Salto ostacoli - Porro e quello che ce la metteva tutta
Dall’Ufficio Stampa FISE abbiamo ricevuto e riportiamo il commento del selezionatore azzurro Marco Porro al risultato della prima giornata della FEI World Cup Final a Barcellona.
“Oggi non è andata come avremmo voluto. I nostri cavalieri hanno messo tutti il massimo impegno, ma un errore di troppo ciascuno ci ha negato la finale di domenica e quindi la qualifica olimpica della squadra di salto ostacoli, che l’Italia insegue dal lontano 2004. Non sono finite, però, le speranze di vedere la disciplina del Salto ai Giochi di Parigi, grazie ai due Emanuele (Gaudiano e Camilli rispettivamente secondo e terzo nella graduatoria del gruppo B ndr.) in corsa per la qualifica individuale. C’è rammarico, chiaramente, e il dispiacere da parte di tutto il Team Italia è davvero enorme, anche perché avevamo in campo oggi i binomi più in forma del momento; cavalieri dalla grande esperienza, ma purtroppo in questo sport una barriera di troppo si paga tantissimo e può risultare fatale.
Tutti i nostri cavalieri sono davvero dispiaciuti, ma dobbiamo restare concentrati per la Challenge Cup di sabato sera. I complimenti vanno a Brasile e Stati Uniti che sono stati più bravi. A noi, purtroppo, resta l’amaro in bocca per quegli errori arrivati su salti che - sono certo – se ripetuti anche cento volte, non si riverificherebbero di sicuro. Questo è il nostro sport e dobbiamo accettarlo. L’obiettivo rimane quello di portare il maggior numero possibile di binomi ad essere competitivi in eventi top, così da poter sopperire agli imprevisti che, come abbiamo visto quest’anno, per motivi di salute di cavalli e cavalieri o vendite, hanno condizionato la stagione”.
Nel 1956 arrivò in Italia, fuggendo dalla sua patria invasa, uno dei migliori tecnici ungheresi di canoa, Kalman Blaho. La dirigenza della Federcanottaggio, sotto cui era allora lo sport della pagaia, lo assunse immediatamente. Blaho introdusse un tipo di allenamento che portò a eccellenti risultati tra gli atleti italiani. Nel gruppo c’era però un canoista il quale si allenava con assiduità e volontà ma nelle gare, nonostante ce la mettesse tutta, non vinceva. Al termine di regata in cui era arrivato nelle retrovie, si avvicinò a Blaho: "Kalman io mi sono battuto al massimo, ho cercato di andare avanti, l’hai visto…" . "Si, si, l’ho notato, ti sei impegnato molto, l’ho capito bene” gli rispose Blaho mostrandogli il cronometro " E’ lui che non vuol capire". (E.T)