Il ''Caprillismo'' continua a far discutere...
Caro Direttore,
torno a chiedere ospitalità alla Sua testata per intervenire sulle affermazioni della dott.ssa Giovanna Binetti, che indubbiamente è stata una grande campionessa dando lustro ai nostri colori in Italia ed in Europa; tuttavia trovo che anche lei, come molti altri che pur si professano “caprilliani”, dice alcune cose che, con l'Equitazione Italiana o Naturale o di Caprilli, non c'entrano niente, continuando ad incrementare sempre di più la confusione che c'è nel nostro settore.
Caprilli aveva ideato e sperimentato il Suo sistema fondandolo su alcuni principi etici, fisici e sportivi assolutamente innovativi e precisi, ma fortemente concatenati l'uno all'altro per cui se se ne nega anche uno solo, tutti gli altri perdono efficacia.
Egli partì dall'idea che il cavallo montato dovesse muoversi come se fosse scosso e da qui elaborò tutti i “successivi”, superando ogni altro grande Maestro con la sua modernità e lungimiranza.
Per esempio quando tutti cominciarono a parlare dell'eliminazione del “dolore” che si può procurare al cavallo con metodi coercitivi, egli aggiunse che bisogna eliminare anche ogni “fastidio”!
E poi quando tutti affermavano che bisognava permettere al cavallo di muoversi secondo i propri equilibri, egli disse che, oltre che permettere, bisognava “agevolare” i suoi movimenti naturali.
Da qui il Suo concetto di “insieme”, di “ceduta” e di “assetto”, il tutto facente parte di uno stesso
unico Sistema; per cui, parlando dell'uso della mano Egli diceva: “quando si usa per girare , per rallentare e fermarsi, basta!” e per girare a destra “si ritrae il pugno destro di quel che serve e si avanza il sinistro di altrettanto per poi tornare elasticamente nella posizione precedente”.
Quindi aborriva nella maniera più assoluta gli “effetti di redini”, retaggio della vecchia Equitazione di Scuola, e diceva che la mano dovesse sempre essere a disposizione della bocca del cavallo e comunicare con questa nella maniera più delicata possibile.
In quanto alle girate, affermava che il cavallo deve sempre seguire il suo naso che deve sempre puntare nella direzione voluta, quindi con la flessione interna (basta pensare a come gira un purosangue nella curva della pista per capire).
Io penso che, siccome viviamo in democrazia, ognuno è libero di dire ciò che vuole e, nel nostro caso, di montare come vuole con il sistema che meglio crede, ma se si parla di Equitazione Italiana e di Caprilli, bisogna essere sicuri di quel che si dice senza “si, ma, però”; bisogna prima studiarselo e soprattutto capirlo.
Quanto sopra è naturalmente solo un minimo accenno del Caprillismo, ma la cosa che deve essere assolutamente chiara a “tutti” è che egli rigettava fermamente tutti i dettami della vecchia equitazione e non per vezzo, ma perché li riteneva dannosi per il fisico ed il morale del cavallo oltre che inutili per i nostri scopi; pertanto chi parla di tecniche equestri derivanti dall'equitazione di scuola deve sapere che sta parlando di un'altra cosa che non c'entra niente con Caprilli, ma naturalmente, essendo libero di farlo, sia chiaro e non nomini il nostro Maestro!
Ringrazio tutti per la pazienza ed auguro buone vacanze a tutti.
EZIO MARIA CASATi






















.jpg)




