La mia storia con Tordo, cavallo ''sans papier''
HO INCONTRATO TORDO alla fine di giugno del 2006. Non immaginavo che sarebbe apparso ai miei occhi come un punto di riferimento. Avevo deciso infatti che il cavallo con il quale avrei diviso la mia vita di tutti i giorni avrebbe dovuto avere una personalità molto simile alla sua.E’ un bellissimo soggetto di razza spagnola di otto anni, castrato recentemente, poiché in Francia non avrebbe potuto avere nessun tipo di riconoscimento legale.
In effetti era nato in Spagna in un ottimo allevamento . Uno di quelli che per tradizione sono soliti non vendere i soggetti “migliori”.Era quindi stato messo in vendita sul versante francese dei Paesi Baschi all’insaputa del suo proprietario che ne aveva invece comandato la morte…. Il nuovo acquirente di questo “sans-papier” lo aveva messo in un territorio a lui adiacente insieme alle sue giumente con il ruolo di riproduttore. Tordo aveva allora vissuto dei giorni felici e prodotto una discendenza che si annunciava numerosa.
Qualche anno dopo però il suo proprietario aveva cercato invano di montarlo e non riuscendovi aveva deciso di farlo castrare. E’ stato allora che me lo hanno presentato.
Era stato inserito senza alcuna attenzione in mezzo a una trentina di cavalli dei quali circa una ventina formavano un branco stabile e chiaramente gerarchizzato da anni. Questo bel gruppo soggiornava per due mesi in un vasto pascolo che attraversava un bosco.
La pressione fu ovviamente molto forte su questo nuovo arrivato che presentava ancora un atteggiamento da stallone e rappresentava, quindi, un potenziale rivale.
Tordo cercava di rispondere al proprio istinto che lo spingeva a mettere insieme qualcuna delle giumente che aveva recentemente conosciuto e corteggiato. Una delle principali attività e responsabilità di uno stallone in seno ad una famiglia equina è infatti quello di riunire il proprio gruppo al fine di conservare la coesione sociale.
Al mio arrivo non mi sono occupata di lui. La mandria infatti era destinata a fare un viaggio in montagna ed occorreva che una ventina di cavalli fossero riaddestrati e resi operativi, cosi come accadeva tutti gli anni in quel periodo dell’estate. Il lavoro quindi non mancava. Osservai Tordo come altri dieci cavalli appena arrivati nel gruppo. Egli cercava «gentilmente» di formarsi una famiglia, ma anche gli altri dieci nuovi equini avevano lo stesso obiettivo. Non ostentava una grande violenza nei suoi combattimenti, ma piuttosto una dolce ostinazione e molta perspicacia. Non faceva che attizzare l’aggressività degli altri. Mollava la presa nel momento del confronto più energico, ma riappariva un pò piu tardi, tentando un nuovo approccio presso le sue prescelte che cercava di togliere ad un altro capo branco. La vita di un cavallo dominante non è certo di tutto riposo: un colpo ben assestato, una ferita profonda e questi sfortunati perdono la propria famiglia. E’ per questo che al fine di evitare il più possibile delle ferite gravi, gli stalloni spesso simulano dei combattimenti e adottano la strategia dell’intimidazione rituale. Un comportamento che offre ad un osservatore discreto e paziente una danza inattesa e molto espressiva.
DOPO UN PRIMO CONTATTO ravvicinato con lui ( longia, governo della mano, vermifugo, vaccino) centrai il problema. Tordo non aveva confidenza nell’uomo e questo particolarmente nel lavoro montato. Mi era stato presentato dal suo proprietario come un cavallo pericoloso, che non poteva essere montato se non da un cavaliere molto esperto. Presi dunque le mie precauzioni e decisi di iniziare un’educazione etologica al fine di porre con chiarezza le fondamenta di una buona comunicazione.
Ed ecco la sorpresa! Tordo ha dimostrato subito un grande interesse per ciò che gli proponevo. La relazione (che è la concretizzazione di un interesse reciproco che si manifesta attraverso una costante attenzione) si è installata molto rapidamente. Tordo ha ritrovato una vita piacevole, a maggior ragione perchè la pressione in seno al suo branco era molto forte. Io gli dovevo apparire come un punto di riparo benevolo con il quale poteva instaurare una relazione di confidenza. Ho cercato di dare prova di un atteggiamento costantemente giusto (il che esclude sia una indulgenza permanente che una fermezza solo di principio), il tutto attraverso un linguaggio chiaro. Mi e parso che la mancanza di confidenza con l’uomo fosse soprattutto focalizzata sul lavoro montato. Il problema che appariva in superficie non era però che una conseguenza del vero problema che non fu complicato risolvere. E’ stato sufficiente mettere l’accento sulla fiducia e sulla desensibilizzazione e in una settimana di lavoro a terra il problema era eliminato.
L’avventura non era però finita. Tordo non è soltanto un allievo eccellente, ma si è anche rivelato un cavallo particolarmente intelligente e facile. E’ stato uno dei miei partners migliori. Mi ha condotto lungo un cammino intellettuale che non mi sarei mai sognata di percorrere. In brevissimo tempo ha manifestato molta creatività nel suo lavoro e nei suoi giochi alla corda, ma ancora di più in quelli in libertà. Era emotivamente ricco e mi proponeva di giocare con tutta la sua ricchezza emotiva. Io percepivo la sua ricchezza e accettavo di giocare ai giochi che mi proponeva seguendo il grado di rispetto e di sicurezza che ciò poteva determinare. Avevamo una interazione costante,:comunicavamo. Tordo non è un cavallo difficile o pericoloso, apparteneva soltanto ad una persona che aveva acquistato dei cavalli senza conoscerli e senza avere la capacità di addestrarli. Questa carenza di preparazione equestre aveva fatto si che il proprietario in questione sviluppasse un atteggiamento aggressivo che aveva reso malfidato il cavallo. Si era così instaurata una spirale senza fine. In Tordo non era stata però modificata la voglia di vivere. Non aveva conosciuto delle grandi sofferenze né fisiche né psicologiche, almeno non tali da segnarlo profondamente.. Aveva fruito di una vita equilibrata, ricca e in un certo senso tranquilla. Tordo non era stato rimproverato, ferito, sottomesso….
Abbiamo alternato, durante l’estate viaggi e passeggiate. Illuminava le mie giornate. All’inizio dell’autunno siamo partiti per diversi giorni girovagando sulle montagne dei Paesi Baschi insieme a due suoi amici. Si è mostrato tranquillo, rilassato, all’occorrenza coraggioso, equilibrato, muovendosi sempre con passo vigoroso. Sapevo di stare vivendo dei momenti preziosi, nell’armonia e nel rispetto reciproco. In libertà al mio fianco o vibrante sotto la sella. Ho veramente sentito in quei giorni in modo incessante questa armonia.