''Seconda vita di un cavallo ma con mani giuste''
Caro Direttore, da anni mi occupo come volontaria di ricollocare e dare una seconda possibilità di vita ai cavalli "che vanno al macello" (formula oramai comunemente usata per intendere che sono cavalli dal futuro incerto...). Inizialmente l'entusiasmo di sapere di aver aiutato un altro essere vivente aveva la meglio sulla consapevolezza che la seconda vita a volte poteva essere più difficile della prima se affidata a mani sbagliate, che non necessariamente devono essere mani di persone indifferenti al benessere del cavallo. Possono essere infatti mani piene d'amore per il cavallo adottato, ma vuote di esperienza con questo animali e quindi atte a produrre notevoli rischi sia per l’uomo che per l’animale.
Questa consapevolezza è arrivata in un secondo tempo quando la mia scelta è diventata più matura e ha portato sia me che tutto lo staff che nel tempo si è costituito intorno a questo progetto targato "Scuderia dell'Unicorno", ad essere spesso severi e dubbiosi davanti a richieste di affidi e adozioni o davanti a richieste di cessioni dei cavalli.
Nel primo caso ci troviamo spesso di fronte a richieste di persone che vedono nel così detto cavallo "gratis" un affare e una possibilità di realizzare il loro sogno di bambini di avere il cavallo (sogno che in età infantile tutti i bambini fanno): appunto avendolo gratis e non dovendo pagare somme per l'acquisto! La realtà è però un po’ diversa...il costo maggiore di un cavallo non è l'acquisto ma il giusto mantenimento nel rispetto del suo benessere psico-fisico (alimentazione, ampi spazi , giusto ricovero, cure etc.)
Nel secondo caso ci troviamo spesso di fronte a proprietari che ci chiedono di trovare una collocazione per un cavallo, oramai troppo anziano, che quindi rappresenta solo un costo (dopo che
magari per tutta la vita ha fatto fare gare, concorsi e /o belle passeggiate) , oppure per un altro che non si è rivelato quel “super atleta” che ci si attendeva, oppure, semplicemente, un cavallo con problemi fisici ( spesso agli arti) o con problemi comportamentali (spesso cavalli "difficili" ovvero cavalli che hanno ancora la forza di fare i cavalli).
Scegliere quali e quanti cavalli "salvare", perchè seriamente a rischio non è cosa facile!
L'emotività ti porta a dire sì a tutti ma a volte in mezzo a tante richieste ce ne sono alcune finte formulate solo per "pulirsi" la coscienza.
Nel tempo ho capito che bisogna imparare a regolarsi, a informarsi bene del caso anche rischiando di perdere l'affido, bisogna sapere quali siano le vere necessità, così come bisogna saper scegliere poi per quel cavallo la sua "seconda vita" e soprattutto il suo nuovo compagno umano.
E’ difficile dire no a delle richieste o dover far compilare un "test" d'ingresso "attitudinale" e scegliere di basarsi su quello e/o su controlli pre-affido per dire: sì questa la scelta è giusta!
Ogni partenza di un cavallo che va incontro alla “seconda vita” è una"stretta" al cuore dove la gioia si confonde con la preoccupazione di aver scelto per il meglio!
Negli ultimi anni varie associazioni sono nate (anche sulla scia del progetto dell'Unicorno) più o meno con lo stesso intento di salvare i cavalli.
Noi e queste altre associazioni (ognuno con la propria metodologia) ci siamo sostituiti ad un obbligo che avrebbe dovuto essere specifico di chi governa il comparto dei cavalli (cioè gli enti governativi e le federazioni). Dovrebbe spettate a loro, infatti, assicurare a tutti i cavalli sportivi una dignitosa vecchiaia. Mi rendo conto come, oggi più che mai, questa possa sembrare un'idea utopistica.
E’ stato così che noi, amanti di questo splendido animale, ci siamo progressivamente trasformati in una sorta di “Istituzioni” che tentano di garantire come possono, una seconda vita per i cavalli.
Poiché molti (allevatori, allenatori, proprietari, cavalieri) chiedono un appoggio e ci sono molte persone di buona volontà (anche se spesso di scarsa esperienza) disponibili a dare un aiuto concreto, credo che sarebbe opportuno che tutte le associazioni che si occupano di collocare i cavalli a fine carriera iniziassero a valutare l’opportunità di organizzare corsi per insegnare quale debba essere il modo corretto di gestire un cavallo, soprattutto da terra.
Sono consapevole del momento difficile che sta attraversando tutto il comparto ippico e quindi dell’importanza crescente del ruolo svolto dalle nostre associazioni sempre più sommerse ( per fortuna, vorrei dire) da richieste di aiuto e sempre più impegnate a favorire corrette modalità di adozione. Con questa lettera volevo sottolineare che il cavallo non è un giocattolo, ma è un essere vivente di 500kg che ha esigenze e abitudini che vanno rispettate per consentirgli di vivere una seconda vita rispettosa del suo benessere psico-fisico. Fare per lui la scelta migliore è spesso difficile e noi del progetto "Scuderia dell'Unicorno" ne siamo consapevoli!
Grazie per l'attenzione
CATIA BROZZI