Piazza Siena, Italia ultima tra speranze e delusione
Ci abbiamo sperato, ci abbiamo creduto fino all’ultimo percorso ma, a malincuore, non ci è rimasto che guardare, con tacita invidia e delusione, la bandiera della Gran Bretagna sventolare nell’azzurro cielo romano e il giro d’onore sulle note di “God save the Queen”. Non si smentiscono gli inglesi che firmano con il talento la Coppa delle Nazioni 2016 dello CSIO di Roma, Piazza di Siena, seconda tappa della prima divisione della Furusiyya FEI Nations Cup, risultato che conferma la vittoria dello scorso anno.
Quattro le penalità totali alla chiusura della Coppa. Senza macchia il primo percorso di Ben Maher e Tic Tac che commettono, però, due errori in seconda manche. Un percorso netto e un quattro per la giovane promessa inglese Jessica Mendoza in sella a Spirit T. Apertura di gara sofferta per Michael Whitaker, sono state infatti le sue nove penalità ad essere state scartate dallo Chef d’Equipe Lampard Di alla fine dei primi quattro percorsi. Michael si è ripreso in seconda manche con un esplosivo Cassionato, stallone grigio di undici anni, e uno zero che ha lasciato al fratello maggiore John quattro penalità di margine per poter conquistare la vittoria. Ma una leggenda come John Whitaker non ha bisogno di margini e lo ha dimostrato con tutta la sua maestria e tecnica portando alla squadra un doppio netto in sella ad Ornellaia.
Tracciato lungo e decorato da diverse insidie tecniche quello disegnato dallo Chef de Piste Uliano Vezzani. Dodici ostacoli, due le combinazioni che hanno portato anche i più grandi a far cadere qualche barriera di troppo.
Con ventiquattro penalità totali, la Svezia e l’Italia hanno chiuso la classifica, ultimi ex equo, preceduti dal Canada che ha dimostrato difficoltà evidenti fin dall’inizio, chiudendo in netto svantaggio la prima manche con nove penalità, rimontando leggermente nella seconda grazie al netto di Eric Lamaze e Chacco Kid che hanno bloccato a ventidue le penalità della nazione. Ancora un gradino sopra l’Olanda che, nonostante nomi come Jeroen Dubbeldam, unico cavaliere in attività ad aver conquistato l’Oro sia alle Olimpiadi che ai mondiali, Harrie Smolders, Jur Vrieling e Gerco Schroder, ha chiuso con venti penalità. Non ha dato il massimo nemmeno la Germania con i suoi quattordici punti negativi complessivi che l’hanno portata comunque al terzo posto se si considerano secondi ex equo Francia e Stati uniti con dodici penalità totali. Molti errori, dunque, che non fanno altro che aggiungere merito ai vincitori che si distaccano dalla Piazza d’Onore di ben otto penalità.
Da questo breve riassunto è facile evincere che la performance azzurra è stata al quanto deludente, bisogna ammettere però che non lo è stata fin da subito. Al contrario una buona dose di speranza, eccitazione e, ammettiamolo, anche gioia, ha riempito gli animi italiani al termine della prima parte di gara…è stata la seconda manche, infatti, a farci sprofondare.
Tutto è iniziato al meglio con il percorso netto di Emanuele Gaudiano e Caspar 232 che hanno mandato in visibilio tutti i connazionali presenti. Entusiasmo che ha accolto caldamente il nostro secondo binomio, Lorenzo De Luca e Ensor de Litrange Lxii, entusiasmo che si è leggermente affievolito con un fragoroso “NO” all’errore sull’elemento centrale della doppia gabbia Longines, ostacolo numero quattro del tracciato. Un percorso però può essere scartato in ogni manche e, dunque, la stessa calorosa accoglienza viene manifestata dagli spettatori all’ingresso di Emilio Bicocchi e Ares che replicano, però, esattamente la defaillance del binomio precedente, una barriera all’elemento centrale della doppia. Gli animi si incupiscono, ma neanche troppo, dati i scarsi risultati delle altre nazioni che, quantomeno, non ci hanno lasciato i soli con qualche errore. Arriva dunque il quarto ed ultimo binomio, è lui che determina la chiusura della prima trance. Piergiorgio Bucci e Casallo Z disegnano un bellissimo netto che ha permesso alla squadra italiana di concludere con solo quattro penalità la prima manche. A questo punto la speranza è al massimo, con il quattro siamo nettamente in vantaggio rispetto alle nove penalità di Canada e Germania, e alle otto della Svezia, in parità con Stati Uniti, Francia, Olanda e non troppo lontani dallo zero della Gran Bretagna. Finalmente una Coppa delle Nazioni da giocare, finalmente una speranza di poter vincere.
Ottimisti gli italiani accantonano per un attimo il loro scetticismo cronico e iniziano a sognare. Purtroppo la prima sveglia inizia a suonare dopo pochissimo: Gaudiano e Caspar, eroi di apertura, aprono la seconda manche italiana con due errori, il primo nell’entrata della seconda combinazione, al numero otto, e il secondo alla riviera. Ma ancora una volta, dopotutto, un percorso può essere scartato e, inoltre, anche gli avversari, tranne Marco Kutscher per la Germania, hanno fatto qualche errore, persino la Gran Bretagna di Ben Maher lascia cadere al suolo due barriere. L’Italia è ancora in gioco! Entra di nuovo il giovane De Luca, serve un netto che, malgrado il tifo e l’impegno del cavaliere, non arriva e sullo schermo compare un altro quattro. Lo scetticismo inizia a riaffiorare negli animi degli spettatori in tribuna, ma in forma lieve perché, ancora, anche gli altri stanno sbagliando, alcuni anche più di noi e la Gran Bretagna, ancora prima nella classifica provvisoria replica il nostro stesso risultato, un errore. Buona parte della fiducia, quindi, viene riposta nel percorso di Emilio Bicocchi e Ares. Uno zero, serve uno zero, che purtroppo viene rimpiazzato malamente da quattro errori, ovvero sedici penalità. Non c’è dubbio è proprio il percorso di Bicocchi che deve essere scartato. A solo un percorso dall’inesorabile fine della Coppa l’Italia si trova con sedici penalità complessive che l’allontanano definitivamente dal podio ma le riservano ancora un posticino poco lontano dai vertici, la speranza è ancora viva.
L’ora è giunta, Piergiorgio Bucci e Casallo Z ritornano in campo a suon di applausi, hanno salvato la squadra nella prima manche e possono rifarlo senza problemi nella seconda. Proprio non ci voleva l’errore sul cinque, l’oxer in spezzata dopo la doppia gabbia, ma non ci voleva soprattutto un altro errore all’acqua che porta il binomio a chiudere con otto e, quindi, la squadra a chiudere con ventiquattro.
La squadra azzurra ce l’aveva quasi fatta a rimanere almeno al centro della classifica finale della Coppa ma, purtroppo, mentre quasi tutte le altre squadre hanno ribaltato positivamente la loro situazione, gli azzurri di Reitano l’hanno fatta sprofondare insieme all’eccitazione del pubblico che, in definitiva, non è riuscito a non cedere alla standig ovation al termine del percorso del maestro John Whitaker.
Una Coppa delle Nazioni, questa del 2016, che finalmente ha fatto sperare l’Italia, una prima manche che ha un pochino illuso ma che ha reso sicuramente entusiasmante il tifo degli italiani presenti nell’ovale e di quelli seduti davanti alla televisione. Purtroppo è dal 1985 che la speranza del bel paese non si trasforma in vera e propria esultanza per la vittoria, ma si sa la speranza è sempre l’ultima a morire. E comunque anche quando questa verrà meno, a riempire il cuore degli spettatori ci sarà sempre e comunque l’entusiasmo, la passione e l’amore per la buona equitazione.