Il blu di una giubba, il nome di una cavalla e.. affiorano i ricordi
Se ne va anche la giubba blu ….. Tutto il materiale di casa Wildenstein , come è noto , è stato ceduto da Diane , la figlia di Alec, per fortuna ad un’altra maison storica del galoppo mondiale, Wertheimer. Ah la giubba blu , già come quella di casa Rothschild oppure Palmieri in Italia. In attività resta soltanto quella con il berretto giallo della famiglia Rothschild ed anche in questo caso le radici sono profonde, affondano nella seconda metà dello 800. Fu Nathan il primo Wildenstein ippico, correva l’anno 1871, giusto uno dopo la disfatta di Sedan e Nathan nonostante la origine alsaziana scelse di restare francese, si trasferì a Parigi, fondò la impresa di famiglia dedita al commercio di opere d’arte e contestualmente diede il via all’altra azienda anche essa dedita, alla creazione in questo caso, di opere d’arte, tali sono incontrovertibilmente i cavalli da corsa al galoppo.
Non fu forse Federico Tesio artista immenso e degno di Cezanne, Matisse , Modgliani o Picasso ? Lo furono anche tutti i membri della famiglia Wildenstein da Nathan in poi, coevi e in relazione appunto con i Maestri citati. A Nathan successe Georges ma è chiaro che, per chi ha gli anni giusti e la fortuna di averli avuti, è stato Daniel il punto di riferimento magistrale, gigantesco ( poi toccò ad Alec e infine a Diane).
Daniel ci ha fatto amare la “casaque blue” e i suoi immensi campioni. Daniel è stato, lui come altri sia chiaro, la proiezione del sentimento, del comune sentire, del retroterra culturale, di una intera generazione di appassionati che possedevano quei fondamentali giusti che, purtroppo, ci sembra di vedere progressivamente un po' smarrire. Nella azione di Daniel Wildenstein e di quelli come lui ci siamo sempre specchiati e sentiti come partecipi , sovente abbiamo amato alcuni suoi alfieri in maniera viscerale. Una su tutti , la divina Allez France. Ah, quanti ricordi, che immense gioie ed anche qualche terribile dolore.D’accordo , la figlia di Sea Bird ha occupato ed occupa un posto privilegiato nei nostri cuori ma quanti eroi campioni casa Wildenstein ha regalato al Turf mondiale ! Impossibile , sia pur fugacemente, non tentare un breve elenco….. Diamine, quattro volte l’Arco di Parigi con Allez France, All Along, Sagace e Peintre Celebre ma che campioni furono anche Pawneese che vinse le King di Ascot e noi eravamo in tribuna quel pomeriggio, ed ancora Madelia, Don, Lianga, Flying Waters, Broadway Dancer, African Sky, Paulista, Walensee, Acquareliste, Epervier Bleu, Pistolet Bleu, Crow, Bigstone, Waya e ci limitiamo a quelli che ancora, rileggendo i loro nomi , ci provocano un fremito, tralasciando gli straordinari successi anche in Ostacoli o al Trotto …… beh almeno ricordare Kotkijet nel Grande Steeple di Paris e Cocktail Jet Kesaco Phedo nell’Amerique. Guai dimenticare.
Allez France e cosi incominciano ad affiorare le immagini apparentemente sbiadite ma poi sempre più nitide di un periodo strabiliante del Turf mondiale che abbiamo avuto la gioia di vivere partecipi. Quegli anni che furono all’inizio dominati dalla sfida massiccia americana …… santo cielo, Guest, Mellon, Bunker Hunt , Enghelard che tradotto significava Gyr ( il nostro figlio di Feria e, guarda un po', Sea Bird) Mill Reef, Dhalia, Nijinskij cosi per ricordarne solo alcuni.Poi ma verso la fine degli anni 70 divenne dominante la presenza vincente delle grandi formazioni Arabe, il Principe che abbiamo amato e che ci ha lasciato Frankel l’immenso, gli Sceicchi del Dubai e poi gli altri. Sempre e meravigliosamente Regina unica dei nostri cuori Sua Maestà Elisabetta, imperatrice del Turf….. ah il cappello appena acquistato a Newmarket lanciato in aria, da noi come da ogni appassionato presente e urlante di gioia, mentre Highclere dominava Poligamy ( la nostra scommessa) nelle Ghinee , Dumfermline ad Epsom e Doncaster, quel Blue Ribbon sempre negato, quella tribuna stampa anni 70 che lambiva a contatto il box reale e ti sentivi quasi di casa , convinto, chissà, anche di aver ricevuto un sorriso….. Allora Sangster e Vincent O’Brien il nucleo iniziale del mitico Coolmore…. Mamma mia quanti trionfi con Lester ….. Sir Ivor, Nijinskij, Roberto, The Minstrel, Alleged , perdiamo i conto ….. e poi i nostri.
Che epopea gli anni 70 con al centro anzi in testa Carlo Vittadini e Carlo D’Alessio che poi volevano anche dire Walwyn e Eddery, Cecil e Gianfranco e poi Mercer con Lester ed anche Luca Cumani…. Li ricordate ? Ortis e Orange Bay cesellati in Italia da casa Benetti, Grundy, Patch, eh si quattro derby europei, tre vinti e uno ceduto a Val de Lorne, ancora non ci crediamo, per una corta narice e nello stesso anno, oppure Bolkonski, Wollow, due Ghinee di fila e non succedeva da 130 anni, Le Moss, Valeriga, Tolomeo ….E tutti gli altri italiani, allevatori, proprietari, allenatori e fantini che poi fecero grandi anche gli anni 80. Che stagioni stupende, indimenticabili, sono state quelle appunto della Divina Allez France ( che nome fantastico) che vuol dire anche quelle di Angel Penna, trainer pazzesco e geniale, coraggioso succeduto a Klimsha, ma soprattutto il decennio di un fuoriclasse assoluto, un jockey gigantesco, Yves Saint Martin, oggi 82 anni. Che tenerezza rivederlo nel filmato post Marois in premiazione con Lanfranco.
Ah, Yves quante emozioni, che fantastiche invenzioni, la perfezione, la Rolls Royce dei fantini, la leggenda racconta che se mettevi una moneta in equilibrio sul posteriore di un cavallo da lui montato non sarebbe mai caduta…. Lo stile assoluto come la eleganza. Beh, indimenticabile quel pomeriggio quando giocò al gatto con il topo nell’Arco di Trionfo e il topo erano Lester e Nijinskij . Yves montava Sassafras e come il cinese del proverbio attese sulla riva del fiume che si consumasse la storia del rivale per divorarlo nel momento giusto, cotto a puntino. Ah Yves : Epsom a 22 anni con Relko grazie al Maestro prediletto , Francois Mathet , visto da vicino ma al quale mai abbiamo osato rivolgere la parola, troppa emozione. Per Yves poi quattro volte Arco, 12 Poules tra maschi e femmine, 5 Diane, 6 Ganay, 7 Vermeille ma anche tre Ghinee, tre Champion, due Coronation, due King George, due oaks e un St Leger, il Derby di Irlanda e da noi il Milano di Rouge Sang. Chapeau Maestro. Va da se che è stato lui il demiurgo di Allez France, regina di Longchamp. Eppure proprio 50 anni fa e sulla sua pista ( non amava viaggiare , a differenza della rivale Dhalia) la nemesi storica consentì a Lester Piggott di consumare la sua vendetta proprio nell’Arco di Trionfo.
Tre anni prima la umiliazione in sella a Nijnskij, un Arco che sembrava stregato e che gli mancava, quel pomeriggio e noi , con i tanti amici di sempre , eravamo in tribuna ed ecco il piatto freddo , gelido della vendetta. Capolavoro in sella a Rheingold a cui Lester aveva negato Epsom con una magia in sella a Roberto, ( quella famosa del metro prima battuto, del metro dopo battuto ancora ma sul palo primo di un muso) . Si, quel pomeriggio abbiamo avuto la fortuna di assistere ad uno scontro tra Titani del Turf , un qualcosa di assoluto, paradisiaco.
Lester immenso in proiezione offensiva da quasi subito ( anticipo della magistrale doppia lezione da sollucchero in sella ad Alleged) , tolse la sete ad Yves e ad Allez France con il prosciutto. Via sempre in souplesse ma davanti con qualcosa da spendere che solo lui sapeva . Yves che trovò , con un pizzico di fatica la posizione, esplose nel finalissimo, boato dei 40 mila ma Lester e Rheingold proprio in quel momento buttarono sul piatto lo scatto finale che fece la differenza . La Reine sconfitta, terzo fu Hard to Beat , derbywinner francese se la memoria non ci tradisce.
Ricordo che noi come gli amici , anche poi nella canonica cena serale ( si ripartiva con calma il lunedì in tarda mattinata), fummo come combattuti tra due sentimenti contrastanti : l’amore e quindi il dolore per Allez France, la ammirazione infinita per i capolavoro di Lester . Di sicuro la consapevolezza di aver assistito ad una corsa epocale, chissà forse quel giorno , è quasi eresia dirlo, forse Yves e Allez aspettarono un filino di troppo magari per eccesso di confidenza.
Ah, la meraviglia delle corse. Quella fu mezza delusione ma qualche settimana dopo fu tragedia per tutti noi accorsi a Newmarket per le Champion ( saprete tutti che fino a qualche anno fa e per quasi un secolo e mezzo le Champion si sono disputate nella pista cara a Giacomo primo). Anche economica perché sotto la pari ci sembrava davvero una rapina la vittoria a Newmarket nelle Champion per la tre anni. C’è poco da fare , la famosa corsa in più è implacabile e non ti da scampo….. Roberto per il Brigadiere a York, come accadde a Grundy, Lorenzaccio per Nijinskij nelle Champion e quel pomeriggio per la nostra eroina che non smaltì le tossine di quel recupero su Rheingold, fu implacabile Hurry Harriet, ottima per carità, già preceduta nel Vermeille e allenata da Paddy Mullins ma abbiamo rimosso il fantino.
Ci volle molto tempo per rimuoverci dalla balaustra in alto nella tribuna e farci tornare alla vita. Tragedia che si ripetè ma noi per fortuna non ci eravamo, due anni dopo quando Rose Bowl , stra campionessa da Habitat, sconfisse di nuovo Allez cinquenne. Pensare che Hurry Harriet era una figlia di Jirrah jr, il Ribot che ripeteva Molvedo essendo figlio di Ola , una Nakamuro per di più con Navarro nonno materno. Beffa nella beffa, per noi. Il trionfo parigino arrivò un anno dopo nel 74 ma mica fu facile…. Una testa alla fine e tutti noi con 130 di minima per una buona mezzora , tranquilli stavolta Yves aveva fatto magnificamente i suoi conti ed andò a fulminare Comtesse de Loir e poi terzo Margouillat. Beh, ci mancherebbe pure…..
Il fatto è che di solito, nella sua Longchamp la Reine amava vincere facile e quando lo speaker annunciava ….. c’est Allez France che prend l’avantage…. Saliva al cielo un boato pazzesco. Tutti i francesi hanno amato la cavalla per la quale Daniel Wildenstein aveva scelto il nome migliore e che fortuna averlo dato a questo acquisto ( la allevò il Bieber Jacobs stable) e non ad altre cavalle. Il fascino di Sea Bird ( a conti fatti, alla fine meno probante in razza di quanto atteso) era ancora straordinario, il figlio di Dan Cupid e Sicalade vinse Derby e Arco, il Racehorse, il super timeform finale gli diede 145, il massimo in quei tempi e quelle valutazioni. Per farvi una idea a 144 ci sono Ribot e il Brigadiere cosi siete serviti. Allez France ebbe 136 . Certo, pedigree costruito in laboratorio, sezione materna Hail To Reason, Turn To , Royal Charger , Nearco ma anche Man o’ War attraverso War Admiral. Insomma una campionessa annunciata. Eccome se lo fu e da 1600 a 2400, per gli standard tesiani il massimo. In razza zero, fu troppo grande lei per lasciare qualcosa ai figli. Pensare che la famiglia era quella straordinaria di La Troienne con Searching , seconda madre, iper vincitrice di pattern americane.
La nostra amata Allez France ha corso alla fine da due a cinque anni 21 volte, ha vinto 13 corse, 5 volte è stata seconda o terza, quindi solo tre volte ha deluso , una fu nel terzo Arco…. Male male. Quel giorno fummo attoniti due volte, una d’accordo perché Lei non si piazzò, poi comunque fu seconda nelle Champion e che classe, poi perché assistemmo ad uno slalom degno di Tomba operato da uno strabiliante Star Appeal, laureato di Milano e figlio di Appiani e comunque a segno anche nelle Eclipse. Era a 120 contro uno e chiaramente non fu la nostra scelta. Con Greville Starkey in sella sconfisse On My Way e Comtesse de Loir. Mettiamo ordine . Allez France in pattern vinse il Boussac, allora criterium, le Poule, il Diane, il Vermeille, l’Arco, due volte il Ganay e l’Ispahan, tutti gruppi uno. In piedi e giù il cappello. Poi fu prima anche nello Harcourt e nel Dollar e, a cinque anni prima del nefasto Arco anche nel Foy sconfiggendo il nostro Duke of Marmalade che aveva vinto a il Deauville con Sergio Fancera, tolto poi da Commissari.
Fu in occasione del Foy che in settimana alle Capannelle Giorgio Giubilo impartì , a noi e a Bruno Bucci, severa lezione di tecnica di corse. Noi si pensava che essendo finiti a meno di due lunghezze da Allez France, potevamo considerare lusinghiera la prestazione del Duca. Invece Giorgio ci spiegò che per valutare un cavallo devi sempre considerare quelli che hai dietro e non davanti e siccome dietro c’erano due modesti la prestazione andava considerata tale. Lezione cattedratica, come quelle che ci impartiva il sommo Cesare Mercalli e delle quali sempre abbiamo fatto tesoro. Passando alle piazze ecco , per la nostra campionessa, il famoso secondo dietro Rheingold, i due posti d’onore nelle Champion, roba di primissima dunque ed anche un terzo in un Ispahan, brutto perché dietro a Ramirez e Mariacci , beh ogni tanto può pure capitare. Come nel Lupin a tre anni, contro prestazione primaverile, non vale. Invece non dimentichiamo che a quattro anni è stata imbattuta come anche a due.
Infine una notazione insieme tecnica e di costume, gli anni 70 e in parte anche gli 80 nell’Arco furono gli anni delle grandi femmine, tra vittorie e secondi posti : Park Top, Pistol Paker, San San, Comtesse de Loir, Ivanjica, Trillion, Three Troikas, Detroit, Gold River, Akyida, All Along, Tryptich….. Che Meraviglia e tra costoro la Reine Allez France, un privilegio averla potuta vivere !