Amarcord... Il mito di Ortello compie 90 anni
Novant'anni fa nasceva un sauro di nome Ortello che avrebbe scritto pagine memorabili nella storia del nostre galoppo. Un robusto passista che avrebbe vestito tra il 1928 e il 1930 la giubba nera con cuciture bianche del nobile Giuseppe De Montel, fantino Paolo Caprioli. Ortello vinse 16 delle 18 corse disputate. Cinque corse con quattro vittorie a due anni, con l'alloro del Chiusura davanti alla forte Erba, e il secondo posto nel Gran Criterium.
Formidabile la stagione dei tre anni, con sei corse, cinque successi e il secondo posto nel Chiusura. Le vittorie nella sua seconda annata sono autentiche perle del turf: Derby, Italia, il Milano battendo il francese Pinceau, il St Leger e la consacrazione internazionale nell'Arc a Parigi: sconfitti il francese Kantar e il tedesco Oleander nell'edizione del 1929.
A quattro anni fu deciso di prepararlo per la Gold Cup di Ascot ma una caduta in training lo escluse dalla grande corsa per fondisti. In autunno il secondo tentativo nell'Arc si concluse con un quarto posto.
Ortello era un figlio del francese Teddy (1913), titolare di sei vittorie in 8 corse ed erede di Ajax (1901),altro transalpino imbattuto in 5 corse tra cui il Prix du Jockey Club e il fondamentale Paris. La famiglia di Ortello è quella dell'inglese laureato della Triplice Corona Fliyng Fox. Un ramo eccezionale che attraverso Orme risale al sontuoso derbywinner inglese Ormonde, imbattuto in 16 corse e montato dallo straordinario fantino Fred
Archer che nel Derby sulla piana di Epsom aveva portato al trionfo anche il genitore di Ormonde, quel Bend Or derbywinner nel 1880 che dopo 10 successi in 14 corse sarà eccezionale sire. Una grande storia quella di Ortello, dominatore della stagione classica del 1929 in Italia e all'estero, che ci riporta agli albori della storia del purosangue con tante linee ancora influenti sull'evoluzione del turf moderno.