L'ultimo rintocco della campana a morto
ERA SOLO questione di giorni. O meglio, da parecchio tempo ci si chiedeva come facesse l'ippodromo Tor di Valle a restare in attivita, gestito come era da una società in liquidazione. A nulla sono serviti gli sforzi dei lavoratori (autentici eroi del volontariato) e ovviamente dei sindacati. Solo pallide promesse sono state quelle del nuovo Gruppo proprietario dei terreni, solo trionfalismi da parte del Campidoglio per il nuovo stadio della Roma Calcio e neppure un pensiero preoccupato per il destino dei trottatori (il nuovo ippodromo in località Pescaccio si farà davvero?). D'altronde, un pomeriggio all'ippodromo sulla Via del Mare era più che sufficiente per constatarne il degrado.
Molti come me l'hanno visto nascere e prosperare. Molti come me, adesso hanno il cuore gonfio di tristezza e stentano a credere che l'impianto inaugurato nel 1959 come avveniristica prosecuzione di quello a Villa Glori possa essere giunto al fatale "punto di non ritorno". Tra di noi, non ci vuole molto a crederlo, ci sono Gigi Proietti ed Enrico Montesano che a Tor di Valle girarono quella "Febbre da cavallo" con cui conquistarono le platee di tutta Italia.
Tor di Valle per il momento è l'ultimo rintocco della campana che per l'Ippica Italiana continua a suonare a morto. Chiusi gli ippodromi di Padova, Milano-trotto, Montecatini, Napoli trotto e galoppo... Quale sarà il prossimo? Se anche nel mondo dei cavalli fosse possibile allestire un processo di Norimberga, nel recinto degli imputati ci sarebbe il "tutto esaurito"! Errori di strategia, e quindi colpevoli, di ieri ma anche di oggi. Tant'è. I tecnici ora si chiederanno dove si correrà il Derby-trotto 2013. E' una domanda del tutto inutile, visto che sulla carta non esiste nemmeno l'Agenzia Sviluppo Sport Ippico che avrebbe dovuto rimpiazzare l'Unione Nazionale Incremento Razze Equine, ovvero l'ente di riferimento di tutto il comparto. Chi vivrà, vedrà. Certo la chiusura di San Siro e Tor di Valle è come se a Milano crollasse il Duomo e il Colosseo a Roma diventasse un fast-food... (Rodolfo Galdi)





















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