Mondiali di salto, grande Svezia e piccola Italia
Dopo Tokyo abbiamo pianificato per conquistare il gradino più alto del podio pure a Herning, nei Mondiali. Sappiamo quanta capacità, forza e abilità occorrono. Ma una cosa è dirlo e l’altra è farlo". Parola di Henrik Ankarcrona, capo squadra della Svezia, neo campionessa iridata a squadre e individuale 2022 di salto ostacoli, dopo l’oro nei team ai Giochi Olimpici 2021.
L’Italia - 120 mila tesserati, un sostegno economico invidiabile da Sport&Salute, tradizione centenaria - è rientrata dalla Danimarca con il 13° posto a squadre, e un 13° e un 21° individuale. Tutto sbagliato, tutto da rifare, come diceva Gino Bartali?
Il c.t. Marco Porro ha selezionato la squadra coi migliori binomi a disposizione, il forfait di Chaclot e Pisani non fa testo, succede nelle migliori famiglie l’imprevisto dell'ultimo momento. Ed anche la scelta di lasciare in panchina Cochello e Bucci, terzi nel Premio Roma in maggio a Piazza di Siena ma probabilmente non perfetti per un simile Mondiale. Nella prima prova delle squadre c’è stata la caduta della Ciriesi, neo tricolore e debuttante in gare iridate. E’ volato giù però pure un cavaliere come il tedesco Andre Thieme, campione individuale europeo 2022, eppure la squadra germanica si è piazzata quinta ed ha ottenuto la carta olimpica per i Giochi Olimpici di Parigi 2024.
Che non sia stato un Mondiale facile lo possono testimoniare gli Stati Uniti, undicesimi a squadre, inesistenti individualmente. Non dimentichiamo però che siamo nell’anno post-olimpico, quando in tutti gli sport, soprattutto oltre Atlantico, ci sono pensionamenti e rinnovi.
Porro si è dichiarato, bontà sua, soddisfatto e che continuerà a lavorare con le nuove leve. Anche se poi è stato il “vecchio” De Luca a dargli un pizzico di speranza e il miglior piazzamento.
A settembre si tornerà in campo, Roma e Varsavia. Nella Capitale dall’1 al 4 il Circo Massimo ospiterà il Global Champions Tour Longines che sempre più vuol fare la rincorsa a Piazza di Siena Rolex, una sfida tra grandi marche a chi porta i migliori binomi nella Capitale. In Polonia dall’8 all’11 ci sarà una finale importante per il futuro agonistico dell’Italia, quella della EEF Nations Cup, valida per tornare nella serie A del salto ostacoli.
Rimane il nodo allevamento. E se l’Italia cominciasse a prendere esempio dai cugini transalpini che ai Mondiali hanno schierato una squadra tutta su sella francesi, e nelle squadre azzurre anche di vertice fosse obbligatorio inserire almeno un cavallo MIPAAF, nato e pasciuto sul patrio suolo?