''Pratoni del Vivaro un paradiso in rovina''
Caro Direttore, Centro Equestre Federale in rovina. E' il titolo di un gruppo formatosi spontaneamente su Facebook e che ha raggiunto in pochi giorni 1800 aderenti. Conoscendo abbastanza la situazione (frequento il CEF ai Pratoni del Vivaro dal 1966), cercherò di analizzarla per fare chiarezza sui termini del problema. Vi sono aspetti normativi e legali, sportivi, organizzativi e gestionali.
Il CEF è di proprietà del CONI che l'ha concesso in gestione alla FISE per il conseguimento dei suoi scopi statutari (lo sviluppo degli sport equestri). L'ex presidente Croce aveva concordato l'acquisto dal CONI al prezzo di 10 milioni di euro da pagare in venti anni. Per questo sono state aumentate le quote delle patenti ma l'acquisto non ha potuto perfezionarsi perchè si tratta di area agricola, soggetta quindi al diritto di prelazione da parte dei confinanti coltivatori diretti
(sembra che ce ne sono). Il comune di Rocca di Papa prese l'impegno di variare la destinazione d'uso da agricola a sportiva.
Ma con l'avvento della presidenza attuale non se ne è fatto più niente.
Il centro è stato dalla FISE dato in gestione all'Equestrian Service srl. La cosa è possibile, sul piano legale, se l'affidamento avviene per meglio conseguire gli scopi sociali della FISE. Quindi, la FISE doveva continuare a conservarne la direzione ed il controllo. Questo non è avvenuto anche se alcuni rappresentanti federali hanno cariche nella srl. in evidente conflitto d'interesse. Quindi, sul piano legale, la situazione non è regolare e qualunque tesserato può chiamare in giudizio la FISE per rispondere dell'attuale degrado.
Sul piano sportivo, il CEF offriva un terreno sempre praticabile, impianti idonei per la preparazione e la pratica della disciplina del concorso completo, dell'endurance e dei cavalli giovani.
Nell'attuale situazione, non vi è una pista, il terreno è pieno di buche, la parte bassa non riesce più ad assorbire la pioggia quando piove, molti impianti (es. campo prova) sono stati costruiti nel posto sbagliato (impluvio delle acque) e con una tecnica sbagliata (drenaggio insufficiente e NON portato in piano) che li rende inefficienti e costosi perchè, ogni volta che piove, migliaia di euro dei tesserati in sabbia vengono portati nei canali di deflusso.
Quindi, la destinazione sportiva del CEF è da ridefinire tenendo conto della disciplina cui si intende destinarlo.
Sul piano organizzativo il CEF deve avere un direttore (l'ultimo fu il Col. Cisi) capace di rappresentare l'istituzione sul piano morale, tecnico e gestionale. Solo così si salvaguardano gli scopi statutari della FISE.
Sul piano gestionale, sono tanti anni che il CEF è in "picchiata". Perchè richiede una persona pratica di lavori di campagna e perchè, da quando è venuto meno il contributo del CONI e la gestione è a totale carico dei tesserati, i lavori devono essere fatti bene, in economia e "pensati" per una manutenzione facile e poco costosa.
Attualmente, i lavori vengono fatti male (ho visto sostituire dei pali della recinzione senza averli preventivamente incatramati- durata tre anni) e ad un costo altissimo.
Con una persona pratica di lavori agricoli (che può essere reperita in zona) si può tenere il CEF in perfetto stato spendendo la metà di quanto messo a bilancio attualmente(600 mila euro). Quello che è costoso ed inefficiente è il meccanismo della srl (società a responsabilità limitata).
I danni da neve derivano da una colpa: in campagna, tutti sanno che la neve va tolta subito dopo la nevicata perchè l'accumulo fa crollare qualunque manufatto.
Per concludere, è evidente che per cambiare gestione, bisogna prima cambiare l'attuale presidenza ed il sistema di potere che le ruota attorno
Cordialmente
CARLO CADORNA






















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