Antidoping, l'ipocrisia di commercianti e veterinari
Gentile Sig.ra Galli, leggo sulla stampa internazionale le notizie sull'assemblea FEI di novembre ed ho la conferma che l'ambiente del cavallo sia nelle mani dei commercianti (Ian Tops, Pessoa etc....) e dei veterinari. Pretendono che le nuove altissime soglie di dosi terapeutiche siano per il benessere e la cura del cavallo.
Quando si vuol curare bisogna anzitutto fare una diagnosi precisa individuando l'articolazione interessata. Questa può essere curata con antinfiammatori( sale di lisina, artiglio del diavolo, arnica) ad uso locale che non hanno alcuna controindicazione abbinati ad un lavoro che tenga conto delle necessità di recupero. Questo richiede mesi, a volte anni.
L'uso della butazolidina per via generale non cura ma nasconde il dolore alzandone la soglia.
E' implicito che il cavallo, impiegato in gara con la soglia del dolore modificata, è soggetto ad ulteriori lesioni. Quindi, la nuova disciplina non serve al benessere dei cavalli, a meno che per questi poveri animali il destino non preveda che saltino comunque, anche se fisicamente tarati.
Per quanto riguarda l'ippica, cosa si aspetta a regolamentare l'uso della frusta?
Basterebbe stabilire che possono essere date solo due frustate, eventualmente ripetute ma non in successione. Ne guadagnerebbe lo spettacolo ed anche i fantini perchè sono pochissimi quelli che sanno usare la frusta senza mettere fuori equilibrio il cavallo. Il paradosso della situazione è che quelli che pagano (gli appassionati-amateurs) non contano niente. Decidono tutto quelli che ci guadagnano(alcuni commercianti-alcuni cavalieri-alcuni veterinari). Solo i media possono far uscire il mondo del cavallo da questa empasse suicida.
Perchè nel futuro ci sarà posto solo per ecologia ed etologia.
Voglia accogliere le espressioni della mia ammirazione
CARLO CADORNA





















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