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Che cosa mi lega così profondamente ai cavalli me lo sono chiesta tante di volte nella vita. E anche per motivi diversi.Penso sia l’amore incondizionato, sconfinato come le praterie, senza limiti e confini, un terreno di vita che condividiamo insieme. E aggiungerei Liberi soprattutto.
Nascono così, a volte le riflessioni più interessanti: a tavola. Per la verità la pulce nell’orecchio la cara amica Maria Lucia Galli me l’aveva messa in una delle nostre telefonate durante l’organizzazione del corso di formazione “Comunicare (con) il cavallo”.
Talento e passione. Finalista per il Lazio, Martina Menichini piomba su Miss Ippodromo come il vento che a volte stravolge e a volte accarezza.
Talento, passione, due parole che dicono molto di lei ma non tutto, che tutto -e che il bello- deve ancora arrivare e poi non si dice mai, nemmeno a se stessi.
Che cos’è il respiro? É interessante confrontare la visione letteraria e filosofica con quella neurobiologica. Poeti, artisti e filosofi considerano il respiro come anima e come elemento che connette con i sentimenti profondi come l’amore, la paura o la tristezza. Usiamo la parola respirare anche nelle espressioni comuni, spesso, si dice “mi manca il respiro” o “mi toglie il respiro” o ancora “è una situazione da manca fiato” per indicare una situazione o una persona dei quali ci siamo innamorati o che ci provoca un vissuto emotivo molto forte.
Fuori, nel parcheggio del carcere di Bollate, siamo tutti un po’ silenziosi.
Qualcuno di più. Qualcuno che, come me, qui (o in qualunque altro carcere) non è mai stato.
Le immagini che sovrastano il gabbiotto di controllo all’entrata sono inquietanti e tristi, disegnati in colori sbiaditi e spenti. Sembrano quelle della legge del contrappasso di Dante in chiave moderna e sembrano dire che alla colpa non c’è scampo. Come dovrebbe essere, direbbe la giustizia.Carissimo Direttore, leggendo la bella lettera della Altieri riflettevo sul fatto che vincere la scommessa sui numeri di Fieracavalli non era poi così difficile. Già prima che la manifestazione avesse inizio proprio quei numeri sono stati comunicati (come ipotesi, ovviamente) al colto e all’inclito : nè un visitatore di meno, né un visitatore di più.
CI MANCAVA solo questa!”
Sospirando chiuse il cofano della macchina e si guardò intorno sconfortato.
La piccola strada di campagna era completamente deserta, ma cosa ci si poteva aspettare la sera del 24 dicembre?
Frequentava quei posti di anni e sapeva benissimo che il primo nucleo abitato distava chilometri: troppi per percorrerli a piedi.
Ma non era per questo che amava tanto quei luoghi?
La sua possibilità di regressione all’infanzia, l’angolo in cui purificarsi dalle spire asfissianti della tecnologia contemporanea.
Sorrise di se stesso...
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