Un gioiello della natura chiamato Cavallo
Brillanti, smeraldi, zaffiri, rubini, sono alcune delle meraviglie create in millenni dalla natura.
Ben poche persone saprebbero intuire l’intrinseca bellezza in queste pietre, appena estratte dalla miniera. E tali sarebbero restate (pietre grezze) se alcuni intuitivi uomini, dopo averle estratte, non avessero scoperte, insieme ad abili artigiani le caratteristiche cristallografiche delle gemme. Significativo è il contrasto tra la rudezza e brutalità dei metodi di estrazione e la delicatezza con cui, successivamente, sono trattate queste pietre per evidenziarne le qualità naturali possedute.
Dobbiamo ringraziare questi artisti che, con difficili tecniche sanno liberare da apparenti ciotoli lo spirito racchiuso e nascosto nelle loro forme cristalline.
Questi artigiani con le gemme da essi liberate dal primitivo involucro sono, per i luoghi, i paesi, dove essi operano, ricchezze incommensurabili, superiori al valore delle stesse miniere da dove sono estratte le pietre preziose.
Con una similitudine a prima vista un po’ azzardata, un’altra opera della natura, prima nascosta, poi tendente, dopo lungo lavoro da parte del tempo e dell’uomo, ad una perfezione ideale, è il cavallo.
I suoi antenati, dopo aver saltellato nel nord del continente americano, mutando per selezione della natura, le primitive forme per divenire grezzi e tozzi animali, caricature dell’attuale cavallo, dopo aver attraversato lo stretto di Bering, si sparsero per l’Asia. Selvatici o guidati da pastori, verso climi più temperati,si spostarono, seguendo il sole. E l’uomo cominciò a scegliere gli animali, che più rispondevano alle proprie necessità. Iniziò a dividere i cavalli a sangue freddo, per i lavori dei campi, per i trasporti, dai cavalli a sangue caldo che l’aiutavano nella caccia e nella guerra.
Indi, affinandosi i gusti e moltiplicandosi le necessità e le domande degli utilizzatori, gli allevatori ne plasmavano ulteriormente fisico e carattere incrociandoli e selezionandoli.
Le grandi masse umane, o per fame o per desiderio di conquista o per guerre di religione di tutti i tipi… si spostarono nei secoli trascorsi con i loro cavalli, i loro greggi da una regione ad un’altra, lasciando tracce del loro passaggio nelle zone attraversate.
Quindi, oltre a famiglie famose, come per esempio i Gonzaga, che selezionavano ed allevavano cavalli e popoli come gli Arabi (che crearono il cavallo arabo), anche contadini e pastori che si trovavano un cavallino appena nato, uno stallone od una fattrice azzoppati, avendoli allevati ed anche, infine, il puro caso, furono gli artefici, i creatori delle varie razze.
Abbiamo oggigiorno vari tipi di razze, ma per il continuo evolversi dei tempi, dei gusti, ancora si continua e si deve continuare con le selezioni, sperimentando gli incroci dei geni racchiusi nel sangue degli animali, per ottenere forme e prestazioni che vieppiù soddisfano le esigenze degli utilizzatori.
Ed abbiamo gli armoniosi cavalli francesi creati da pochi decenni, gli irlandesi, derivati da incroci di purosangue con razze locali, i nuovi cavalli olandesi. Vediamo il continuo raffinarsi ed ingentilirsi dei poderosi hannoveriani e trakhenner, assistiamo annualmente a Grosseto al miglioramento del cavallo italiano.
Dall’Unione Sovietica oltre alle confermate razze tradizionali che trovavano e trovano impiego in numerose attività sportive e di lavoro, si è iniziato nel 1950 a produrre il cavallo Ucraino, per i moderni concorsi ippici. E’ il frutto di incroci fra hannoveriani e purosangue inglesi. In tutte le razze dagli sportivi più amate e ammirate vi è il cavallo arabo. Il cavallo arabo è una gemma scoperta secoli fa: per il suo sangue, per le sue forme, per il suo carattere; è il ceppo su cui si sono innestate e si innestano oggi tutte le razze di cavalli per lo sport.
Fra i cavalli arabi oggi ve ne sono alcuni che sono di una forma ideale, superiore alle idealizzate sculture dello stesso Fidia.
Nella selezione dei cavalli la parte più difficile è plasmare lo spirito. Il cavallo deve essere pronto ad apprendere quanto l’allevatore, l’addestratore e l’utilizzatore gli chiederanno. Un solo anello della catena difettoso può annullare una lunga serie di sforzi, sacrifici, spese.
Oggi, si tende ad avere oltre ai cavalli per le corse e per il trotto, i cavalli per il dressage, dove è richiesta una bellezza statuaria, armonicità nei movimenti, tranquillità di carattere. Cavalli da completo, dove doti precipue sono la resistenza, il coraggio. Cavalli da concorso, dove, dati i piccoli spazi, in cui oggi si svolgono molte competizioni è necessaria: potenza, docilità, sangue ed una certa attività raziocinativa. E questi selezionati cavalli, possono costituire una ricchezza per la nazione che li produce.
Gli amanti dei cavalli dovrebbero essere riconoscenti per il lavoro svolto nei secoli da questi “tecnici” che hanno scoperto e continuano a scoprire quanto fornisce la natura, assemblando e plasmando quel meraviglioso animale di oggi che è il cavallo.