Hong Kong, l'Italia brilla con Cumani e Doctor Dino
“A 200 METRI dall’arrivo credevo di aver vinto, a 100 sapevo di aver perso”. Luca Cumani, cinquantanovenne champion-trainer (come suo padre Sergio, al quale San Siro ha dedicato un Premio) dal 1976 trapiantato a Newmarket, ha visto svanire in pochi secondi – sull’erba dell’ippodromo Sha Tin a Hong Kong - il suo 56° successo in gruppo 1, ma non ne ha fatto un dramma: “Purple Moon ha disputato la corsa più bella della sua carriera e perdere da un campione come Doctor Dino nemmeno so se si possa dire una sconfitta”. Il Vase (m 2400, montepremi 1,8 milioni di dollari, 13 partenti) è stata la corsa più avvincente delle Cathay Pacific International Races.
Come previsto appena fuori delle gabbie in testa si è piazzato Packing Winner, un baio locale con in sella Douglas White, attualmente migliore monta di Hong Kong e fresco vincitore, mercoledì ad Happy Valley, del 10° International Jockeys’ Championship. Per evitare la trappola sicura di una blanda andatura, Jamie Spencer posizionava il 5 anni castrone britannico sellato da Cumani in terza fila facendogli così annusare l’odore della bagarre, mentre Olivier Peslier e Mick Kinane tenevano nascosti nel gruppo il 6 anni francese Doctor Dino (allevato oltr’Alpe dall’avvocato milanese Osvaldo Pedroni e già vincitore della corsa nel 2007) e il “kamikaze” nipponico Jaguar Mile, 4 anni e la giubba di Kazumi Yoshida.
All’ultima piegata prima della dirittura (400 m), mentre il ventaglio dei cavalli di allargava, Purple Moon usciva di forza e si prendeva una lunghezza di vantaggio. Cumani cominciava a sognare (anche perché Purple Moon veniva da un brutto nono posto nella Japan Cup di Screen Hero e Mirco Demuro), ma Doctor Dino dava dentro ad un incredibile rush, trascinandosi dietro Jaguar Mail e il connazionale The Bogberry con Christophe Soumillon a bordo. Solo lui però, proprio sul palo, metteva la testa davanti a Purple Moon. I primi tre in 4/100, i primi nove in 75/100 ed anche se il tempo – 2’29”14 – era tra i più alti di sempre, la corsa piaceva più di tutte le altre.
“Un finale thriller, Doctor Dino è un atleta unico” gioiva in premiazione Richard Gibson, che ha portato il suo pupillo ad emulare il britannico Luso (allenato da Clive Brittain) vincitore nel 1996 e 1997.
Nelle altre tre corse di gruppo 1 le vittorie sono andate al sorprendente Inspiration (Hong Kong, Darren Beadman) nello Sprint (1200 m); di nuovo, come nel 2007, a Good Ba Ba (Hong Kong, Christophe Soumillon) nel Mile (1600) con il tempo record di 1’32”71, quarto Spirito del Nord e decimo Pressing; a Eagle Mountain (Sud Africa, Kevin Shea) nella Cup (2000) che sfiorava con 2’00”92 il kronos del grande Falbrav (2’00”90 nel 2003), tredicesimo e penultimo Estejo (Daniele Porcu).























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