''Corse ippiche fino a marzo. Ma è vero?''
Caro Direttore, nella splendida domenica di Pisa è passata quasi sotto silenzio in Tv una frase di Francesco Ruffo , il segretario dell’Assi. “Con due mesi di proroga vedremo…” Poche parole, quasi un mistero, un giallo nella giornata di festa, forse l’ultima. In effetti, ripensandoci a mente fredda, i 60 giorno ci sarebbero tutti, lo disse l’ex ministro Romano che l’ente aveva risorse in cassa per andare avanti fino a marzo 2012, e questi giorni, in cui finalmente è esplosa sulla stampa la rabbia e la preoccupazione di fronte alla prospettiva di un futuro senza ippica ma con tante macchinette e corse virtuali in più, non sono certo l’ideale perché i politici (o i tecnici…) possano mettere le mani nel nostro motore bruciato per riavviarlo, tale e tanta è la pressione per l’emergenza finanziaria.
“Ha da passà a nuttata…” insomma, come direbbe Eduardo: di fronte ad un mare calmo e con un ministro, come Mario Catania, già talmente schierato dalla nostra parte che potrebbe esibire una delle prime tessere dell’Associazione Giovani Ippici degli anni 70 che certo ancora custodisce, non dovrebbe essere poi così impossibile bussare con forza alla porta di Aams e spuntarla finalmente, l’auspicata riforma.
Magari dopo aver arruolato anche la Chiesa dalla parte nostra, dopo che finalmente il Governo avrà letto quel rapporto, pubblicato in corpo piccolo vicino ai necrologi da qualche giornale, che sostiene come il gioco giovanile, quello dei minorenni compulsivi, rappresenti più del 30% del fatturato delle video lotterie.
Magari allora i famosi equilibri che non doveva assolutamente spostare Branchini (non dimentichiamoci che il gioco ippico in Italia è il più caro ed il meno premiante del mondo…) potranno anche essere attaccati con successo e anche modificati.
Intanto stiamo calmi ed estendiamo la convenzione con gli ippodromi di altri due mesi per due motivi. Primo perché sarà quella la finestra decisiva per salvarci, secondo perché così HippoGroup potrà fare la sua befana a cavallo ai bambini cui teneva così tanto…
Grazie per lo spazio
GIUSEPPE MOSCUZZA