Salto ostacoli, Porro: Un Mondiale coi fiocchi.
L’illusione nasce quando uno stimolo esterno reale viene erroneamente percepito o interpretato. Chi pertanto abbia pensato che ai recenti ai Campionati del Mondo di Salto Ostacoli nello stadio di Herning, in Danimarca, l’Italia abbia raccolto solo sconfitte, si ravveda. E’ un illuso.
Lo attesta il sacrosanto giudizio del commissario tecnico e selezionatore FISE Marco Porro in una fresca intervista: “Io sono veramente molto soddisfatto dei nostri ragazzi e dei loro cavalli. Adesso dobbiamo continuare così, aggiungendo un tassello dopo l’altro: e andare avanti”.
Da Herning l’Italia del salto ostacoli è tornata con due tredicesimi (squadre e individuale) e un ventunesimo piazzamento. La matematica è una scienza esatta ma l’interpretazione dei numeri a volte no. Il 13° posto su 22 team in campo è una plateale debacle, tutte le attuali migliori Nazioni sono arrivate davanti agli azzurri e compresa la modesta Austria.
L’obiettivo era, se non piazzarsi tra le prime 5 e ottenere la carta olimpica (che sfugge agli italiani da Atene 2004) per Parigi 2024, almeno rientrare tra le prime 10 che accedevano alla finale. Se abbiamo mancato quella a squadre, altrettanto è successo nell’individuale. Ritrovarsi - come accaduto a F One Usa/Lorenzo De Luca e Conquestador/Antonio Maria Garofalo - nella prima prova di domenica non era entrare in finale (in cui andavano 12 binomi) ma solo in semifinale. Come è norma in tutti gli sport, la finale è infatti solo l’ultima gara, quella che veramente assegna le medaglie.
Su un aspetto però il simpatico c.t. Porro ha ragione: “Un Campionato del Mondo lo si prepara partendo con due anni buoni di anticipo, e con risorse a disposizione…”. Pur se la sua affermazione fa affiorare qualche dubbio. Allora Duccio Bartalucci - nel cui incarico il tecnico lombardo è subentrato e del quale era il vice fino al 2021 - sulla preparazione al Mondiale non ha mai lavorato, e con lui la FISE. Possibile?
Quali saranno i citati “tasselli” per andare avanti per ora non è dato di sapere. O forse si: “Speriamo che qualcuno si accorga di questa nostra voglia, la voglia di riportare l’Italia in alto, e che magari ci compri qualche cavallo…“. Speriamo italiano, perché sarebbe ora che anche il Bel Paese pensasse - con l’aiuto improcrastinabile di MIPAAF e FISE - all’allevamento. Se non altro per dare una mano al nostro PIL, argomento che sta tanto a cuore al terzo piano di Viale Tiziano.