''Quel cattivo allievo di Raimondo D'Inzeo...''
Caro Direttore,
pochi giorni fa abbiamo assistito ad un convegno, organizzato dalla FISE, nell’ambito del quale i maggiori esperti del mondo di scienze etologiche ci hanno detto che il benessere del cavallo è una scienza misurabile attraverso i comportamenti del cavallo stesso.
In questi giorni viene proposto, su un canale televisivo dedicato al cavallo, il lavoro di preparazione alle gare di salto ostacoli effettuato da un noto cavaliere. Si può vedere il predetto cavaliere che monta un suo noto cavallo di alto livello alle tre andature avvalendosi di redini ausiliarie che tengono la fronte del cavallo in posizione verticale o leggermente sotto. Durante tutto il lavoro il cavallo, che manifesta una irregolarità ai posteriori, è protagonista di una serie di difese, più o meno evidenti.
Ad un certo punto, è lo stesso cavaliere (evviva la sincerità!) a dire testualmente “questo cavallo mi odia”.
Quanto precede mi induce ad alcune considerazioni:
- Il cavaliere, frequentando le gare internazionali, non può non sapere che la FEI ha vietato l’uso delle redini ausiliarie per “tenere” il cavallo in una posizione per più di dieci minuti: una commissione di esperti ha stabilito che richiede uno sforzo innaturale e quindi danneggia la muscolatura dorsale;
- Il responsabile del canale televisivo, avvalendosi di un cavaliere di successo (agonistico), ha fatto passare ai giovani cavalieri il messaggio:” per vincere le gare il cavallo deve soffrire”. Dovrebbe vergognarsi!
- La FISE, che non perde occasione per richiamarsi al benessere del cavallo e dovrebbe vigilare per l’attuazione dell’art. 401 R.D. “L’addestramento ha per scopo lo sviluppo armonioso dell’organismo e dei mezzi del cavallo. Di conseguenza rende il cavallo calmo, morbido, sciolto e flessibile, ma anche fiducioso, attento e perspicace, realizzando così una perfetta intesa con il proprio cavaliere”,
dov’è? Se è presente, batta un colpo!
Non entro in dettagli tecnici per carità di Patria. Questo cavaliere si è vantato pubblicamente di essere stato allievo di Raimondo D’Inzeo. Il compianto cavaliere, qualche mese fa, mi ha tenuto un’ora al telefono per manifestarmi il Suo sdegno dal momento che disapprovava totalmente l’attuale modo di montare del predetto cavaliere.
Carlo Cadorna





















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