Fieracavalli, una manifestazione senza anima
Carissimo Direttore, leggendo la bella lettera della Altieri riflettevo sul fatto che vincere la scommessa sui numeri di Fieracavalli non era poi così difficile. Già prima che la manifestazione avesse inizio proprio quei numeri sono stati comunicati (come ipotesi, ovviamente) al colto e all’inclito : nè un visitatore di meno, né un visitatore di più. Era una cifra annunciata e viene da pensare che: o Fieracavalli è dotata di indovini e aruspici di primo livello ( ed allora la invitiamo a mettere tale capacità di previsione a disposizione del popolo italiano che…ne ha di molto bisogno), oppure……. Bè, sull’oppure lascio spazio alla vostra fantasia!
Ma il rapporto tra gli organizzatori della kermesse veronese e le cifre dichiarate è sempre elefantiaco. Ho scoperto con mia grande perplessità che i cavalieri presenti in Italia sarebbero….udite udite…un milione e mezzo e quelli europei ben trenta tre milioni! Non so se questi numeri siano il prodotto di uno straniamento, una sorta di fenomeno allucinatorio che nega la realtà di quanto sta accadendo in Europa, ipotizzando che, in piena crisi, il mondo del cavallo raddoppi , o forse triplichi, il numero dei suoi appassionati, ma soprattutto non ne capisco il senso. Se queste cifre fossero reali dovremmo dedurne che, in base alle presenze dichiarate, Fieracavalli riesce ad intercettare solamente il 10% degli amanti del settore presenti sul nostro territorio…il che non sarebbe propriamente indice di successo!
La realtà è che siamo difronte ad una manifestazione che ha perso il contatto con il suo mondo di riferimento perché di quel mondo ha smarrito la passione e che riproduce stancamente se stessa peggiorando ogni anno un pochino di più. Ciò che manca a Fieracavalli, oltre che un anima , è la voglia di crescere e di rinnovarsi. Il nostro settore, nonostante tutto tiene, ma non è detto che coloro che ne fanno parte abbiano voglia, in tempi di magra, di continuare ad investire su una manifestazione che li rappresenta sempre meno.