Brado, i cavalli amari di Kim Rossi Stuart
Brado è un film di sconfitte e di cavalli. E’ tratto da un racconto del libro Le guarigioni di Kim Rossi Stuart - il bravo attore romano regista della pellicola - che si intitola La lotta.
E’ questa è la prima sconfitta. Chi lotta ha già cacciato via la pace, quella ad ogni costo, sempre desiderata, oggi ancor più perché la lotta sta portando il genere umano ad un passo dalla distruzione totale.
Il film poi si apre e si chiude con la sconfitta del protagonista, fratturato a un braccio e infine ucciso da un cavallo; altro sconfitto nella sua immagine di amico dell'uomo.
Chi, nella storia ideata da Rossi Stuart, perde ancor più gravemente è la famiglia, quella tradizionale, l’autentica, frantumata da picche e ripicche.Una piccola sconfitta la subisce pure lo spettatore, guidato con mano sapiente sull’orlo di un finale finalmente sereno, magari edulcorato come quelli dei super-cavalli eroi di Hollywood.Poi è lasciato cadere nella tristezza di un destino - rappresentato da una micidiale caduta - che sconfigge cavallo e cavaliere, padre e figlio.
La storia di Brado è aspra, irta di violenze verbali, di sentimenti passati al tritacarne, di animali vittime dell’uomo e natura troppo poco benvoluta. Con infine una morte dolorosa. Kim Rossi Stuart la sbatte in faccia allo spettatore perché questa è la vita di oggi. Con appena una piccola luce sul futuro cui aggrapparsi. I cavalli sono lì, però, che aspettano.