L'equilibrio 'innaturale' di Caprilli / 2.
CAPRILLI ETOLOGO senza saperlo? Forse. Possiamo però notare che Caprilli osserva il cavallo in libertà solo trent'anni dopo l'uscita di un libro fondamentale per la scienza moderna: "L'origine delle specie", frutto di anni e anni di lavoro e di un illuminante viaggio alle Galapagos compiuto dal suo autore Charles Darwin, il grande teorico dell'evoluzionismo.
Caprilli, infatti, agisce in un'epoca, la fine dell'Ottocento, che si apre a un nuovo modo di intendere la scienza. Che va oltre le tesi di Galileo e di Newton. Che ridisegna il posto dell'uomo nel mondo, attraverso la medicina, la psicoanalisi, la letteratura, l'arte. Una coincidenza per tutte: negli anni in cui Freud pubblica L'interpretazione dei sogni (1900) e Psicopatologia della vita quotidiana (1901), Caprilli prepara i cavalli da presentare al primo concorso internazionale di Torino del 1902.
Non voglio con questo sostenere che Caprilli studiasse e conoscesse gli studi sull'isteria di un medico ebreo osteggiato dalla buona società viennese (come in qualche modo fu osteggiato lo stesso Caprilli, quando tentò di esporre le sue osservazioni sul movimento del cavallo e le deduzioni che ne aveva tratto: ricordiamoci che il metodo di Caprilli fu riconosciuto e accettato solo dopo molti, indubitabili, continuativi exploit sportivi compiuti da lui e dai suoi allievi).
Voglio semplicemente ricordare che Caprilli è figlio di quest'epoca percorsa - come si è già detto - da innumerevoli fermenti innovativi. Il Novecento nasce sotto gli auspici della speranza di un mondo nuovo e migliore: La Domenica del Corriere il giornale popolare inauguratosi nel 1899 (dico popolare perché l'elite leggeva L'illustrazione italiana ) manda in edicola il primo numero del nuovo secolo con una copertina in cui il disegnatore Beltrame immagina una donna con una cornucopia, una colomba, una creatura che simboleggia "pace, prosperità e progresso", come recita la didascalia
Certo, nel 1895 il generale Bava Beccaris ha sparato sui manifestanti inermi durante le cosiddette Cinque Giornate di Milano. Certo, Pellizza da Volpedo dipinge il suo quadro più celebre, se non il più bello, intitolandolo "Il quarto stato". Uno stato composto da contadini e operai. Certo, nella seconda metà dell'Ottocento un ebreo tedesco trasferitosi a Londra ha dato alle stampe, grazie al sostegno economico di un ricco inglese di nome Engels, un saggio destinato a cambiare la storia del mondo: " Il capitale" di Karl Marx, esce infatti nel 1867.
Pure, l'inizio del secolo si inaugura sotto il segno della fiducia. E delle grandi esposizioni: l'esposizione universale di Parigi del 1889, l'eposizione internazionale di arte decorativa che si tiene a Torino nel 1902. L'Europa, l'Occidente in genere, hanno fiducia nella meccanica e nella tecnica: il ballo Excelsior celebra il traforo del Frejus, Verdi scrive l'Aida per i festeggiamenti in occasione dell'inaugurazione del canale di Suez, nel 1899 nasce la FIAT, nel 1902 la Lancia, nel 1903 la Ford... Nel 1906 si dà il via alla Targa Florio, Nel 1907, l'anno della morte di Caprilli, una vettura italiana, l'Itala, guidata dal giornalista Luigi Barzini e da un principe Borghese vince il raid Pechino-Parigi.
Ma attenzione: in quell'epoca percorsa dal nuovo fermento della velocità, il cavallo è ancora un elemento fondamentale della vita quotidiana: Bernadette Lizet, autrice di un libro purtroppo mai tradotto in Italia, intitolato "Le cheval dans la vie quotdienne" ci racconta che in quell'epoca la Francia impiegava tre milioni di cavalli per l'agricoltura. Che la società degli omnibus di Parigi, aveva in uso nel 1905 14.000 cavalli che venivano alloggiati in scuderie a più piani erette nel centro della città. A Berlino, nel 1892 ne vengono censiti 32.500. I cavalli tiravano i battelli che dovevano risalire i fiumi. Eppure di quell'erbivoro domestico e da sempre fondamentale per cacciare, viaggiare e combattere, l'uomo sa ancora poco. Del suo equilibrio naturale, ma persino del suo modo di galoppare.























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