GIUSEPPE DE MONTEL : IL VERO GIGANTESCO ANTI TESIO
Scheibler , il conte Felice, gettò la spugna a fine anni dieci e seguì i suoi affari notevoli in Africa , miniere aurifere, ma nel 21 lasciò la nostra valle di lacrime. Era stato per un quindicennio il primo grande avversario del “ giovane” Federico Tesio che, negli anni dieci, esplose .
Per farvi capire , il Mago dal 1911 al 1923 si mise in tasca dieci, dico dieci, Derby italiani di galoppo. Il conte Felice in quegli stessi anni ne portò a casa solo due ( Nettuno e Koshemi) . Prima che Federico apparisse illuminando il Turf italiano e poi mondiale, l’ingegnere tedesco poi italiano di derby ne aveva siglati ben cinque .
Tolto di mezzo il Signore che ci guarda severo ogni volta che entriamo a Capannelle , tranquilli è di marmo come il “Commendatore” mozartiano , la strada sembrava tutta in discesa per il Senatore ma , per fortuna del Turf mondiale , non fu cosi.
L’ippica stava per iniziare , appena terminata la guerra, una nuova straordinaria stagione aurea, in Italia e nel mondo. Il genio di tanti personaggi , ovunque, si pose al servizio del Turf. E in Italia? Altrochè . Per fortuna Tesio dovette ingegnarsi al massimo e così raggiunse risultati pazzeschi cosi come quelli dei suoi rivali.
Ah , formidabili quegli anni dal 25 al 43, la nostra vera “Golden Age “. Possibile solo perché negli anni 90 e nei primi venti del 900 era stato preparato un eccezionale terreno , nel quale sarebbero germogliati i campioni degli anni 20 e 30. Il Senatore si dovette misurare , per sei o sette anni, con un genio assoluto, colui che temeva più di tutti ( leggere “ I Tesio come li ho conosciuti” di Mario Incisa) ovvero Luchino Visconti, forse l’unico cui riuscì la impresa clamorosa di acquistare da Tesio un cavallo, da lui ritenuto finito, Sanzio, e di vincere un anno dopo, meravigliosamente allenato da un giovanissimo, anche lui non ancora trentenne, Ubaldo Pandolfi, nientemeno che il Milano che per Tesio era la “CORSA” e per di più battendo i suoi cavalli. La Francia e Renoir , nel 36, lo rapirono all’ippica ma lo consegnarono al cinema e ad un’altra Cultura .
In quegli stessi anni i fratelli Crespi, cotonieri e proprietari del Corriere della Sera, implementarono lo sforzo della loro scuderia , la Razza del Soldo, straordinari rivali anche loro di Tesio. Un nome, tra i molteplici : Crapom che vinse a Parigi l’Arco. Poi tutti gli altri, i Mantovani, Zanoletti, Gualino, Fiammingo, Tudini, Oldaniga, Villa Verde, Radice Fossati , la Razza Felina, insomma i primi attori di quegli anni indimenticabili. Uno tuttavia scosse più di tutti gli animi e mosse la passione dei “turfisti” di quel periodo fino a divedere gli appassionati di galoppo in due fazioni, nuovi Guelfi e Ghibellini.
Esistevano i Tesiani o “Dormelliani” e i “Demontelliani” dal nome di Giuseppe de Montel, l’immenso. C’erano tuttavia anche i “soldiani”, occhio. Per capire meglio, scopriamo il suo retroterra. Era nato a Milano nel 1879 ( Federico era del 69) figlio di Ferdinando e Livia Lendinara . La famiglia era originaria della Valsugana , poi a Trento, ed il nonno Giovanni Antonio negli anni 50 dello 800 fu reso nobile da Francesco Giuseppe aggiungendo al cognome anche Von Treuenfest. La storia cambia quando il padre Ferdinando lascia Trento e fa fortuna in Lombardia, epicentro Milano. Una fortuna che Giuseppe implementò alla grande : Cascami Seta, Banche, Immobiliari.
Uno dei partiti più appetiti di Milano ma non si sposò mai. Lo stesso fecero anche le due sorelle Adalgisa e Alice. Luigi Barzini lo descriveva come enigmatico, noto per la sua raffinatezza, il suo amore per l’estetica e il suo stile di vita eccentrico. Lo definì più “proustiano” che imprenditore. E’ stato presidente del prestigioso “ Clubino”, nel 1930 fu nominato Cavaliere di Gran Croce dell’ordine del Santo Sepolcro. Nel 1921 Paolo Vietti Violi completò la edificazione di quel gioiello straordinario che furono le scuderie De Montel, oggi rigenerate come Terme dopo anni di abbandono. Eh si perché Giuseppe se ne è andato nel 44 , la sorella Adalgisa un anno dopo mentre Alice ha vissuto fino al 53.
E i cavalli? Calma che ci siamo , prima bisognava inquadrare i personaggio, compresa la ascendenza ebraica della mamma che dopo il 38 forse creò qualche problema ma la scuderia riuscì a continuare e fu dominante fino al 43, per fortuna.
Tesio sanguigno , eclettico, superstizioso, ippocentrico come lo descrive Cesare degli Occhi mentre De Montel gli apparve come imperturbabile, riservato, aristocratico, con molteplici interessi oltre ai cavalli. Vi dice niente il nome Maurice De Gheest ? Su, forza, un mese fa abbiamo vissuto il suo premio a Deauville sui 1300, gruppo uno. Insomma un grande. Beh, è all’origine della fortuna ippica di De Montel.
Tutto nasce o meglio cambia con la botta di genio o di “sedere” in piena prima guerra mondiale. Se Tesio ad inizio anni dieci crea i presupposti della sua fortuna con l’acquisto di cavalle poi determinanti fattrici, anche il rivale ha la intuizione di acquistare dai De Gheest , tra il 16 e i 17, anni duri in Francia, un lotto di fattrici e di yearling. Bene, sapete chi c’era tra costoro, oltre ad altri ottimi soggetti ? Non ci crederete ma un di quegli yearling era Havresac e una delle fattrici gravide Hollebeck. Senza parole e zitti anche voi che state per dire una sconcezza. Capirai : Havresac forse lo stallone più influente , anche Signorino però, tra quelli che hanno funzionato in Italia, direi sempre.
Hollebeck è la madre di Ortello e ava di Orsenigo. Che vogliamo proseguire a fare….Beh intanto diciamo che a Gornate , il nostro nobile crea uno degli allevamenti più importanti d’Italia, certo vicino a Dormello si capisce… nel dopoguerra fu acquistato da Egidio e Bianca Verga ( calzature di Tradate) e siccome quella era terra benedetta e poi c’era il Maestro Enrico Arcari a muovere le fila ecco che ti nascono Molvedo, Sedan e compagnia cantando.
Beh torniamo a De Montel. Dò per scontato che tutti conosciate la sua giubba : nera come il berretto con cuciture bianche. Pare che in tutta la sua vicenda ippica , almeno un quarantennio, non abbia mai sporto reclamo . Altri tempi . Le prime due classiche arrivano nel 20 e 21 : Sissa le Oaks ed Ellera l’Elena. Poi tutto il resto, ad esempio tre derby e altre quattro Oaks. Erba una campionessa assoluta, la rivale di Delleana, ecco le fazioni. Macherio che vinse il MIlano altro fuoriclasse, in quei maledetti anni di guerra.
Già e i professionisti che hanno lavorato per lui ? Il top. Vietti Violi he gli costruisce la scuderia , capolavoro del Liberty . Willie Carter e Luigino Regoli gli allenatori, come dire Ancellotti e Guardiola. Paolino Caprioli e poi Enrico Camici i fantini , cinque Arco di Trionfo in due, come Baggio e Totti. Insomma la sua attività imprenditoriale la trasferiva nei cavalli : il meglio sempre. Non possiamo non approfondire almeno i suoi grandissimi , dai. Ortello ( Teddy e Hollebeck) nasce nel 26 come Cavaliere d’Arpino . Score da favola : 19 corse , 16 vittorie e uno dei piazzamenti fu nel secondo Arco disputato, il primo lo aveva ovviamente vinto. Come il Chiusura ( stile Tesio) , il Derby, il Milano, l’Italia e il St Leger. Come avrà fatto a perdere da Aruntius il Gran Criterium? Mistero ma tesianamente subito dopo gli diedero i 1400 dritti del Chiusura e vinse sulla compagna Erba. Chiusura che gli diedero un anno dopo , post 2400 dell’Arco, e perse di corto muso battuto da Gerard, mah. Andò, perché cosi esigeva la cultura ippica del tempo, ad Ascot per la Gold Cup ma non riuscì a correrla, causa botta al ginocchio nell’ultimo trial.
Mamma mia che fuoriclasse è stato Orsenigo, il grande capolavoro di Luigino Regoli che ha allenato anche Macherio e anche con Diacono fece meraviglie. Orsenigo pazzesco, che jella nascere nel 40. Pensate che De Montel lo aveva costruito andando a prendersi Oleander che Ortello aveva battuto , dandogli Ostana , nipote di Hollebeck. Beh pure lui geniale. Orsenigo 10 corse e sette vittorie. Qui conta il Milano pazzesco, quello del record che ha resistito una vita : 3’08’’ e 4/5 come Niccolò dell’Arca. Idem nel Derby, 2’27’’1/5.
Allora , mente locale . Tesio nel derby gli schiera contro Simone da Bologna , primo nel Parioli, Nakamuro , fratellastro di Nearco e leader di scuderia, Tokamura una campionessa indiscutibile. Orsenigo se li mangiò uno dopo l’altro. Nakamuro esalò l’ultimo respiro ai 200 e lo seguì a 5 lunghezze. Nel MiIano gliene mise contro quattro : Tokamura, De Nittis , Fortuny e Nicolaus. Annaspando , Tokamura riuscì a finire seconda a 6 lunghezze. Aggiungete anche l’Italia e ditemi voi se un cavallo del genere non avrebbe vinto l’Arco.
Nel 43 impossibile muoversi. Come successe a Fiorenzo Magni in giallo quando ritirarono lui e la squadra per protesta. Macherio, sempre Luigino Regoli, era un Ortello più sfortunato perché nato nel 41. Vinse il Parioli, il Milano e il St Leger oltre al resto. Trovò Torbido di donna Lidia nel Derby. Erba per chiudere perché la abbiamo fatta un po' lunghetta. Una Havresac , ovviamente, del 25, Che cavalla : Gran Criterium, Oaks, due Jockey Club e terza nel Milano. Avercene e Giuseppe De Montel ne ha avuti ancora tanti altri di ottimi cavalli, anzi di campioni, oltre a questi fuoriclasse. Chi fu il suo continuatore ? Non ho dubbi : Carlo Vittadini






















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