Uomo- Cavallo, un mistero nella notte dei tempi.
QUANDO E’ ACCADUTO che l’uomo e il cavallo si sono incontrati per la prima volta e soprattutto come è avvenuto questo incontro? I dati archeologici in materia sono pochi, incerti e frammentari e se sono in grado di darci qualche vaga indicazione sul quando, non possono purtroppo dirci nulla sul come. Più che di dati, comunque, sarebbe giusto parlare di indizi, teorie, interpretazioni che utilizzano una serie di prove indirette. Su una cosa però concordano tutti: le prime tracce di una presenza “domestica” del cavallo non risalgono a prima di 7.000 anni fa.
Due sono i siti più studiati: quello di Dereivka ( in Ucraina) e quello di Krasni Yar ( in Kazakistan) entrambi databili intorno a quella data. L’antropologo americano David Anthony, che si è occupato appunto del sito di Dereivka, ritiene di aver individuato nei resti dei cavalli rinvenuti in loco i segni di una usura dei premolari che testimonierebbe l’utilizzo del morso. A confermare tale ipotesi è giunta la scoperta, in un deposito rituale, delle ossa di uno stallone al cui fianco erano stati disposti dei frammenti perforati in corno di cervo, che avrebbero potuto essere i sostegni di una rudimentale imboccatura di corda. Secondo il dottor Anthony, questo starebbe a significare non solo la presenza di cavalli domestici, ma addirittura il loro utilizzo a sella (o meglio a “pelo”) visto che la ruota al tempo non era ancora stata inventata.
Si tratta però, come dicevo, di ipotesi altrettanto autorevolmente smentite da altri studiosi che sottolineano come la presenza di scheletri equini, in questi siti preistorici, potrebbe essere del tutto occasionale e comunque limitata ad utilizzazioni di tipo rituale. Il collegamento simbolico del cavallo ai riti funerari e al viaggio che attenderebbe l’anima dopo la morte si perde infatti nella notte dei tempi.
Certo è possibile che qualche rappresentante della specie sia stato adottato in tenera età da qualche gruppo umano. Ed è possibile pensare che qualche ardimentoso (o incosciente?) abbia avuto l’alzata di ingegno di montarci sopra, ma da qui a parlare di allevamento del cavallo e del suo utilizzo equestre ce ne corre.
Comunque siano andate le cose, per trovare i primi dati storici certi dobbiamo spostarci di molto nel tempo e nello spazio. Lo spazio è l’Anatolia ( la moderna Turchia), il tempo circa 4000 anni fa. E’ in questo luogo che sono stati rinvenuti degli scritti e dei manufatti che testimoniano dell’utilizzo in guerra del carro trainato da cavalli. Va tenuto conto che almeno durante il primo lungo periodo dell’addomesticazione del cavallo, il suo utilizzo era soprattutto come “forza motrice” sia in pace che in battaglia. Ma la cosa più sorprendente è che in una lettera di un “ comandante” siriano indirizzata a un nobile locale e datata 3.750 anni fa, si fa osservare che per la dignità del suo stato non doveva presentarsi a cavallo bensì su un carro trainato da cavalli! La cosa a pensarci bene non sorprende poi tanto: l’equitazione senza sella né staffe non doveva essere al tempo un’attività né facile, né piacevole né, soprattutto, sicura. Non è un caso, quindi che il primo trattato di “ippologia” di cui abbiamo memoria storica ci racconti le tecniche di addestramento del cavallo attaccato al carro da guerra. Si tratta di un’opera risalente a circa 3.500 anni fa scritta su tavolette di argilla, della quale ci è noto anche il nome dell’autore, il guerriero Hittita Kikkuli. Poi per mille anni è il silenzio fino alla cultura greca e alle opere di Simone di Atene e di Senofonte…ma questa è un’altra storia.























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