Corse e scommesse, la Francia ci insegna
SECONDO TURNO delle audizioni di esperti stranieri nell'ambito degli Stati Generali dell'ippica (Biblioteca del MIPAAF a Roma). Dopo Louis Romanet in rappresentanza di France Galop, nel pomeriggio di lunedì 16 febbraio è toccato a Bertrand Bélinguier presidente direttore generale del Pari Mutuel Urbain (società per la raccolta delle scommesse extra-ippodromi in Francia) e di Engelbert Halm general manager del Direktorium ippico in Germania.
Bélinguier, in apertura, ha analizzato la situazione mondiale ed ha affermato che solo Francia, Giappone e Hong Kong possono considerarsi "in buona salute". Ha poi spiegato che il successo della Francia è da attribuirsi essenzialmente alla perfetta sinergia tra chi allestisce le corse dei cavalli e chi provvede alla organizzazione delle scommesse. Il PMU, è bene ricordarlo, ha una diffusione capillare su tutto il territoio nazionale con punti-vendita attivi fin dal mattino nei bar e nelle tabaccherie.
Determinante, secondo Bélinguier, è stata la riforma del 1997, voluta soprattutto dal compianto industriale-editore Jean-Luc Lagardere, riforma che ha portato alla strettissima collaborazione tra PMU e Cheval Francais per il trotto e France Galop per il galoppo. Il tutto gestito con mentalità manageriale (vedi scommesse via internet) e con il criterio basilare della "azienda privata". Morale della favola, nel 2008 il giro complessivo delle scommesse ippiche in Francia ha superato i 9 miliardi di euro e il trend è in crescita. I francesi che giocano sui cavalli sono almeno 6.500.000 e il 40% di loro è costituito da donne: cifre che vanno attribuite anche a efficaci campagne promozionali e alla presenza costante dei cavalli in televisione (Tv nazionali e di settore, come Equidia).
A proposito delle norme europee che impongono la completa apertura del mercato delle scommesse agli stranieri, Bélinguier ha dichiarato che ciò avverrà a partire dal 2010 ma che si tratterà di una apertura "maitrisée", vale a dire di una apertura rigidamente regolata da una legge molto chiara e molto precisa.
Per quanto riguarda la situazione dell'Italia, Bèlinguier ha affermato di parlare "con umiltà e simpatia". I nostri problemi, secondo lui, sono da attribuirsi all'eccessivo incrociarsi di ruoli (Mipaaf, Unire, Aams, Sogei e così via) senza una precisa strategia comune, ai troppi cambi che si sono avuti al vertice dell'Unire negli ultimi anni, all'eccessivo numero di persone che ritengono di avere voce in capitolo, alle troppe leggi e alla pressoché totale assenza della televisione e della promozione.
Engelbert Halm non ha potuto far altro che illustrare la situazione disastrosa dell'ippica in Germnia: "Sarei felicissimo se la nostra crisi fosse come quella italiana...". In effetti, il montepremi tedesco per trotto e galoppo nel 2008 è stato di 22 milioni, più o meno un decimo di quello italiano! Il paradosso è che, almeno per quanto riguarda il galoppo, gli allevamenti producono eccellenti cavalli che vengono esportati in tutto il mondo e poi ottengono risultati ad alto livello.
Le audizioni di esperti stranieri proseguiranno martedì 17 febbraio con Dominique de Bellaigue e Isabelle Decostanzi presidente e segretaria della SECF (Cheval francais, trotto), Marc Damians presidente della Societé Hippique Francaise (cavallo da sella) e Brian Kavanagh per il Comitato Europeo delle Pattern Races (corse internazionali di galoppo). Le audizioni si concluderanno il 6 marzo con il rappresentante della British Horseracing Authority e con il rappresentante dell'ippica in Svezia.






















.jpg)




