di equiturismo, turismo esperenziale con il cavallo (lo ha fatto Horse Green Experience con Final Furlong, per esempio) e di possibilità di vivere splendidi territori in compagnia degli asini, considerati “fratelli minori” ma che registrano invece una maggiore presenza, e conoscenza, anche grazie a realtà come quella dell’Associazione Cavallino di Monterufoli e Asino amiatino che organizza trekking someggiati a Pomarance e ha portato in fiera due dei dodici asinelli dell’associazione.
Ma non è certo possibile, né mia intenzione, elencare qui le numerosissime attività, associazioni, realtà che la fiera propone, con i suoi 12 padiglioni, 6 aree esterne, 2.200 cavalli di 60 razze, 700 aziende espositrici da 25 Paesi e oltre 200 eventi in programma. Altri, qui su Cavallo2000, lo hanno fatto, in modo dettagliato e competente, e potete trovate tutti gli articoli di approfondimento.
Quello che volevo evidenziare in questo breve intervento è un altro aspetto, che ha dell’incredibile, per non dire di “magico”: i visitatori sono stati circa140mila, distribuiti appunto per 12 padiglioni, eppure… eppure arrivi e incontri come se fosse la cosa più normale del mondo una serie di persone, di amici, che non vedevi magari dall’anno precedente, come se ci fossimo dati un appuntamento preciso. Ed è per me la cosa più bella e il motivo principale per cui non rinuncio a questa fiera.
Anche se vedo cose sui cavalli e con i cavalli che mi fanno innervosire, anche se osservo aspetti che vorrei tanto fossero diversi, Fieracavalli resta indiscutibilmente e senza una logica spiegazione il luogo per eccellenza di incontri di anime affini, in quella confusione, in mezzo a migliaia di persone, incontrarsi, ri-trovarsi, quasi di “riconoscersi” e cercarsi, tra persone che parlano la stessa lingua, è come se tutto il resto sfumasse. Sembra appunto qualcosa che ha a che fare con la maglia, perché il caso non può essere davvero.
Ecco che ritrovo Maria Lucia Galli, la nostra instancabile direttrice, che non molla mai, sempre presente e guai se non lo fosse! Sentinella storica, di mondi che si sono trasformati eppure che ancora devono assolutamente conservare chi, come lei, sa tenere la barra dritta e far sentire la sua autorevole voce. E tanti amici di Cavallo2000: Stefania Pecora, con Umberto Gonella Pacchiotti, Annalisa Raduano e molti altri.
Ci piace il padiglione 10, ovvero la Horse Friendly Arena, che si concentra sul benessere del cavallo attraverso metodologie rispettose, e dedica spazio alla biodiversità delle razze italiane. Ritroviamo qui gli amici dell’Associazione del Cavallino di Monterufoli, Gulia Gaibazzi con la sua “Equitazione in armonia”, e i cavalli maremmani che sono diventati ormai protagonisti di questa fiera.
Dunque tanti gli incontri e, per forza di cose, gli “scontri” che Fieracavalli propone e suscita, il bilancio non è facile da fare, ma per me resta positivo il fatto di potersi dare appuntamento, con certezza, ogni anno qui, con la speranza che siano sempre di più le persone che hanno davvero a cuore il benessere del cavallo, per diffondere una visione che sia attenta all’aspetto etologico, per imparare a guardare con i loro occhi, a sentire con le loro orecchie, a ricordarsi che cosa dobbiamo a questi nobili amici, praticamente la nostra evoluzione, e al regalo immenso, prezioso che ci fanno donandoci la loro amicizia. Ricambiarli ascoltandoli e amandoli sarebbe il minimo. Non vi pare? Appuntamento allora al prossimo anno, a Fieracavalli, non occorre dirsi ora e posto precisi, tanto ci troviamo, e riconosciamo.























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