"I cavalieri italiani e la voglia di studiare..."
Caro Direttore, anche questa ottantesima edizione di Piazza di Siena ce la siamo lasciata alle spalle con la solita tristezza e delusione, come ci siamo purtroppo abituati in questi ultimi anni. Non riusciamo proprio più ad uscire dal “fosso”. L'altra settimana, parlando con il grande Raimondo d'Inzeo, mi sono sentito dire , con un profondo dolore da parte sua, che ormai siamo arrivati al colmo che dobbiamo imparare l'equitazione dai tedeschi.
E guardando montare Beerbaum ho capito che aveva ragione ma, osservando bene e ragionando, ho notato che il tedesco si è avvicinato moltissimo all'Equitazione Italiana ed ai suoi principi che sono sempre i più validi e lo saranno anche se e quando ai cavalli spunteranno le ali e forse in quel caso lo saranno anche di più.
Dei nostri cavalieri che dire? Che sono ottimamente dotati, ottimamente montati ed ottimamente inseriti nel panorama internazionale; ma per accedere all'eccellenza debbono imparare a montare secondo il nostro Sistema di Equitazione.
Immagino già i commenti dei soliti “competenti” a questa mia affermazione e a costoro rispondo che si facciano un bell'esame di coscienza ed imparino, oltre a Caprilli, anche ad osservare.
Vedrebbero infatti assetti improponibili, andature irregolari, assoluta mancanza d'insieme e dei poveri cavalli fuori di testa.
Possibile che costoro non abbiano mai un attacco di modestia che li spinga a ragionare e a riformarsi? (leggi: studiare loro, invece di “insegnare”)
Concludo con un appello all'intelligenza dei cavalieri: quando vi trovate davanti a problemi che non riuscite a risolvere e/o capire, chiedetevi il perché ed andate a studiarvi il nostro Sistema. Se siete intelligenti ci trovate tutte le risposte!
Altrimenti, che altro dire...... contenti loro...... noi ci siamo ormai rassegnati, perché tanto se non cambiano le teste, non può cambiare nulla!
Un caro saluto a tutti.
EZIO MARIA CASATI