Appello alle Istituzioni: L'Auriga non deve morire!
SOLDI? Anche, grazie, ma quello che L’Auriga chiede è un riconoscimento di quanto costruito in 18 anni di attività.
Dopo l‘improvviso annuncio della chiusura entro fine anno, il caso L’Auriga fa discutere, “segno questo – commenta la presidente Angelini- che il nostro centro di riabilitazione e attività equestri integrate è conosciuto e stimato”.
Il lancio sul blog, una settimana fa, ha visto 800 palline virtuali appese un albero di solidarietà e gli incoraggiamenti di tanti a non mollare. Una conferenza stampa alla sede del Cesv – Centro servizi volontariato del Lazio ha raccolto le voci e le testimonianze a sostegno di un’esperienza quasi ventennale.
Nicoletta Angelini ha illustrato la situazione del Centro che ha creato e dirige: oggi quaranta gli utenti disabili e altrettanti “normodotati”, dieci operatori da anni in campo a garantire servizi di qualità, diciotto cavalli e cinque asini: una realtà consolidata che sta per concludersi, in mancanza di attenzione e continuità da parte delle Istituzioni.
Le famiglie però non ci stanno e si mobilitano in difesa dei loro ragazzi, ma anche in modo più ampio per il valore dell’esperienza portata avanti a l’Auriga: “Fuori da una logica ospedaliera - racconta Irene madre di un giovane artistico - si riesce a immaginare un futuro per i propri figli, a vederli come persone passibili di sviluppo e non solo come pazienti”. Dopo l’esperienza di Anni Verdi “che ha chiuso da un giorno all’altro – ha aggiunto Irene – attraverso il passaparola abbiamo trovato L’Auriga e visto la differenza Non possiamo accettare di dover rinunciare a un posto così bello, dove un ragazzo come mio figlio potrebbe realizzare il sogno di lavorare, all’aria aperta e tra i cavalli liberi”.
Pietro Barbieri, presidente Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap) allarga il discorso alla realtà laziale e nazionale, ricordando come, a fronte di fondi via via più scarsi, manchino talvolta politiche sociali in grado di indirizzarli verso esperienze innovative. “Non necessariamente - ricorda e ribadisce - serve una legge nazionale per riconoscere realtà sociali come quella de L’Auriga: basterebbe che se ne occupasse la Regione, come è già accaduto altrove”. Chiude Francesca Danese, presidente Cesv: solidarietà e sostegno a L’Auriga, anche in vista di future iniziative.
Infine la domanda concreta: cosa serve a L’Auriga per restare e continuare nel suo impegno per l’integrazione?
Quello che Angelini chiede con forza è qualcosa di semplice ma forse più impegnativo del sostegno economico: un riconoscimento da parte delle Istituzioni del lavoro fatto fin qui e del progetto innovativo portato avanti dall’associazione. Garanzie per gli utenti come per gli operatori perché, dice, “come si fa ad aiutare qualcuno con la professionalità di sempre, quando si teme per la propria qualità di vita?”.
Ovviamente una boccata di ossigeno aiuterebbe, dopo i grossi problemi e intoppi burocratici che hanno colpito l’associazione ma, ribadisce la presidente, “i soldi senza la dignità non ci servono: se ci verrà riconosciuto un lavoro di valore, ci saremo, anche con difficoltà. Non possiamo però andare avanti senza sapere se c’è un interlocutore che dia continuità e quindi significato ai nostri servizi”. Aspettando la Befana, l’appuntamento è in Rete, www.lauriga.it