Dettori porta al successo Il Grande Gatsby nel Premio Pisa
PISA. Pisa ha onorato il suo rito, la gente si è stretta in un abbraccio a uomini e cavalli nel giorno della sua corsa più bella, il Premio Pisa. San Rossore era un teatro che splendeva nella sua magnificènza. Una grande giornata d'ippica in uno scenario di rara bellezza. E con un attore protagonista, Sua Maestà Lanfranco Dettori, che a 51 anni dopo aver vinto corse in tutto il mondo era atterrato sotto la Torre Pendente per aggiungere quella race carica di storia e fascino che mancava alla sua formidabile collezione, recentemente arricchita con il quarto sigillo nella Dubai World Cup.
Una giornata di corse che anche il pubblico a casa ha potuto apprezzare nelle belle immagini televisive arricchite nel racconto dalla competenza di Marranini, dal garbo di Querci e dalla curiosità di Fenzi, i tre giornalisti che ci hanno introdotto nelle pieghe dell'evento. Alle 18 i puledri di tre anni hanno sfilato al tondino del Gran Premio. Vi spiccava per modello, eleganza e una massa muscolare impressionante, Il Grande Gatsby, un cavallo sauro in corsa per il giallo e verde della famiglia Berardelli. Vi saliva in sella un Dettori concentrato e voglioso di regalare al pubblico l'ennesima pennellata di una galleria di monte sopraffine. Alla sgabbiata andavano in avanti The King's Horses e Salah Al Din, con i favoriti Il Grande Gatsby, Vecello e Bahja Del Sol appostati nelle posizioni centrali. In retta l'azione dei battistrada si affievoliva e a centro pista la casacca giallo verde di Dettori si avvicinava nei binocoli, prendendo presto il sopravvento. Bastavano un paio di sbracciate di Lanfranco perché quel sauro potente aprisse il compasso e sul tappeto erboso galoppasse leggero ma coprendo una marea di metri ad ogni falcata. Plastico ed efficace, questo cavallo imbattuto a San Rossore.
Dietro provavano a risalire Vecello e Bahja Del Sol e dal fondo Sunny River e Il Gani ma Frankie e l'allievo di Endo Botti aveva già chiuso la partita. Quattro lunghezze sul traguardo tra il purosangue che ricorda nel nome il romanzo di Francis Scott Fitzgerald e Bahja Del Sol che per il posto d'onore stampava Vecello. A tre lunghezze Sunny River, che concedeva il rientro e aveva optato per una tattica prudente, era quarto su Il Gani, quinto. "Al Parioli, al Parioli" esultava con buoni motivi Guido Berardelli, orgoglioso dell'impresa del cavallo che rappresenta il sogno di vittoria di una famiglia che ha scritto pagine meravigliose della nostra ippica. Al rientro c'era il consueto salto da cavallo di Lanfranco, il suo marchio di fabbrica, mentre un applauso scrosciante si levava da quel teatro magnifico pullulante di colori, abiti eleganti, donne e bambini, compresa la gente che semplicemente viene all'ippodromo una volta l'anno per quel rito meraviglioso che è il Premio Pisa.
E' stata una domenica che sarebbe piaciuta a Scott Fitzgerald, con la sua penna che ha descritto il fascino di un mondo luccicante, dove eleganza, signorilità si mescolavano ai sentimenti dove corre la vita e batte il cuore degli affetti e delle passioni.