"Niente PMU, ma quali scommesse ippiche in Italia?"
Caro Direttore, non è andata né bene né male, la partita è stata sospesa e rinviata a lunedì e dunque non occorre minimamente abbassare la tensione e la guardia. Lunedì saranno presentati gli emendamenti nel Milleproroghe, martedì il governo chiarirà se li avrà o meno recepiti. In caso positivo, Monti si assumerà in proprio la responsabilità di intubare il paziente (la frase è dell’on. Marinello, ma è talmente efficace che sarà usata molto spesso da tutti nel periodo…) e di predisporre la riforma. Nei comunicati a latere di una giornata di giovedì 12 gennaio particolarmente convulsa, quello di Aams ribadisce disponibilità a procedere alle richieste di revisione della struttura del gioco ippico, naturalmente dopo aver sentito le richieste dell’Unire- Assi.
Ecco, forse è proprio questa la gamba zoppa del tavolo. Fin’ora l’Assi ha predisposto solo tagli alle categorie produttive della filiera, non ha disegnato nessuna strategia di dimagrimento per l’enorme pletora di personale assunta, dall’ente o da Unire Lab, proprio quando si stava marciando verso una inevitabile contrazione del numero delle corse e del monte premi loro destinato. Mentre invece nel settore (e nella rete che lo coordina attraverso i vari blog ) cresce ormai vistosamente la voglia di cambiare le regole del gioco (in senso letterale) al punto che c’è chi ha proposto una ben poco praticabile proposta di affidamento della raccolta italiana al P.M.U. francese, come ha già fatto qualche altro Paese meno ingombrante del nostro. Il grande silenzio dell’ente, dopo aver tentato invano di far digerire a tutti la pillola di un dimagrimento mortale ed aver naturalmente avuto una plebiscitaria risposta negativa, è stato rotto nella tarda mattinata di giovedì quando Ruffo si è presentato alla conferenza del coordinamento praticamente a braccetto di Maurizio Ughi.
Quest’ultimo, dopo la sua criticata gestione del gruppo di riferimento, è ora retribuito lautamente praticamente per non fare più nulla nel ramo scommesse, dopo aver causato quella evasione di più di 900 milioni di euro, tra minimi non pagati e abbonamenti tv non versati, che ha condannato a morte l’Unire ed ora l’ippica tutta. Il fatto che Ruffo lo frequenti e ostenti anche in situazioni di indubbio rischio qual’era quella di giovedì, il solido rapporto umano che li tiene legati, è attualmente il pericolo più grande che l’ippica sta ora correndo e dal quale mettiamo volentieri in guardia lo stesso Ruffo che era e rimane persona di qualità. Come credere che la riforma che certamente verrà obbedisca alla volontà ed alle necessità del settore e non alla imperscrutabile strategia di M.U.?
L’ultima riforma, quella del 2000, tolse la totalizzazione ai delegati, inventò i minimi che ottennero l’effetto di boicottare l’allargamento effettivo della rete, inventò il simulacro Sarabet per combattere la rete Sisal (togliendoci di fatto l’unica vera rete stradale di vendita) per poter detenere il semi monopolio della scommessa Tris. Per poi ispirare la nascita della totalizzazione separata e la detenzione del poco premiante ma molto specializzato gioco dei piazzati per gli agenti. Davvero c’è bisogno di una nuova riforma Ughi? E come potenziare e rilanciare la Tv se non attraverso la raccolta pubblicitaria di fatto impedita proprio da M.U. che non gradisce vedere sulla “sua” Tv sfilare gli spot di Lottomatica, Match Point o di altri potenziali concorrenti?
Al posto di Ruffo frequenterei ora di più gli ippodromi e le categorie: occorre ridestinare immediatamente la prima metà del montepremi di gennaio, non assegnato per lo sciopero, alla seconda metà del mese, preparare una bozza di calendario concordata per le ultime due settimane di gennaio, magari perfino preparare i partenti per il prossimo mercoledì, da tirare fuori dal cassetto martedì pomeriggio una volta strappato l’impegno del governo a far suo l’emendamento pro ippica inserito nel Milleproroghe. Insomma bisogna essere pronti, sia al meglio che al peggio. Non c’è più tiempo, direbbe Cervone, per fare quattro passi con i vecchi amici…
Grazie per lo spazio
GIUSEPPE MOSCUZZA