Fumata nera a Palazzo Chigi: ippodromi chiusi
FUMATA NERA a Palazzo Chigi, gli ippodromi italiani di trotto e di galoppo rimangono chiusi a oltranza. La riunione convocata da Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nel pomeriggio di giovedì 16 ottobre non ha avuto gli esiti sperati. Ai lavori hanno partecipato da protagonisti il Comitato di Crisi dell’ippica e il “vertice” dell’Unire (presidente Sottile, vicepresidente Cecchi, segretario generale Acciai). Ha partecipato anche il ministro dell’agricoltura Luca Zaia, il quale non ha potuto far altro che ribadire quanto più volte affermato: qualsiasi progetto industriale e di ristrutturazione dell’Unione Nazionale Incremento Razze Equine non può prescindere dalla cosiddetta “due diligence” (accurata verifica, grosso modo) degli ultimi bilanci dell’Ente.
Gli ippodromi rimangono chiusi. Lo sciopero è cominciato mercoledì 8 ottobre per cui venerdì 17 sarà il decimo giorno senza corse ippiche in Italia. Si viaggia tranquillamente verso il primato negativo del 1999 quando lo sciopero fu di un mese abbondante (tutto gennaio e un paio di giorni di febbraio). All’epoca, all’Unire c’era l’ex generale dei Carabinieri Domenico Pisani. La protesta, motivata dall’annuncio di un forte calo del montepremi, portò per la prima volta Guido Melzi d’Eril alla guida dell’Ente.
Gli ippodromi rimangono chiusi. Nel week-end 11-12 ottobre l’ippodromo romano di Tor di Valle ha pagato il prezzo più alto con la cancellazione del Derby del trotto e degli altri gran premi ad esso collegati (Oaks del trotto, G.P. Turilli e Coppa dell’Allevamento). San Siro-galoppo, già penalizzato per la mancata effettuazione del GP Vittorio Di Capua, del Premio Dormello e del Memorial Sergio Cumani, riceverà un altro duro colpo perché domenica 19 ottobre avrebbe dovuto essere la giornata-clou della sua stagione autunnale con la disputa del G.P. Jockey Club, del Gran Criterium e del Premio Omenoni (tutte corse di valenza internazionale). Il trotto, dal canto suo, perderà una delle feste più belle, quella dei gentlemen drivers (guidatori dilettanti) organizzata per sabato 18 e domenica 19 all’ippodromo Arcoveggio di Bologna.
“La riunione a Palazzo Chigi è cominciata molto male ed è finita alla meno peggio” ha commentato uno dei membri del Comitato di Crisi. Il Governo non può e non vuole dare nemmeno un euro all’ippica per consentirle di arrivare alla fine dell’anno con il montepremi delle corse invariato. Né può e vuole impegnarsi con promesse per il 2009. Come se non bastasse, l’ippica ha giudicato assai penalizzante il maxiemendamento in discussione, poche ore prima, alla Commissione Finanze della Camera a proposito del bando di gara della Aams per 3000 nuove agenzie di scommesse, bando in cui rientrano anche le 329 agenzie ippiche “storiche”. Il maxiemendamento è stato per ora bloccato ma la sua valenza politica rimane intatta.
Gianni Letta è stato all’altezza della sua fama di re dei mediatori. La proposta più concreta, tuttavia, è stata solo la creazione di due tavoli tecnici, uno con gli ippici e il ministero dell’agricoltura e l’altro con gli ippici e il ministero dell’economia e della finanza. Due tavoli tecnici senza scadenze e obiettivi precisi.






















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