Fieracavalli, presentato un libro che "allena i sentimenti"
Verona- Oggi, ancora una volta dopo tanti anni, ho fatto un giro a Fieracavalli. Una delle cose più apprezzabili di questo variegato contesto è la possibilità di trovarsi improvvisamente coinvolti in settori e attività equestri completamente diverse da quelle che siamo soliti ricercare.
Devo alla mia amica Nicoletta Danieli, gentlemen driver, la stesura inaspettata di questo articolo, e alla provvidenza di offrirmi le storie più belle proprio quando non le sto cercando.
Partecipo così, presso lo stand della Regione Veneto, alla presentazione del libro “L’improbabile gioia”, Antiga Edizioni , ovvero le varie vite del cavallo Tiger e dei suoi “angeli custodi” , direttamente dalle parole dell’autore Paolo Borin, supportato da varie note figure tra cui il governatore Luca Zaia e la presidentessa della FISE Veneto Clara Campese.
Ma chi è Tiger? Tiger Allez, questo il suo nome completo, è un trottatore, la cui storia dall’inizio molto toccante ha il potere di smuovere anche la più insensibile delle coscienze. Questo povero cavallo venne abbandonato presso l’ippodromo di Firenze nel 2012, anno della sua chiusura; confinato in un box senza niente di cui nutrirsi ma fortunatamente con dell’acqua a disposizione. Questa incresciosa situazione si protrasse per lunghe settimane, fino a che, per bontà d’animo di un ragazzo disabile, il cavallo venne tratto in salvo e lentamente recuperato, per poi arrivare presso la scuderia La Barchessa di Casale sul Sile (TV), struttura appassionatamente progettata e costruita da Paolo Borin per accogliere e allenare i trottatori.
Questo è solo il cinematografico inizio di quella che è la bellissima storia che Borin ha voluto riportare, nella quale naturalmente non manca la dolce e giovanissima amazzone Alizée, pronta ad adorare, ricambiata, il protagonista Tiger e a dimostrare il loro valore nelle competizioni di salto ostacoli.
Nella mia esperienza e visione, non esiste al mondo cavallo che non valga la pena di raccontare. Ogni meraviglioso sguardo millenario che si posa su di noi, venga esso da dietro le sbarre di un box, dal brusio di una premiazione, da un carro bestiame diretto in Polonia o dal curatissimo paddock di una scuderia blasonata, ha tanto da trasmettere e da offrire.
Paolo Borin, raccontandoci Tiger, porta alla luce la storia di tanti cavalli. Tramite questa vicenda, prendiamo atto della fragilità dell’uomo e della sua brutalità nel rimanere attaccato al mondo del denaro a tutti i costi, a scapito di altri esseri viventi così facilmente “sacrificabili”. E allo stesso tempo, realizziamo come un gesto, il dare ascolto a un richiamo di vita, possa in un momento cambiare radicalmente il corso delle cose.
Offrire ad un cavallo una nuova vita, per chi come me crede fermamente nel rispetto e nella comunicazione con gli equini, è praticamente un atto dovuto. Quello che invece non è affatto scontato è che nel dare al cavallo questa nuova possibilità ci si metta del sentimento. Il sentimento, profondo, limpido e vero che un appassionato gentlemen del trotto ha fatto suo ormai da molti anni, non solo nella scrittura ma anche nella gestione della sua scuderia, come confermano coloro che hanno il privilegio di frequentarla.
Il mondo del trotto è per me ambiente completamente nuovo, ed è stata la più gradita delle sorprese rendermi conto che in pista, insieme ai trottatori, si possono allenare anche tanti bei sentimenti. Perché anche in un contesto dove i cavalli vengono allevati e addestrati con un fine economico ben preciso, dove non mancano i paletti, si possono incontrare persone capaci di cogliere l’immagine del cavallo e del suo legame con l’uomo a tutto tondo, come due entità in grado di completarsi a vicenda, in un mutuo scambio di energie positive. E, come si evince dalle stesse parole di Paolo Borin, ancora più grande è il risultato dove in fondo alle guide c’è un cavallo felice di collaborare