Buon anno ai cavalli... Sperando
che nessuno offenda mai Caprilli
NEL PASSARE del tempo vi è la crescita esponenziale delle esperienze umane. In questo modo la storia continua, la civiltà si evolve, l’uomo progredisce e si raffina nelle sue scelte di vita. Per questo possiamo dire di vedere un buon rapporto tra uomo e cavallo nell’ultimo periodo storico, con grande conoscenza e soprattutto rispetto verso il nobile amico dell’uomo. Il cavallo da sempre ha rappresentato qualcosa di più che un semplice animale da compagnia: compagno di vita, per la guerra o di lavoro. Il cavallo nella nostra storia è stato fianco dell’uomo e lo ha condotto nella sua evoluzione. E’ giusto oggi rendergli merito attraverso una sempre maggiore ricerca della sua tranquillità, del suo benessere, della sua rispettabilità. La cultura equestre ed allevatoriale inizia a vedere il cavallo come un essere vivente insieme al quale raggiungere determinati obiettivi piuttosto che come animale da sottomettere e dominare per puro scopo. Il passaggio di questa filosofia è lento e tormentato ma il processo è già iniziato, si sta espandendo e sta “galoppando” nelle culture equestri mondiali.
Il piacere di far equitazione rispettando il cavallo ha prodotto grandi linee di pensiero che, per paradosso, si rifanno a grandi maestri del passato che troppo spesso sono stati dimenticati o conosciuti poco e male. La scuola d’equitazione che sta diventando sempre più popolare nel terzo millennio (come insegnamento aperto ed esteso a molte persone) è sempre più proiettata all’insegnamento caprilliano. Di quell’Ufficiale di Cavalleria, Federigo Caprilli appunto, che dall’Italia propose e concettualizzò l’equitazione moderna nel mondo alla fine del diciannovesimo secolo e che oggi è preso come riferimento, insieme a coloro che elaborarono la sua teoria, per tutte le culture equestri.
UN SISTEMA che non appartiene al passato, come potrebbe pensare qualcuno, ma che grazie alle straordinarie intuizioni del padre dell’equitazione moderna e ai perfezionamenti introdotti dai suoi successori, si conferma oggi come la più raffinata e vincente tecnica equestre mai utilizzata. Una tecnica che consente al cavaliere d’essere veloce e competitivo in gara, restando “insieme” al cavallo in qualsiasi situazione, una tecnica vincente proprio perché rispettosa del cavallo.
La conoscenza di questo sistema non può essere riservata a pochi, ma deve diventare nuovamente un patrimonio condiviso da tutti. Istruttori e tecnici equestri devono essere portati verso la conoscenza delle basi dell’equitazione moderna e deve essere incentivato il lavoro con i bambini per promuovere, far recepire, capire e radicare sempre con maggiore incidenza l’equitazione detta “naturale”. La leggerezza, la tranquillità, l’essere a cavallo, anzi in sella, morbido e non invasivo creerà i campioni del futuro e farà si che questo sport, meraviglioso, sia sempre più alla portata di tutti e non riservato a poche persone in grado di praticarlo correttamente.
Iniziare il nuovo anno con questa filosofia, portarla sempre più a conoscenza di chi si è avvicinato al cavallo senza essere messo a conoscenza che leggerezza e rispetto sono la base per una buona equitazione (soprattutto quella di campagna) sarebbe già un bell’inizio. Sembra, grazie a persone capaci che agiscono sul territorio e alla loro politica di promuovere sempre più la conoscenza e l’amore per il cavallo, che risultati apprezzabili possano giungere. Buon anno nuovo, nel crescente rispetto del nostro nobile amico: il cavallo.