Presentato il Convegno Spettacolo e Teatro equestre in Italia
Rappresentanti di realtà diverse legate al mondo del cavallo riuniti intorno ad un tavolo, seppur virtuale, per confrontarsi sul presente e sul futuro dello spettacolo equestre. Questo l’oggetto della conferenza stampa che si è tenuta il 23 ottobre aspettando il Convegno di Fieracavalli.
“ Una partecipazione così eterogenea è già una novità” -ha osservato Maria Lucia Galli di Cavallo 2000 che ha moderato il dibattito.
Lo spettacolo equestre è un fenomeno presentissimo nel nostro paese, diffuso in maniera capillare, ma paradossalmente quasi ignorato dai media. Per quale motivo, dato che include un gran numero di appassionati che spesso sostengono autonomamente anche le spese di partecipazione? Secondo Rodolfo Lorenzini, organizzatore e regista di spettacoli e Presidente SICA Onlus, il problema risiede nel fatto che gli spettacoli equestri in Italia non riescono ad uscire dalla loro dimensione locale e a raggiungere così i mezzi di comunicazione. Un vero peccato, perché questa forma di spettacolo è praticamente l’unica occasione, oggi, di portare il cavallo in mezzo alla gente e di promuoverne un’immagine suggestiva e popolare.
Accade infatti che sia proprio in una manifestazione di piazza, in una festa, in un evento locale che le persone abbiano modo di incontrare i cavalli, come ha sottolineato Tino Nicolosi, Presidente ENGEA, e che grazie all’emozione che suscita vederli al lavoro, si avvicinino al loro mondo. Ma accanto all’aspetto emozionale, quale deve essere l’approccio corretto con il cavallo?
Umberto Scotti, Presidente di Horse Friendly Company e da sempre uomo di cavalli, insiste sul concetto di relazione: il fascino di uno spettacolo è legato alla percezione da parte del pubblico che il cavallo non sia solo un esecutore di esercizi, magari forzato, ma un soggetto che stabilisce con l’uomo un rapporto di complicità e fiducia.
Pienamente d’accordo sulla modalità della relazione uomo-cavallo basata sul dialogo anche Franco Amadio, Presidente FITETREC ANTE, che ha definito il cavallo “un compagno a tutti gli effetti”. E ha aggiunto:–“I protagonisti dello spettacolo equestre in Italia sono tutti bravi dilettanti. Ma è con lo studio, che significa poi crescita tecnica, che si ottiene un rapporto migliore: questa è la filosofia di FITETREC- ANTE”.
Ed è anche la filosofia di Antonio Giarola, Presidente dell’Accademia del Galà d’Oro, che proprio allo scopo di superare il dilettantismo ha istituito dei corsi di formazione. –“Lo spettacolo equestre”-ha precisato –“è una vera e propria forma di spettacolo, e in quanto tale ha delle caratteristiche e delle regole che bisogna conoscere. Per questa ragione nei corsi che organizziamo parliamo di storia dello spettacolo, di drammaturgia, di regia e di coreografia. Acquisire queste conoscenze è necessario, aiuta la resa dello spettacolo e sicuramente ne aumenta la qualità”.
Delineati i primi concetti (promozione degli eventi, relazione con il cavallo basata sul rispetto, preparazione degli operatori) si è affrontato un altro argomento sensibile: quali cavalli sono protagonisti degli spettacoli? O, meglio, quali razze? Oggi vediamo che i cavalli utilizzati per gli spettacoli sono soprattutto spagnoli e frisoni. Un altro paradosso, se si pensa alla quantità di razze presenti nel nostro paese che ha da questo punto di vista una delle biodiversità più grandi del mondo.
Matteo Vasini, Direttore Generale ANAERAI, che come Associazione ha proprio lo scopo di conservare e migliorare le razze di interesse locale, sostiene che scegliere i cavalli italiani ha una valenza culturale importantissima, perché l’allevamento è un legame con il territorio, fatto di storia e di tradizioni spesso secolari.
In conclusione l’intervento di Emilio Minunzio, Vicepresidente di ASI, che ha portato i saluti del Presidente della FISE Marco di Paola e ha tirato le fila: - “Sono molto soddisfatto della presenza di interlocutori così prestigiosi che hanno individuato temi e criticità sui quali c’è un sostanziale accordo. Credo che questo sia un momento particolarmente adatto per rilanciare un’immagine nobile, forte e trainante del cavallo attraverso il teatro equestre. Occorre però fare sistema e valorizzare il più possibile i cosiddetti “corpi intermedi”, ovvero tutti quei soggetti che si occupano del settore e svolgono una funzione di raccordo con le istituzioni.”.
Prima dell’appuntamento a Verona, l’annuncio di una interessante novità: l’istituzione di un premio per lo spettacolo equestre italiano, il “Premio Senofonte”. Se ne fa promotore Rodolfo Lorenzini, che ne ha parzialmente svelato finalità e caratteristiche: “Sarà un premio per valorizzare il sistema in toto, conferito a chi ha saputo soprattutto promuoversi, trovare visibilità, in un’ottica di sviluppo e di crescita dello spettacolo equestre oltre i confini delle realtà particolari”.
Il convegno si terrà a VERONA Fieracavalli, sabato 9 novembre ore 16.00