''Quando il Prof. Monti scoprì i problemi dell'ippica...''
Caro Direttore, ci lasciano in mezzo al guado, con mezza riforma fatta e non finanziata, con tanti avvocati siciliani pronti ad insediarsi alla procura e a Unire Lab ormai incerti sui bagagli da fare o da disfare, con un 2011 ancora tutto da decidere. Scherzetto dei politici, improvvisamente fulminati dall’emergenza del debito pubblico, in sospetta coincidenza con il deprezzamento delle azioni care all’ormai ex primo ministro. Verrebbe da dire “…acci!” più che “Assi”.
Comunque, per rassicurare un settore che ha ancora la certezza di avere (lui per primo…) il governo tecnico di Ruffo, vale la pena di ricordare che il neo premier Monti ebbe a che fare con il nostro mondo una quindicina di anni fa e che dunque non è uno sprovveduto nel ramo scommesse, cosa che ad ogni cambio di poltrone tutti noi giustamente temiamo. Una quindicina di anni fa alcuni personaggi ippici dell’epoca erano soliti scambiare informazioni e proposte per avviare il settore in uno sviluppo legalmente sostenibile. Erano gli anni di Autonomia Tematica, del progetto di Tattarini di trasformare l’Unire in una agenzia (ve l’eravate scordato, eh? allora durò solo un paio di settimane…), delle interrogazioni di Mario Gatto contro il suo stesso partito, delle tirate di Libero Gualtieri e così via. Un giorno uno di noi stilò una lettera annotando, oltre a vari altri argomenti, tutti i paradossi che andava determinando la gestione di fatto concordata di tutti i delegati alle scommesse della Tris e della totalizzazione: contrastava con i principi di liberalizzazione difesi nella Comunità Europea proprio dal nostro attuale premier.
Dopo qualche giorno accadde una cosa che, francamente, nessuno di noi mai si sarebbe immaginato. Monti rispose alla lettera!
In modo garbato e disponibile, si dimostrò attento ai problemi dell’ippica italiana e argomentò in modo chiaro le sue risposte. Nel contesto, sia chiaro, non poteva fare molto di più ed aveva sotto mano gatte un po’ più robuste da pelare come si dimostrò poi quando alzò l’indice contro la posizione dominante di Microsoft. Sembra difficile che nel tempo le sue opinioni siano mutate, se è vero che al momento di essere stato nominato senatore a vita alle domande su come l’Italia avrebbe potuto uscire dal burrone la sua laconica risposta è stata “Occorre abolire i privilegi”.
Allora guardiamo serenamente al futuro. Il neo premier conosce già i problemi del nostro settore ed è uno che risponde alle lettere. Farà lo stesso anche oggi che le missive si sono trasformate in e mail?
Grazie per lo spazio, cordialmente
GIUSEPPE MOSCUZZA