''Soldi all'ippica: cronaca di un sì surreale''
Caro Direttore, l'altro giorno al ministero dell'agricoltura eravamo in tanti. Troppi, come al solito. Al secondo appuntamento in tre giorni, convocato dal Ministro Catania, ci viene presentato un documento che raccoglie proposte di riforma delle scommesse che non convincono nessuno: confuse in merito agli interventi e poco incisive nelle modifiche delle percentuali. L’unica eventuale consolazione è che dimostrano un certo sia pur minimo impegno di qualche poco abile “tecnico”, ma per il resto tutto più che perfettibile. Per quello che concerne il problema economico (montepremi e non solo) ci viene sottoposta una specie di formula di “finanza creativa” che mette a disposizione nell’immediato risorse che diminuiscono il nostro dramma di un 20% scarso per i prossimi 50 giorni, poi si vedrà. A bocce ferme null’altro, poiché i 35 milioni che si ipotizza di recuperare e destinare a montepremi erano già nostri da anni, ma erroneamente (o colpevolmente?) considerati un debito anziché un credito.
QUANTO SOPRA esposto viene definito come un enorme sforzo in un momento di difficoltà come quello italiano, e ci viene chiesto di aprire un credito nei confronti di chi ci governa, ovvero un Ministro e un Commissario Governativo (certo dottor Varrone che personalmente è la prima volta che vedo e che sento, nonostante la mia assidua partecipazione alla “cosa” ippica…) che non solo hanno assistito inermi allo “scippo” fattoci dietro decisione del Ministro Romano (117 milioni destinati all’ippica e dirottati chissà dove), ma si sono guardati bene dall’avvisarci, esponendoci ai guai che tutti conosciamo.
Iniziano gli interventi e, come al solito, trasgredendo all’accordo fatto prima di iniziare la riunione che prevedeva un confronto tra tutto il comparto prima di dare risposte, c'è chi prende la parola e comincia a tessere le lodi per tutto l'insieme del progetto di decreto, facendo fuga in avanti e proponendo l'avvio delle corse.
I rappresentanti del Ministero e dell'A.S.S.I. ci lasciano comunque soli per discutere ed inizia una bagarre mica da poco: gli ippodromi, o parte di questi, che vogliono riprendere l'attività, alcune associazioni possibiliste, altre assolutamente convinte che sia opportuno sostenere gli emendamenti (mancano solo pochi giorni alla discussione in Senato) e poi, eventualmente, ripartire.
Tra quelli più convinti del prosieguo dell'astensione ci sono: Assogaloppo, U.N.A.G. (per voce di Riccardo Menichetti, Vice di Pessi il quale, seppur presente, tace) A.G.I.T. (Sabina Breccia Vice presidente), A.R.T.I. (Roberto Faticoni) e U.N.P.C.P.S. (Mario Masini). Altri non prendono posizione evidente, a parte Molteni (gentlemen galoppo) che dice di aprire con fiducia il “credito” e ripartire, e Pio Bruni, Presidente della S.I.R.E. (?) che, mi scuso, ma non credo sia un'associazione di categoria.
QUESTO E' QUANTO avvenuto: il galoppo, dichiaratamente in accordo sul mantenere alta la guardia per spingere gli emendamenti, prepara un documento nel quale dice più o meno: “Caro Ministro, ti ringraziamo per quanto stai facendo ed il credito da te richiesto ti verrà confermato dalla prossima settimana, cioè il giorno dopo la discussione in Aula degli emendamenti, poiché abbiamo assoluto bisogno di soldi veri e non virtuali”.
Parto la mattina successiva da Roma e arrivo dritto a Pisa, dove, dopo faticosa ma proficua assemblea, pare che la maggioranza sia convinta dell'astensione fino a mercoledì e della eventuale lettera-comunicato. Verso la fine dell'assemblea Elisa Castelli (giustamente) chiama il suo Presidente Ovidio Pessi e chiede se sia vero che l'U.N.A.G. è d'accordo con quanto detto, e Pessi risponde di no, che lui ha dato mandato ai suoi su Roma di correre. Incredulo chiedo che mi sia passato il telefono: “Ovidio ma che fai? Sei impazzito? Ieri non hai aperto bocca, mentre il tuo Vice urlava con me (per una volta uniti, tanto che gli ho fatto i complimenti..) e oggi rompi il fronte?” “Ho parlato con Pier Luigi D'Angelo mi ha detto che è meglio correre” “Ma cosa c'entra D'Angelo? Se parli, come sempre hai fatto, con Masini dal quale ti sei fatto sempre “guidare” nella Consulta (C.I.A.G.) ti confermerà l'opportunità di tenere duro!” “ Mi dispiace, ma i miei corrono”.
In quell'istante la Breccia mi raggiunge al telefono (di Mariotti perchè il mio intanto era morto) e mi conferma che D'Angelo è riuscito a rompere il fronte anche in qualche ippodromo del Trotto. A quel punto richiamo l'assemblea e sciolgo la riserva sulla dichiarazione partenti: non posso rischiare che una piazza si astiene mentre altre corrono.
La frittata è fatta ed il comunicato che segue a tarda sera, raccoglie i cocci, per dare un'immagine meno meschina della nostra realtà.
COSA SUCCEDERA' ORA? Il 15 prossimo dovranno discutere gli emendamenti e...che Dio ce la mandi buona, poiché il messaggio che potrebbe drammaticamente passare è il seguente: l'Ippica, dopo 40 giorni di astensione ha avuto convocazione dal Ministro, ha accettato le sue proposte ed è ripartita. A questo punto perchè dovrebbero destinarci 40 o più milioni?
Cosa non dovrà mai più accadere?
Che l'Ippica si presenti ai momenti cruciali per la sua sopravvivenza con un “branco impazzito” composto da pochi che rappresentano, molti che chiacchierano a vanvera non rappresentando nessuno (tenete presente che ormai c'è chi si fonda un'associazione e si presenta a riunioni importanti facendo danni irreparabili) ed altri che prima tacciono e poi parlano bruciando possibilità e logiche comuni.
Bisognerà metterci le mani. Si disponga che ogni associazione depositi non solo il nome degli associati, il numero dei quali non deve essere inferiore ad un livello minimo decente, ma depositi anche bilanci certificati dai quali si possa evincere l'attività, eventuali compensi (per chi li prende) eccetera. Io dico che oltre ad un'ottima prova di trasparenza, si ridurrebbe anche la folla nell'Ente (Agenzia?) di riferimento e per le stanze dei Ministeri...
Per il resto non c'è molto da dire. Solo, forse, che ci si dovrebbe dotare di un organo di stampa del comparto, sul quale informare correttamente tutti delle nostre faccende, affinchè sciocchezze (aggravate da idioti più o meno in buona fede ..) non girino a ruota libera con “veicoli” mal usati come spesso accade a Facebook.
FABIO CARNEVALI
presidente di Assogaloppo





















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