Cavalli, una preziosa gemma da saper raffinare
Mettendo in ordine cassetti mi e’ capitato questo scritto di mio padre: l’Ing. Giulio Binetti in cui papa’ fa un paragone un po’ ardito tra i minerali ed i cavalli.
Papa’ e’ mancato nel 2009 a 92 anni. Mi fa piacere riproporlo, perche’ l’amore per i cavalli illuminava ed illumina gli appassionati di cavalli e di sport equestri di anni fa, come di oggi.
La “macchina cavallo” per il salto ostacoli e non solo, era un tempo studiata nei minimi particolari.
Sia nella fase di allevamento, come nella fase di addestramento ed i tempi, soprattutto in questa seconda fase, erano lunghi, non brevi.
Un cavallo e’ cresciuto completamente nel suo sviluppo osseo e cerebrale a otto anni.
Oggi , gli allevamenti specializzati in cavalli da concorso ippico, in tutto il mondo ,( last but not least l’Italia, si’ nella qualita’ se non nei numeri), sono di una bellezza e di una potenza imparagonabili a quelli di un tempo.
Mi permetto di raccomandare , da parte degli addestratori e degli utilizzatori, la solita cura e dedizione.
Noto che chi vince tutto in ambito internazionale sono gli Svedesi, con una monta leggera ed in avanti, che mi ricorda bene gli antichi fasti e successi dei nostri rappresentanti, eredi dell’equitazione naturale di Caprilli.
Giovanna Binetti
“Brillanti, smeraldi, zaffiri, rubini, sono alcune delle meraviglie create in millenni dalla natura.
Ben poche persone saprebbero intuire l’intrinseca bellezza in queste pietre, appena estratte dalla miniera.
E tali sarebbero restate (pietre grezze) se alcuni intuitivi uomini, dopo averle estratte, non avessero scoperto, insieme ad abili artigiani le caratteristiche cristallografiche delle gemme. Significativo e’ il contrasto tra la rudezza e brutalita’ dei metodi di estrazione e la delicatezza con cui, successivamente, sono trattate queste pietre per evidenziarne le qualita’ naturali possedute.
Dobbiamo ringraziare questi artisti che, con difficili tecniche sanno liberare da apparenti ciotoli lo spirito racchiuso e nascosto nelle loro forme cristalline.
Questi artigiani, con le gemme da essi liberate, dal primitivo involucro, sono per i luoghi, i paesi, dove essi operano, ricchezze incommensurabili, superiori al valore delle stesse miniere da dove sono estratte le pietre preziose.
Con una similitudine a prima vista un po’ azzardata, un’altra opera della natura, prima nascosta, poi tendente, dopo lungo lavoro da parte del tempo e dell’uomo, ad una perfezione ideale, e’ il cavallo.
I suoi antenati, dopo aver saltellato nel nord del continente americano, mutando per selezione della natura, le primitive forme per divenire grezzi e tozzi animali, caricature dell’attuale cavallo, dopo aver attraversato lo stretto di Bering, si sparsero per l’Asia. Selvatici o guidati da pastori, verso climi piu’ temperati, si spostarono seguendo il sole. E l’uomo comincio’ a scegliere gli animali che piu’ rispondevano alle proprie necessita’. Inizio’ a dividere i cavalli a sangue freddo, per i lavori dei campi, per i trasporti, dai cavalli a sangue caldo che l’aiutavano nella caccia e nella guerra.
Indi, affinandosi i gusti e moltiplicandosi le necessita’ e le domande degli utilizzatori, gli allevatori ne plasmavano ulteriormente fisico e carattere, incrociandoli e selezionandoli.
Le grandi masse umane, o per fame o per desiderio di conquista o per guerre di religioni di tutti i tipi…si spostarono nei secoli trascorsi con i loro cavalli, i loro greggi da una regione ad un’altra, lasciando tracce del loro passaggio nelle zone attraversate.
Quindi, oltre a famiglie famose come i Gonzaga e popoli come gli Arabi (che crearono il cavallo arabo), anche contadini e pastori che si trovavano un cavallino appena nato, uno stallone o una fattrice azzoppati, avendoli allevati ed anche, infine, il puro caso, furono gli artefici agli albori, i creatori delle vaie razze.
Abbiamo oggigiorno vari tipi di razze, ma per il continuo evolversi dei tempi, dei gusti, ancora si continua e si deve continuare con le selezioni,sperimentando gli incroci dei geni racchiusi nel sangue degli animali, per ottenere forme e prestazioni che vieppiu’ soddisfano le esigenze degli utilizzatori.
Ed abbiamo gli armoniosi cavalli francesi creati da pochi decenni, gli irlandesi, derivati da incroci di purosangue con razze locali, i nuovi cavalli olandesi. Vediamo il continuo raffinarsi dd ingentilirsi dei poderosi hannoveriani e trakhenner, assistiamo annualmente a Grosseto al miglioramento del cavallo italiano.
Dall’Unione Sovietica oltre alle confermate razze tradizionali che trovavano e trovano impiego in numerose attivita’ sportive e di lavoro, si e’ iniziato nel 1950 a produrre il cavallo Ucraino, per i moderni concorsi ippici .Frutto di incroci tra hannoveriani e purosangue inglesi. In tutte le razze dagli sportivi più amate ed ammirate vi e’ il cavallo arabo. Il cavallo arabo e’ una gemma scoperta secoli fa: per il suo sangue, per le sue forme, per il suo carattere; e il ceppo su cui si sono innestate e si innestano oggi, tutte le razze di cavalli per lo sport.
Fra i cavalli arabi oggi ve ne sono alcuni che sono di una forma ideale, superiore alle idealizzate sculture dello stesso Fidia.
Nella selezione dei cavalli, la parte piu’ difficile e’ plasmare lo spirito. Il cavallo deve essere pronto ad apprendere quanto l’allevatore, l’addestratore e l’utilizzatore gli chiederanno. Un solo anello della catena difettoso puo’ annullare una lunga serie di sforzi, sacrifici, spese.
Oggi si tende ad avere oltre ali cavalli per le corse del trotto e del galoppo i cavalli per il dressage, dove e’ richiesta una bellezza statutaria, armonicita’ nei movimenti, tranquillita’ di carattere. Cavalli da completo, dove doti precipue sono la resistenza, il coraggio. Cavalli da concorso dove, dati i piccoli spazi, in cui oggi si svolgono molte competizioni e’ necessaria: potenza, docilita’, sangue ed una certa attivita’ raziocinante. E questi selezionati cavalli, possono costituire una ricchezza per la nazione che li produce.
Gli amanti dei cavalli dovrebbero essere riconoscenti per il lavoro svolto nei secoli da questi “tecnici” che hanno scoperto e continuano a scoprire quanto fornisce la natura, assemblando e plasmando quel meraviglioso animale che e’ il cavallo”
Giulio Binetti