Riflessioni sul passato, aspettando la primavera del galoppo
Per gentile concessione di Trotto e Turf, pubblichiamo una breve ma intensa storia del galoppo tratteggiata dalla penna di Mario Berardelli, il nostro punto di riferimento per il turf declinato a cultura e tradizione.
Le corse dei cavalli nascono spontaneamente, non vengono inventate. E’ noto a tutti che nella Inghilterra del 500 e della prima parte del 600 è la “sfida” che da senso alla corsa. Sfida tra nobili della zona che ritengono il proprio cavallo superiore a quello dell’altro magari al termine di un lungo percorso da una chiesa ad un castello attraverso fossati, mura di cinta, tronchi di alberi, torrenti e quanto altro lungo il tracciato.
Adesso proviamo a leggere il fenomeno da un’altra angolazione : bene la corsa , sovente match a due , d’accordo sulla presenza dei due nobili con familiari, ovviamente imprescindibile il cavaliere e poi? Naturalmente la notizia della “sfida” non resta segreta, i media dell’epoca ovvero il passaparola nelle Taverne o nei luoghi di aggregazione, diffondono e esplicitano i termini del grande evento. Tutti lo vengono a sapere e, nel giorno tanto atteso, tanta gente si assiepa lungo il percorso e chiaramente si concentra all’arrivo.
Contestualmente alla corsa nasce l’ippodromo, l’uovo di Colombo. Che cosa è un Ippodromo se non il meraviglioso luogo di aggregazione dove la “ gente” si incontra, si raduna, si emoziona, si diverte da oltre 500 anni? Infatti ben presto si abbandonano i percorsi naturali e tutto viene trasferito in una località, l’ippodromo, dove il tracciato, la pista, viene disegnata possibilmente seguendo ( in Inghilterra soprattutto) la natura del posto, dove l’arrivo è sempre allo stesso punto o al massimo ce ne sono due, dove per vedere meglio vengono erette tribune prima di fortuna poi confortevoli, dove immancabilmente si beve e si mangia, insomma si sta di lusso. Dove, ecco perché il Turf è Cultura, si disputa, si dibatte, si ragiona, ci si confronta intorno a corse, cavalli, genealogie, forma, tipo di corsa e tutto quanto altro costituisce quell’Unicum straordinario e intelligente che chiamiamo “ ippica”. Dove ovviamente per dimostrare che si è nel giusto si suffraga la propria idea tangibilmente attraverso la scommessa che è stupenda speculazione intellettuale, esercizio raffinato di intelligenza, niente a che vedere con il compulsivo rischio affidato solo al caso e alla sorte.
Dalla prima metà dell’800 tutto questo accade anche in Italia e ,progressivamente, attraverso una organizzazione sempre più al passo con i tempi. E’ nel 900 che nel nostro Paese l’ippica, le corse, l’allevamento assurgono a ragguardevole fenomeno di Cultura, di partecipazione popolare entusiasta al punto da occupare un posto privilegiato nell’immaginario collettivo del costume. Le domeniche all’ippodromo , sia esso metropolitano o provinciale, sono sempre state splendido momento di aggregazione. In primavera poi si è sempre vissuto lo zenit di questa partecipazione festosa e felice. Non è solo la stagione dei fiori, è anche quella del grande Turf e delle sue “classiche”, in Italia ma anche in Europa. A Milano come a Roma nei festivi i 10.000 spettatori sono stati la norma, nei grandi giorni si superavano i 15.000, era difficile trovare posto anche lassù all’ultimo piano della tribuna e nel parterre si circolava a stento, intorno ai picchetti degli Allibratori c’era la ressa.
A Milano dove il lavoro è una religione è ancora vivo il ricordo del mercoledì in cui per vedere l’ultima rifinitura di Sirlad in vista di Parigi vennero in 10.000 appassionati. San Rossore è un fantastico Club all’aperto, Merano dove la primavera coincide con l’estate è sempre festa.
Non si può vivere di routine anche mentale, rialziamo la testa, usciamo dalla zona grigia, cerchiamo la luce, il sole, la gioia delle domeniche vive del Turf. Ne abbiamo ancora una volta la occasione, forse la pandemia con il calore ci darà nuova tregua, cosa ci può essere di più bello che stare all’aperto nel verde e nella natura? Adoperiamoci tutti affinchè la primavera sia ancora una volta la grande stagione del galoppo. A cominciare da Capannelle che sta per voltare pagina , uscendo dal suo inverno utile comunque a tenere accesa la fiamma della passione. Ora si cambia spartito , si allunga il passo, pronti a vivere ancora una volta tutti insieme una sorta di incantesimo gioioso. Le classiche dei tre anni, i confronti intergenerazionali ad alto livello, la scoperta dei due anni , agnizione ogni volta sublime, la giornata dei purosangue arabi, le manifestazioni collaterali che interagiscono con le corse , iniezione di pubblico nuovo da fidelizzare. Diamine come si fa a non emozionarsi ancora una volta , quella pista smeraldo che all’orizzonte incontra e bacia lo scenario incomparabile dei Castelli, quel luogo incantato dove insistevano solo alcune capanne per i cacciatori e che , a metà delll’800 come in una favola diventò palcoscenico magico della selezione. Abbiamo dinanzi a noi tre mesi ( marzo, aprile, maggio e il 2 giugno) da vivere immersi nella nostra passione secondo consueta cadenza, ove possibile, del martedì, venerdì e domenica.
E’ vero che le nostre corse di selezione sono in fase di decadenza , ce lo rammentano impietosi i rating e l’elenco di corse a rischio retrocessione. E’ innegabile, mentiremmo a noi stessi affermando il contrario. E’ vero anche che la organizzazione che sovraintende al fenomeno ippico vive di meccanismi non facili da gestire che impediscono quella agilità necessaria per essere al passo con il Turf internazionale, pagamenti su tutto ma non solo. D’accordo ma dobbiamo avere la forza morale e colta di insistere nel pensare positivamente, guai a flettere poiché perderemmo tutto ciò che di meraviglioso costituisce la essenza del Turf. E allora ? Risposta obbligata : segnate in blu sulla vostra agenda da veri turfman le date imperdibili che scandiranno la stagione romana. Ecco il primo maggio delle nostre Ghinee, sono il Parioli e l’Elena, il summit sul miglio per i tre anni, ecco il derby day il grande giorno , il nastro azzurro sui 2200 è in programma il 22 maggio, la vera festa del galoppo con anche il gran premio Presidente della Repubblica per gli anziani sui 1800, come il D’Alessio però sui 2400, il Tudini invece è pienamente intergenerazionale sui veloci 1200. Nello stesso pomeriggio anche il Perrone , listed rosa aurea sui 1100 , e lo Sbarigia rivincita tra i battuti del Parioli sempre sul miglio. Guai a mancare in questi due pomeriggi ma che ippici sareste se non metteste in calendario anche i giorni di selezione listed ? Natale di Roma ( miglio per anziani) e Circo Massimo ( ancora anziani sui 2000) il 20 marzo cioè subito, il Signorino sui 1800 che porta al Repubblica il 10 aprile, il Botticelli sui 2100 che profuma molto di Derby il 24 aprile, il Tadolina Patrizio Galli corsa rosa sul miglio il 15 di maggio. Condite il tutto con una abbondante spruzzata di HP quasi ogni domenica, sempre incerti e spettacolari, aggiungete una manciata di super condizionate che preparano selezionando e servite in tavola. Che si alzi il sipario e silenzio in sala, viva la grande ippica !