Pisa rinuncia. D'Alesio si fa avanti per salvare il galoppo a Livorno
LIVORNO. Svolta nella querelle tra Pisa e Comune di Livorno in merito alla gestione dell'ippodromo Federico Caprilli. La
società pisana Alfea non si è presentata lunedì mattina all'appuntamento con gli amministratori della città labronica per la firma della convenzione che avrebbe consentito l'apertura dell'impianto ardenzino nella prossima estate. A questo punto, l'amministrazione comunale si ritiene libera di indire un nuovo bando come ad esempio accadde per l'assegnazione dell'ippodromo fiorentino del Visarno. I tempi però sono stretti, le notturne incombono e il nuovo sindaco che uscirà dalle elezioni amministrative del 25 maggio dovrà fare in fretta se vorrà salvare l'Ardenza, il gioiello liberty dove dall'Ottocento - per l'esattezza dal 1894 - galoppano i purosangue sulla pista che guarda il mare. La preoccupazione, al di là della disputa o meno delle corse dei cavalli, è il degrado che rischia un'area meravigliosa, un giardino di 33 ettari sul mare, immerso nel cuore di Livorno.
La proposta è del presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D'Alesio, ex direttore dell'ippodromo livornese e Assessore allo sport dal 2004 al 2009. A suo avviso il rilancio potrebbe essere realizzato affidandone la gestione a una nuova società, no profit. Nel progetto di D'Alesio, c'è la volontà di costituire un'Ati, ovvero un'associazione temporanea di impresa, che dovrebbe essere formata da tre o quattro fra soggetti imprenditoriali e no profit in grado di assumere la gestione dell'impianto.
«L'ippodromo verrebbe liberato dalla presenza di cavalli, rimasti purtroppo in pochi, ed operatori. In linea con quanto già fatto in altri ippodromi nazionali: Montecatini, Firenze, Milano. Sarebbero aperti i bar ed il ristorante con gestione assunta direttamente dalla Ati. Verrebbe mantenuta la presenza della agenzia ippica confermando il canone annuo di 65.000 euro. Quanto al calendario il format ideale per l'Ardenza sarebbe di 32 giornate distribuite opportunamente in luglio, agosto, settembre ed ottobre (otto al mese). Tutto il personale sarebbe assunto con la definizione di un accordo aziendale un contratto di solidarietà (già presente a Torino e Pisa). Questo accordo presuppone la disponibilità del personale a coprire tutti i turni nei servizi necessari, corse comprese. Verifica dopo un anno».
Inoltre, attraverso l'associazione la Caprillina, «potrebbero essere fatti eventi culturali, musicali e teatrali», aggiunge D'Alesio.
Questo progetto è già all'attenzione di tutti i candidati Sindaci e «si spera che possa essere apprezzato dalla prossima amministrazione comunale proprietaria dell'area, per poter rilanciare il Caprilli, aperto nel 1894 e mantenere così in vita quella grande tradizione che rappresenta una parte importante della storia di Livorno. La città non può perdere il Caprilli», conclude D'Alesio.