Qui sopra e in home page, Mauro Checcoli durante la conferenza. Sotto cliccando la squadra italiana entra in campo per l\'inaugurazione dei giochi a Karuizawa . Angioni, Ravano, Checcoli ed Argenton
Tutti in piedi, parla Checcoli eroe dei Giochi ''64
IL PROF. SALVATORE AGNES, presidente della Società Ippica Romana (l’epica Farnesina) dopo aver salutato la neo- eletta presidente della FISE Antonella Dallara, ha dato il via alla conferenza dell’Ing. Mauro Checcoli.
Un bravo professore, un insegnante, all’università, al liceo, in campo ostacoli fa bene il suo mestiere, se é colto (esperto) e se sa tenere viva l’attenzione dei suoi allievi. I fuochi d’artificio (“dolci bombette”) di Mauro, che mercoledì nel pomeriggio ha tenuto uno stage ai ragazzi della S.I.R. in maneggio, sono iniziate con un filmato giapponese della prova di salto ostacoli delle Olimpiadi di Tokyo del 1964, dove la squadra italiana di completo ha vinto l’oro a squadre e Mauro Checcoli l’oro individuale.
In quell’anno, il 1964, l’allora presidente della FISE, il Generale Tommaso Lequio di Assaba, pure lui medaglia d’oro olimpica, raccoglieva i frutti di un coraggioso ed intelligente lavoro di bravo presidente. Piero, Raimondo e Graziano (allora la squadra era formata da tre cavalieri, Stefano Angioni era la riserva con Canio) tornarono tristi e mortificati da quell’Olimpiade di salto ostacoli in Giappone perché “solo” terzi.In quell’anno, la scrivente aveva 16 anni e ricorda tutto, ovviamente, benissimo. Tra l’altro, proprio nel '64 aveva fatto parte della squadra juniores che vinse i campionati europei a Budapest. Lequio morì nell’inverno del 1965.
Il filmato giapponese dell’epoca e le parole dell’Ing. Checcoli nel salone delle assemblee della SIR han tenuto incollati alle sedie i presenti a bocca aperta. Mentre le immagini in bianco e nero correvano sullo schermo, Mauro, dopo i vari contendenti, con affetto e competenza ci ha descritto il suo cavallo ed il suo percorso netto,in perfetto stile italiano.
Era secondo, dietro Richard Meed, dopo la prova di campagna , ma le cose sono cambiate, dopo la prova del cavaliere britannico in concorso, che commetteva errori vari e che era partito prima di lui. Due errori avrebbero portato a Mauro l’oro individuale. Bisognava fare netto per far vincere la squadra. Fu netto, da brivido, è stata vera gloria. Primi.
Sunbean era un cavallo violento, ben addestrato ed allenato da Mauro sotto la guida di Mangilli. I giapponesi per il concorso completo avevano copiato l’impianto dai Pratoni del Vivaro. Parteciparono a quelle olimpiadi le Nazioni più forti del mondo, australiani compresi. Gli unici tre percorsi netti della prova di concorso ippico, dopo le massacranti prove di campagna sono stati quelli di Giuseppe Ravano, Carlos Muratorios, Mauro Checcoli.
Il cavallo Sunbean nella parte finale della campagna, all’improvvisa apertura di un ombrello da parte di un fotografo ha tirato tre belle sgroppate per “sgridare” quel salame che lo stava disturbando! “Sgalopazzandosela”, nonostante il terreno pesantissimo, perfettamente in forma,con le orecchiette dritte e puntate in avanti, fino al traguardo.
L’Ing. Checcoli ha quindi ricordato le origini della nostra equitazione italiana…che sono le origini dell’Equitazione. Dopo il rivoluzionario Caprilli, arriviamo ad Amalfi ed Alvisi. Alvisi, in borghese, è stato convocato in Francia da Danlou ed è stato per tre anni a Saumur.
E poi si è parlato di Inghilterra, Irlanda, Stati Uniti, Canada, tutti luoghi dove è arrivata la dotta equitazione italiana. Dobbiamo pertanto fare attenzione ai turlupinatori circolanti oggigiorno in Italia che, approfittando dell’incompetenza, parlano ragionieristicamente di cavalli, ignorando nei loro studi, completamente, l’ambito delle funzioni. Figuriamoci a cavallo! Per non parlare della nozione di equilibrio nella dinamica, di impulso e del suo controllo in leggerezza.