Stati Generali dell'ippica, l'Irlanda boccia l'Unire
L’IRLANDA non ha il minimo dubbio. La grave crisi che tormenta l’ippica italiana si chiama Unione Nazionale Incremento Razze Equine. E’ stato molto chiaro Brian Kavanagh nella sua audizione agli Stati Generali dell’ippica (Biblioteca del MIPAAF a Roma), la seconda delle tre previste nel pomeriggio di martedì 17 febbraio.
Irlandese al mille per cento, Kavanagh è presidente dell’Horseracing Ireland nonché presidente del Comitato Europeo per la pattern races di galoppo (grandi corse internazionali). A suo avviso, l’Unire ha il novanta per cento delle responsabilità. Troppi cambi al vertice dell’Ente che governa le corse dei cavalli nel nostro Paese. Mancanza di interlocutori tecnicamente validi. Troppi regolamenti emanati senza un criterio veramente organico. Inaccettabile ritardo nel pagamento dei premi, cosa che ha disgustato i proprietari di scuderia…. Problemi da tutti conosciuti e in apparenza impossibili da risolvere come la quadratura del cerchio. Problemi che più di ogni altro angustiano l’attuale Consiglio di Amministrazione come un pesantissimo fardello ereditato da altri.
Con queste premesse, non c’è davvero da meravigliarsi se il nostro Derby di galoppo sia stato declassato da corsa di gruppo 1 a corsa di gruppo 2 (per inciso, nessuno dei presenti ha avuto il coraggio di fare una domanda diretta al presidente del Comitato Europeo per le pattern races…).
Kavanagh ha poi illustrato la situazione dell’ippica nel suo Paese (ove di fatto esiste solo il galoppo). L’Irlanda nel biennio 2000-2001 ha vissuto la sua brava crisi in piena regola ma è riuscita a venirne fuori con la creazione appunto dell’Horseracing Ireland, alle dipendenze del ministero dello sport e del turismo, e con l’elaborazione di un primo piano strategico per il periodo 2002-2008. La crisi era determinata soprattutto da un mercato delle scommesse fuori controllo e soprattutto dalla mancata cooperazione tra governo e ippica.
Nel piano strategico le “cose da fare” erano 42. Ne sono state fatte 34 e gli irlandesi sono contenti anche perché sono stati toccati i traguardi principali: aumento dei premi, miglioramento degli ippodromi e creazione di un totalizzatore con annessi prelievi. E’ per ora nel cassetto, considerata la situazione mondiale dell’economia e della finanza, il secondo piano strategico per il periodo 2009-2016.
L’allevamento dei cavalli purosangue in Irlanda è una “industria nazionale” che garantisce il pane a 16.500 famiglie. Ogni anno nascono 12.000 puledri (mentre i bambini che nascono sono 60.000) e il 50 per cento di essi viene esportato in 40 Paesi. Cifre che si commentano da sole.